Islam, auguri per Festa Mabath, inizio della missione profetica di Muhammad (SAW)
Pars Today - Auguri da parte di Radio Italia dell'Irib per la festa Mabath cioè il giorno dell'inizio del magistero profetico di Muhammad (SAW), che questa è una grande festività islamica.
L'amatissimo profeta dell'Islam è l'ultimo dei messaggeri che il Signore misericordioso ha inviato agli uomini per guidarli sul retto sentiero. Quattordici secoli orsono, del monoteismo non era rimasto che un semplice nome e gli uomini avevano totalmente abbandonato l'adorazione del Dio Unico, si erano completamente allontanati dalla fede in Dio, dall'umanità e dalla giustizia. La sacra Ka'bah era divenuta un santuario di idoli e la religione di Abramo s'era trasformata in idolatria.
Gli Arabi conducevano una vita strettamente tribale, persino nelle diverse città che avevano formato nell'Hijàz e nello Yemen. Essi vivevano in condizioni tra le piú vili e arretrate: in luogo della civiltà e della virtú, tra la gente regnava la scostumatezza e il vizio e peccati quali bere vino e giocare d'azzardo erano assai diffusi; le figlie femmine venivano sotterrate vive e la maggior parte della gente si procurava da vivere attraverso il furto, il brigantaggio, l'omicidio e il saccheggio dei beni e del bestiame altrui. Essere sanguinari, spietati e tiranni era poi il piú gran vanto.
In un tale ambiente il Signore misericordioso scelse Muhammad (SAW) per riformare e guidare l'intera umanità; gli rivelò quindi il Corano (comprendente sublimi conoscenze, preziose nozioni che aiutano l'uomo a conoscere Dio, un concreto programma per realizzare la giustizia e utili ammonimenti) incaricandolo di invitare, servendosi di questo divino libro, la gente a comportarsi in modo umano e a aderire alla verità.
All'inizio il Profeta era stato incaricato solo di invitare la gente ad abbracciare l'Islam e poiché l'ambiente in cui si trovava era pieno d'oppressione, crudeltà e ostinatezza, parlò della sua missione divina solo a chi sperava che accettassero il suo divino invito. In questa prima fase della sua missione, non vi fu perciò che un numero ristretto di fedeli.
Secondo le tradizioni, la prima persona che accettò l'invito del Profeta fu suo cugino paterno Alí (figlio d'Abutàlib); dopo di lui si convertì Khadijah, la nobile moglie del profeta Muhammad (SAW).
Trascorso un certo tempo, egli ricevette l'ordine di invitare i suoi parenti stretti ad accettare la fede islamica; seguendo il decreto divino convocò i parenti (circa una quarantina di persone) a casa sua e annunciò loro la missione affidatagli dal Signore.
Dopo un po' il sommo Profeta, per ordine divino, rese pubblico il suo invito e lo estese all'intera umanità. La reazione degli Arabi, in special modo della gente della Mecca, fu assai dura: i miscredenti e i politeisti respinsero con ferocia e crudeltà questo sincero invito del profeta Muhammad (SAW). Talvolta lo chiamavano indovino e stregone, talaltra pazzo e poeta.
Per questo che in alcuni versetti del Corano, il Signore Eccelso lo conforta ordinandogli di portare pazienza. In altri invece gli ordina di non dare assolutamente retta alle parole della gente e di continuare, con la massima decisione, la propria missione.
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