Avvertimento dell'Iran agli USA: non ripetessero la politica fallita della "pressione massima"
Il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran ha avvertito i funzionari americani riguardo alla ripetizione delle politiche fallite di Washington, tra cui la "pressione massima".
Seyed Abbas Araqchi, Ministro degli Esteri dell'Iran, ha scritto martedì 12 novembre sui social media, dichiarando: "La prima versione della politica della 'massima pressione' ha inevitabilmente incontrato la 'massima resistenza' e alla fine ha portato alla 'massima sconfitta' per gli Stati Uniti". Il ministro ha consigliato ai funzionari americani di provare l'idea della "massima razionalità", poiché sarebbe nell'interesse di tutti. Araqchi ha poi aggiunto: "Avete bisogno di prove? Basta confrontare la situazione del programma nucleare pacifico dell'Iran prima e dopo la cosiddetta politica della 'massima pressione'". Il ministro ha proseguito: “Tentare di applicare una "seconda versione della massima pressione" porterà solo a una "seconda versione della massima sconfitta".
I funzionari americani, negli ultimi anni, nonostante i fallimenti delle loro azioni unilaterali e delle sanzioni contro l'Iran, hanno continuato con politiche di tensione sotto forma di sanzioni. Le sanzioni anti-iraniane sono state attuate con l'intento di danneggiare l'economia dell'Iran e sono continuate, ma contrariamente alle aspettative della Casa Bianca, il governo e il popolo iraniano hanno resistito insieme contro queste politiche anti-iraniane.
Il governo di Joe Biden, l’ex presidente degli Stati Uniti, e i democratici hanno continuato con le politiche anti-iraniane della Casa Bianca. Era chiaro che anche Kamala Harris, attuale vicepresidente di Biden e candidata democratica alle ultime elezioni presidenziali, avrebbe continuato lo stesso approccio ostile nei confronti dell'Iran se fosse arrivata alla Casa Bianca, proprio come il presidente eletto Donald Trump.
Le azioni provocatorie dei funzionari americani non avranno altre conseguenze per il futuro degli Stati Uniti se non l'aumento delle pressioni interne e delle divisioni sociali in crescente aumento. L'operato dei funzionari americani nella guerra di Gaza e il loro sostegno totale al regime sionista hanno portato alla discredito e all'indignazione pubblica nei confronti di Washington a livello globale e regionale. Nel contempo, il supporto della Repubblica Islamica dell'Iran al popolo palestinese e alla resistenza ha ottenuto significativi riscontri positivi nei paesi musulmani e tra i sostenitori della Palestina a livello globale.
La politica della "massima pressione" si è basata sull'illusione dei funzionari americani secondo la quale, aumentando le sanzioni economiche in vari settori, tra cui quello medico, la politica iraniana sarebbe cambiata. Tuttavia, gli sviluppi politici degli ultimi anni hanno dimostrato chiaramente che le misure anti-iraniane dei funzionari americani non hanno prodotto alcun risultato e la Repubblica Islamica dell'Iran ha compiuto progressi significativi, con maggiore velocità e forza, nel campo scientifico e industriale. Il lancio di vari satelliti scientifici, esplorativi nello spazio ha dimostrato che le autorità iraniane non hanno mai interrotto i progressi del paese per negoziare con gli Stati Uniti e l'Occidente o fermare gli impegni legati al JCPOA (accordo nucleare).
La Repubblica Islamica dell'Iran ha anche compiuto passi significativi per contrastare gli effetti delle sanzioni, creando una rete funzionale per aggirarle. Di conseguenza, la "massima pressione" si scontrerà con molte più difficoltà rispetto alla prima volta. Aumenti nelle vendite di petrolio, nel commercio estero, nei commerci con paesi alleati e vicini, l'adesione a patti come il BRICS e l'Organizzazione di Shanghai sono solo alcuni dei passi intrapresi dall'Iran per ridurre l'impatto delle sanzioni.
Il "progetto e la fantasia di rovesciamento" che alcuni gruppi politici legati agli interessi degli Stati Uniti cercavano di promuovere, ha fallito completamente. Il vasto sostegno del popolo iraniano alla Repubblica Islamica ha reso evidente l'inefficacia di queste politiche provocatorie.
Anche Donald Trump, prima del suo ritorno alla Casa Bianca, ha ammesso che, a causa dei problemi interni degli Stati Uniti, il paese non stava cercando più una "fantasia" di cambio di regime, ma era pronto a collaborare con l'Iran. Questo è un dato di fatto, che implica la necessità di un cambiamento nella politica anti-iraniana della Casa Bianca, che non è stata fermata negli ultimi anni.
L'uscita dal JCPOA è stata una delle infedeltà e una prova evidente di mancanza di seietà degli Stati Uniti nei confronti dell'Iran, e senza abbandonare le politiche fallite di prima, non è possibile fidarsi delle promesse infondate dei funzionari americani. Il ministro degli Esteri iraniano ha quindi raccomandato ai funzionari americani di perseguire una politica di "razionalità massima", un approccio che avrebbe anche conseguenze molto meno negative per gli stessi Stati Uniti.
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