Regime sionista incapace di affrontare la resistenza e l'aggravarsi della crisi interna nei Territori Occupati
(last modified Mon, 18 Nov 2024 06:59:10 GMT )
Nov 18, 2024 07:59 Europe/Rome
  • Regime sionista incapace di affrontare la resistenza e l'aggravarsi della crisi interna nei Territori Occupati

La prosecuzione della guerra a Gaza e in Libano ha posto l'esercito del regime sionista in una situazione critica, mentre crescono le proteste nei Territori Occupati contro l'operato del primo ministro Benjamin Netanyahu.

Le azioni provocatorie del regime sionista e la continuazione della guerra a Gaza e in Libano non hanno prodotto risultati significativi nella lotta contro i gruppi della resistenza, come affermato dai funzionari sionisti. Al contrario, la situazione critica nei Territori Occupati si è aggravata a causa delle crescenti divisioni interne tra i funzionari del regime e delle proteste quotidiane.

In queste condizioni, non si intravede una prospettiva positiva per l'aggressività del regime sionista, che comunque non ha potuto parare ai danni che i gruppi di resistenza in Palestina e Libano gli hanno inflitto.

Sabato 16 novembre, le famiglie dei prigionieri israeliani hanno protestato davanti alla residenza di Isaac Herzog, presidente del regime israeliano, a Tel Aviv. In una dichiarazione, hanno accusato Netanyahu di mettere a rischio la vita dei militari e dei prigionieri israeliani, prolungando la guerra a Gaza solo per garantire la propria permanenza al potere.

La prosecuzione del conflitto ha però intensificato la crisi nelle città dei Territori Occupati, mentre Hezbollah in Libano continua le sue operazioni militari riuscendo a colpire gli obiettivi militari israeliani. Sabato 16 novembre, Hezbollah ha attaccato basi militari, punti di raduno delle forze israeliane e insediamenti sionisti, inclusa Haifa.

Fonti sioniste hanno riportato che un attacco missilistico di Hezbollah su Haifa ha provocato cinque feriti. Inoltre, secondo i media israeliani, Hezbollah ha colpito il nord della Palestina occupata con 130 missili e cinque droni tra sabato mattina e tarda sera.

Il quotidiano Israel Hayom ha riferito che le forniture elettriche in alcune aree di Haifa sono state interrotte a causa degli attacchi, lasciando diverse zone al buio. Un altro media sionista ha riportato che un razzo illuminante è stato lanciato verso la residenza di Netanyahu nella città di Cesarea, a sud di Haifa.

In una dichiarazione, Hezbollah ha rivendicato gli attacchi missilistici contro la base "Sharaga" (sede amministrativa del comando della brigata Golani) a nord di Akko, in solidarietà con il popolo di Gaza e a sostegno della resistenza palestinese e della difesa del Libano. Hezbollah ha anche attaccato la base navale "Stella Maris", una postazione strategica per l'osservazione marittima situata sulla costa nord-occidentale di Haifa.

I comandanti militari israeliani mettono in guardia sulla prosecuzione della guerra, sottolineando che la vulnerabilità dell'esercito è in aumento.

Il generale di riserva Isaac Brick ha ammesso che l'esercito si trova in uno stato di logoramento e che le truppe non sono in grado di avanzare ulteriormente. Ha aggiunto che molti soldati rifiutano di prestare servizio militare, mentre centinaia di missili vengono lanciati ogni giorno dal Libano.

Le conseguenze della guerra a Gaza e le provocazioni del regime sionista nella regione hanno intensificato il malcontento e la crisi interna nei Territori Occupati. Nonostante il pieno sostegno militare e finanziario degli Stati Uniti e dei governi occidentali, il regime sionista non è riuscito a raggiungere i propri obiettivi negli ultimi giorni. I complotti del regime sono stati sventati dalla resistenza dei gruppi palestinesi.

Con il persistere della situazione attuale e l'acuirsi delle divisioni interne tra i sionisti, la crisi che coinvolge Netanyahu e il suo governo è destinata a peggiorare. I partiti dell'opposizione israeliani stanno cercando di preparare il terreno per una mozione di sfiducia e la destituzione del governo.

All'interno del gabinetto di guerra del regime sionista, i disaccordi sulla prosecuzione del conflitto a Gaza e in Libano hanno portato, nelle ultime settimane, alla rimozione di alcuni membri del governo e di alti comandanti militari.

 

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