Genocidio Gaza, Francesca Albanese chiede sospensione regime sionista dall’ONU
PARS TODAY - La relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Occupati Palestinesi, Francesca Albanese, parla di genocidio.
Albanese nel suo rapporto di 32 pagine Genocide as Colonial Erasure, che ha presentato davanti alla commissione delle Nazioni Unite dal 7 ottobre 2023, denuncia il massacro organizzato e volontario che regime sionista sta portando avanti contro il popolo palestinese.
Elencando fatti, nomi e responsabili di quello che è un vero e proprio genocidio, studiato per cancellare un popolo dal territorio e colonizzarlo, Albanese consiglia che le Nazioni Unite sospendano regime occupante come membro dell’ONU.
I ripetuti massacri di civili inermi, il blocco degli aiuti per affamare volontariamente la popolazione, le malattie auspicate per indebolirla, così come la distruzione studiata di tutte le infrastrutture e le torture ripetute contro i detenuti fanno parte delle tattiche del regime sionista per «provocare la distruzione fisica» dei palestinesi. Il termine «genocidio» è delicato e non va usato a sproposito, ha ricordato l’esperta. Ma, in questo caso, è quello «più corretto».
L’esperta ricorda come siano ormai quasi 44mila morti di Gaza e come il 90% della popolazione sia stata costretta ad abbandonare la propria casa, mentre numerosi responsabili israeliani invitano il proprio popolo a «ritornare a Gaza» ed a «ricostruire le colonie (israeliane) smantellate nel 2005». Inoltre, Albanese denuncia l’estendersi del conflitto e il rischio di genocidio anche nel resto dei territori palestinesi.
«La violenza si è diffusa anche oltre Gaza», si legge nel rapporto, «poiché le forze israeliane e i coloni violenti hanno intensificato i modelli di pulizia etnica e di apartheid in Cisgiordania, compresa Est di Quds (Gerusalemme Est)». Le violenze dell’esercito e dei coloni nei Territori Occupati Palestinesi è infatti aumentato enormemente dal 7 ottobre scorso, causando centinaia di morti e migliaia di arresti, tra gli altri abusi.
Il rapporto denuncia nero su bianco quella che è la vera volontà del regime occupante, malcelata dietro ragioni di autodifesa e lotta al terrorismo: la pulizia etnica della popolazione, volta a portare a termine la colonizzazione della Palestina e costruire il «grande Stato di Israele». Nel suo discorso di fronte alla Commissione ONU, Albanese denuncia anche le complicità degli Stati occidentali, che stanno permettendo a regime sionista di continuare impunito con le sue azioni. «L’impunità garantita a regime occupant gli ha permesso di diventare un violatore seriale del diritto internazionale» ha detto.
L’allargarsi del conflitto in Libano e l’escalation della violenza nella regione contro le stesse Nazioni Unite è «un terribile precedente».
La messa al bando dell’agenzia per i profughi palestinesi UNRWA, così come gli attacchi alle forze di pace UNIFIL, «se lasciati impuniti» potrebbero spingere a reazioni simili verso l’ONU anche altri Paesi. «È arrivato il momento di fare un passo esemplare», invitando così a prendere in considerazione la sospensione di Israele dall’ONU, in quanto Stato membro che «viola persistentemente» le prescrizioni dell’organismo internazionale.
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