Ago 03, 2021 20:05 Europe/Rome
  • Uno scenario armeno-azero per il Donbass?

Negli ultimi tempi, l’Ucraina golpista viene spesso citata, giustamente, per il ruolo assegnatole da Washington e Bruxelles di avamposto ai confini russi e se ne rileva la sua “appartenenza di fatto” alla NATO. Più di rado, ultimamente, si ricorda che, tale ruolo, l’Ucraina lo sta operativamente svolgendo da sette anni in Donbass.

«A giudicare dalle mosse di Kiev, in particolare dal numero di proiettili e mine che piovono ogni giorno sul territorio della DNR», la soluzione di forza sembra essere quella decisa da Kiev, dichiarava ieri a RIA Novosti il leader della Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pušilin. Lo scorso 26 luglio, RIA riportava le dichiarazioni rilasciate all’ucraina Obozrevatel dall’ex vice Ministro per le questioni dei “territori temporaneamente occupati”, Jurij Grymak, secondo cui Kiev dovrebbe studiare una “liberazione militare” del Donbass, dopo le elezioni russe del 17-19 settembre per il rinnovo della Duma. Questo perché, sostiene Grymiak, la possibilità di votare concessa ai russi residenti in Donbass (coloro cioè che hanno ottenuto la cittadinanza russa), dimostrerebbe l’intenzione di Mosca di annettere quei territori. Appena due settimane prima, ancora RIA riportava le dichiarazioni bellicose dei golpisti di Kiev, rimbaldanziti dalle manovre navali NATO nel mar Nero, tanto che il rappresentante ucraino al Gruppo di contatto, Aleksej Arestovic, si vantava che l’esercito di Kiev «è in grado di mettere sotto controllo le regioni rivoltose del Donbass in brevissimo tempo, anche se la Russia dovesse intervenire in forze». In effetti, dopo il dispiegamento, in primavera, di uomini e mezzi lungo la linea di separazione, le truppe di Kiev martellano quotidianamente cittadine e villaggi di D-LNR a ridosso di quella linea. Lo scenario prospettato da Arestovic non promette nulla di buono, soprattutto per la popolazione civile: non a caso, nota l’osservatore Aleksej Kots, alle manovre “Sea Breeze”, la NATO ha addestrato specificamente le forze ucraine per ostilità in territori con popolazione ostile. Ma, nota ancora Kots, quella di Arestovic sembra essere l’ennesima sparata golpista: la maggior parte degli esperti militari, giudica men che critico lo stato delle forze armate ucraine, con carenze di equipaggiamento e munizionamento e magri finanziamenti. Opinione, questa, condivisa anche dagli analisti del Congresso USA, preoccupati di dove siano finiti i milioni di dollari sinora destinati alla modernizzazione dell’esercito golpista. Per non parlare della disciplina (alcol, narcotici, sciatteria con le armi, spari più o meno accidentali tra commilitoni, ecc.) che, secondo la ricognizione della DNR, solo nell’ultimo anno ha messo fuori combattimento tantii soldati ucraini pari a un battaglione. In ogni caso, si tratta di una forza perfettamente in grado, come ricordano nella DNR, di continuare le provocazioni armate quotidiane, il che dimostra il rigetto da parte di Kiev di tutte le intese per il cessate il fuoco: lo scorso 30 luglio quattro miliziani sono morti sotto il fuoco ucraino nell’area di separazione delle forze di Petrovskoe; due giorni prima altri miliziani della DNR erano caduti sotto i colpi ucraini nell’area di Tel’manovskoe; mortai ucraini da 120 mm avevano bersagliato Staromikhajlovka, alla periferia di Donetsk e il rione Kirovskij; nell’area di Mariupol, Kiev ha usato artiglierie di calibro proibito dagli accordi di Minsk. Colpite anche Gorlovka e Sakhanka.

 

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