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Regime sionista continua a ostacolare i negoziati per cessate il fuoco
Pars Today- I leader del regime sionista continuano a ostacolare il processo dei negoziati per il cessate il fuoco con Hamas e i gruppi palestinesi. Gli sviluppi della guerra a Gaza indicano che l'obiettivo principale di Tel Aviv rimane il proseguimento del conflitto.
Le proteste nei Territori Occupati contro la mancata conclusione dei negoziati per il cessate il fuoco continuano. Nonostante le manifestazioni e l'aumento del malcontento nei Territori Occupati, i leader del regime sionista persistono nei loro sabotaggi per impedire il raggiungimento di un accordo.
Il Comitato delle famiglie dei prigionieri israeliani a Gaza, in una dichiarazione, ha affermato: "Stiamo manifestando per un'unica richiesta, il ritorno di tutti i prigionieri". La dichiarazione invita tutti nei Territori Occupati a partecipare alle proteste per il ritorno dei prigionieri, sottolineando che si tratta di una settimana cruciale.
La dichiarazione prosegue accusando Benjamin Netanyahu di rifiutarsi di prendere decisioni necessarie per riportare i prigionieri, come porre fine alla guerra a Gaza. Il Comitato ha inoltre affermato: "Non vogliamo inviare altri soldati per recuperare i corpi di ulteriori prigionieri a Gaza".
Il braccio armato di Hamas, in risposta alle dichiarazioni della moglie di un prigioniero israeliano a Gaza, che aveva chiesto informazioni sullo stato di salute del marito, ha pubblicato un video in tre lingue (arabo, ebraico e inglese) intitolato "Netanyahu non ha ancora preso una decisione".
Le conseguenze del malcontento tra i funzionari del regime sionista sono in aumento. Alcuni di loro hanno reagito alla morte di quattro soldati e al ferimento di altri cinque a causa di un'imboscata della Resistenza a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, avvenuta il 12 gennaio. Essi hanno riconosciuto le pesanti perdite quotidiane subite dall'esercito in questa regione.
Il presidente del regime sionista, Isaac Herzog, in un messaggio ha dichiarato: "La guerra continua a imporci costi elevati e molto dolorosi. Solo la scorsa settimana abbiamo perso 10 soldati".
Osama Hamdan, uno dei leader di Hamas, durante un programma organizzato in Algeria a sostegno della Palestina, ha dichiarato: "Un accordo a Gaza deve prevedere la fine degli attacchi e il ritiro delle forze occupanti". Hamdan ha aggiunto: "La questione palestinese ha una sola soluzione: la fine dell'occupazione. La Resistenza ha anche smascherato i complotti degli occupanti per eliminare la causa palestinese".
Negli ultimi mesi, si sono tenuti più volte negoziati per il cessate il fuoco a Gaza con la mediazione di diversi Paesi, ma i leader del regime sionista hanno sempre impedito il raggiungimento di un accordo.
Hamas e i gruppi di Resistenza palestinesi, consapevoli dei complotti e delle intenzioni guerrafondaie del regime sionista e del loro principale alleato, gli Stati Uniti, insistono sull'attuazione delle loro condizioni, che rappresentano le principali richieste del popolo palestinese nei negoziati per il cessate il fuoco.
Tra le condizioni principali poste da Hamas vi sono il ritiro degli occupanti da Gaza e il ritorno dei rifugiati palestinesi. Senza l'attuazione di tali condizioni, non sarà possibile raggiungere un cessate il fuoco.
I crimini del regime sionista a Gaza continuano da 16 mesi consecutivi, nonostante la Corte Penale Internazionale abbia emesso mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, rispettivamente primo ministro attuale e ministro della Difesa del regime sionista, con l'accusa di crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
Nonostante tali crimini, il regime sionista ha ammesso di non aver ancora raggiunto gli obiettivi prefissati in questa guerra, ossia distruggere il movimento Hamas e riportare i prigionieri militari sionisti.
I crimini del regime sionista a Gaza continuano con il supporto dell’Occidente e degli Stati Uniti. Tel Aviv, ignorando le richieste della comunità internazionale e l'opposizione popolare in tutto il mondo, inclusi gli Stati Uniti e diversi paesi europei, prosegue nel genocidio nei Territori Occupati.
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