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Perché Trump non tollera la presenza degli immigrati musulmani negli USA?
Pars Today- Uno dei decreti principali firmati da Donald Trump nel primo giorno della sua presidenza prevedeva la revisione della normativa per ripristinare il divieto d'ingresso ai musulmani negli Stati Uniti. Tale proposta, qualora approvata ed eseguita, avrebbe ampie ripercussioni sugli immigrati musulmani presenti negli Stati Uniti e su coloro che richiedono il visto per entrare nel Paese.
Il nuovo decreto esecutivo di Donald Trump, siglato insieme a numerosi altri provvedimenti, ha concesso un termine di 60 giorni ai funzionari di alto livello nei settori governativo, giudiziario, di intelligence e della sicurezza interna per individuare i Paesi le cui procedure di ispezione e controllo risultano insufficienti, al punto da giustificare la sospensione parziale o totale dell’accettazione dei loro cittadini.
A seguito dell'emissione di questo decreto, i sostenitori dei diritti civili negli Stati Uniti hanno espresso preoccupazioni, sottolineando che gli effetti potrebbero essere ancora più estesi rispetto a quelli del 2017, quando un simile divieto fu imposto durante il primo mandato di Trump. Essi hanno avvertito che l'implementazione di questa misura potrebbe colpire non solo i cittadini stranieri presenti legalmente negli Stati Uniti, ma anche gli studenti internazionali che difendono i diritti dei palestinesi.
La legge sul divieto d'ingresso per musulmani, emanata nel 2017, aveva colpito in particolare cittadini provenienti da Paesi a maggioranza musulmana come Siria, Libia, Yemen, Sudan e Iran. Tale normativa, che aveva suscitato molte proteste e sfide legali, fu successivamente revocata durante la presidenza di Joe Biden.
Tuttavia, Trump ha nuovamente richiesto il ripristino di questo divieto, promettendo un’applicazione più ampia.
Joseph Burton, ex funzionario del Dipartimento di Stato e ufficiale per i visti, ha dichiarato che il nuovo decreto potrebbe conferire al governo un ampio margine di discrezionalità, permettendo il rifiuto di visti per studenti, lavoratori e partecipanti a programmi di scambio didattico.
Questa decisione appare in contrasto con l'immagine degli Stati Uniti come nazione che promuove la libertà civile, sociale e individuale, un'immagine che le politiche attuali di Trump mettono ulteriormente in discussione, evidenziandone la fragilità.
Negli ultimi anni, la crescita di movimenti sociali e libertari con aspirazioni globali, culminata in numerose proteste contro i crimini di Israele durante la guerra a Gaza, ha provocato il disappunto delle autorità di Washington.
Negli ultimi mesi, l’intensificazione delle violenze israeliane contro i palestinesi nella Striscia di Gaza ha portato migliaia di studenti e cittadini americani a organizzare manifestazioni di protesta nei campus universitari e in diverse località del Paese. Tali proteste sono state spesso represse dalla polizia, con arresti di studenti e, in alcuni casi, l’esclusione dall’istruzione universitaria. Di recente, il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha riferito che Donald Trump, nel corso della sua campagna elettorale, ha promesso di sanzionare le istituzioni accademiche che, a suo avviso, non contrastano in modo adeguato quelli che ha definito "fanatici e sostenitori della Palestina". Sembrerebbe che il divieto per i migranti musulmani sia parte di una strategia più ampia volta a ufficializzare tali misure.
L’attuale presidente degli Stati Uniti non solo dimostra di non essere vincolato agli ideali di libertà e umanitarismo, ma appare determinato a calpestare tali principi per creare le condizioni necessarie all'espulsione di tutti coloro che, in qualsiasi modo, sostengano il popolo palestinese.
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