Qual è l’obiettivo degli scontri di sicurezza in Cisgiordania?
Mentre continuano i crimini e il genocidio perpetrati dal regime sionista contro i palestinesi, anche l'Autorità Nazionale Palestinese ha intensificato gli scontri di sicurezza con la popolazione in Cisgiordania.
L'Autorità Nazionale Palestinese, guidata da Mahmoud Abbas, ha avviato da alcune settimane una serie di azioni contro la popolazione palestinese in Cisgiordania, in particolare nella città di Jenin e nel suo campo profughi, con l'obiettivo di reprimere la Resistenza in questa area.
A seguito di tali azioni, alcuni cittadini palestinesi, tra cui una giornalista palestinese, sono stati uccisi la mattina presto di domenica 29 dicembre da colpi sparati intenzionalmente da agenti di sicurezza dell'Autorità Palestinese nel campo profughi di Jenin. Tra le vittime, Shatha Sabbagh, nota giornalista e attivista, era costantemente in prima linea nel riportare notizie dal campo di Jenin e dalla resistenza palestinese.
Parerrebbe che le azioni dell'Autorità Nazionale Palestinese siano in linea con gli accordi di sicurezza stipulati con il regime sionista. Da anni esistono accordi e negoziati di sicurezza tra il regime sionista e l'Autorità Palestinese. Una delle clausole prevede che l'Autorità impedisca lo sviluppo della Resistenza in Cisgiordania. Gli israeliani hanno avvertito ufficialmente che, se l'Autorità Palestinese non fosse in grado di affrontare i militanti armati, essi procederanno all'occupazione della Cisgiordania e ne assumeranno il controllo della sicurezza. Di conseguenza, l'Autorità Palestinese agisce in linea con gli interessi del regime sionista contro la resistenza palestinese.
Un altro elemento da considerare è che, negli ultimi mesi, la resistenza in Cisgiordania, in particolare a Jenin, si è intensificata. Il rafforzamento della Resistenza palestinese in Cisgiordania ha ridotto l'influenza dell'Autorità Palestinese in questa regione, causando preoccupazioni per la perdita del controllo su quest'area.
Inoltre, negli ultimi 15 mesi, durante i quali il regime sionista ha commesso genocidi contro la popolazione di Gaza, l'Autorità Palestinese non ha intrapreso alcuna azione per difendere il popolo di Gaza, attirando così numerose critiche. Mirando a giornalisti e media, l'Autorità cerca di impedire che vengano diffuse le verità sul campo e sulle sue azioni contro la popolazione.
A tal proposito, Lamees Khater, analista palestinese, ha sottolineato che la persistenza delle azioni dei servizi di sicurezza dell'Autorità Palestinese contro la resistenza a Gaza è principalmente dovuta alla profonda crisi in cui si trova quest'ultima. Khater ha poi aggiunto che i servizi di sicurezza dell'Autorità non prendono di mira solo gli oppositori e i combattenti della Resistenza, ma anche qualsiasi giornalista che riporti la verità, evidenziando il loro tentativo di perpetuare le loro azioni attraverso una censura diffusa, l’inganno dell’opinione pubblica e la distorsione della realtà.
Considerando queste azioni, il Movimento Jihad Islamico ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che le conseguenze di tali atti rischiano di spingere la crisi verso conflitti interni che servono esclusivamente gli occupanti sionisti. L'obiettivo dei regime israeliano è ritrarre il popolo palestinese in uno stato di conflitto interno, per imporre la propria narrazione al mondo e giustificare i propri crimini contro la popolazione di Gaza.
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