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Perché gli Stati Uniti si sono ufficialmente ritirati dall’UNESCO?
Pars Today – Martedì 22 luglio, gli Stati Uniti hanno annunciato ufficialmente il loro ritiro dall’UNESCO.
Secondo quanto riportato da Pars Today, Washington ha dichiarato di essersi ritirata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), un’organizzazione nota soprattutto per la designazione dei siti patrimonio mondiale dell’umanità. Gli Stati Uniti accusano l’UNESCO di agire in modo fazioso contro Israele e di sostenere “temi divisivi”.
Nel proseguimento del proprio sostegno incondizionato al regime sionista, il Dipartimento di Stato americano ha affermato che la decisione di ritirarsi è motivata da ciò che definisce “pregiudizi contro Israele” e “la promozione di temi divisivi” all’interno dell’UNESCO.
Tammy Bruce, portavoce del Dipartimento di Stato, ha dichiarato: “Continuare la cooperazione con l’UNESCO non è nell’interesse nazionale degli Stati Uniti.”
Bruce ha accusato l’organizzazione di promuovere temi sociali e culturali divisori e di concentrarsi eccessivamente su questioni ideologiche. Ha inoltre puntato il dito contro l’UNESCO per il suo presunto orientamento anti israeliano, citando in particolare la decisione di ammettere la Palestina come Stato membro, definendola: “una decisione problematica, in contrasto con la politica statunitense, che ha contribuito a diffondere una narrativa anti israeliana all’interno dell’organizzazione.”
Audrey Azoulay, direttrice generale dell’UNESCO, dal canto suo ha espresso rammarico per questa decisione, dichiarando: “Sono profondamente dispiaciuta per la decisione di Donald Trump di ritirare nuovamente gli Stati Uniti dall’UNESCO, che entrerà in vigore alla fine di dicembre 2026.»
Ha aggiunto: “Questa scelta è in contrasto con i principi fondamentali del multilateralismo e rischia di avere un impatto diretto su molti dei nostri partner americani, tra cui comunità che aspirano all’iscrizione dei propri siti nel Patrimonio dell’Umanità, alla scelta a designazione del titolo la città creative, o all’ottenimento di cattedre accademiche UNESCO.”
Il regime sionista ha accolto con favore la decisione americana, ringraziando Washington per il suo “sostegno morale e la sua guida”. Gideon Sa’ar, ministro degli Esteri israeliano, ha scritto sulla piattaforma X (ex Twitter): “Questo è un passo necessario, volto a promuovere la giustizia e il diritto di Israele a ricevere un trattamento equo all’interno del sistema delle Nazioni Unite, un diritto troppe volte calpestato a causa delle strumentalizzazioni politiche presenti in queste sedi.”
Non è la prima volta che gli Stati Uniti si ritirano dall’UNESCO. Negli anni ’80, il presidente Ronald Reagan aveva già annullato l’adesione americana, accusando l’organizzazione di essere “corrotta” e filocomunista. Successivamente, durante la presidenza di George W. Bush, gli Stati Uniti tornarono a far parte dell’UNESCO. Nel 2011, dopo il voto dei membri dell’UNESCO per accettare la Palestina come membro, gli Stati Uniti e l’Israele interruppero i finanziamenti all’organizzazione. Più tardi, l’amministrazione Trump decise, nell’ottobre 2017, di ritirarsi completamente dall’UNESCO a partire dal 31 dicembre 2018. Tuttavia, il presidente Joe Biden ristabilì l’adesione americana nel giugno 2023.
Dopo la nuova vittoria di Trump alle elezioni presidenziali del 2024, era prevedibile che durante il suo secondo mandato gli Stati Uniti si sarebbero nuovamente ritirati dall’UNESCO. Questo è avvenuto ufficialmente il 22 luglio 2025.
La decisione dell’amministrazione Trump rientra innanzitutto nella linea di pieno sostegno al regime sionista e di pressione sull’UNESCO, e in secondo luogo nella sua più ampia strategia di disimpegno da organizzazioni, istituzioni, trattati e accordi multilaterali e bilaterali internazionali. Già nel primo mandato, Trump aveva ritirato gli Stati Uniti da molteplici enti e accordi internazionali, come l’Accordo di Parigi sul clima, l’accordo nucleare JCPOA, il trattato di libero scambio transpacifico (TPP), il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, il Trattato INF sulle armi nucleari a medio raggio e il Trattato Cieli Aperti.
La prima uscita degli USA dall’UNESCO durante il primo mandato di Trump fu causata in particolare dalla questione palestinese. Pur mantenendo lo status di osservatore, gli Stati Uniti non versavano più la quota associativa e non avevano diritto di voto né di elezione nel Comitato del Patrimonio Mondiale. Ora, durante il secondo mandato di Trump, gli Stati Uniti hanno formalizzato il loro ritiro dall’UNESCO il 22 luglio 2025.
Va detto che gli Stati Uniti da tempo hanno problemi con l’UNESCO a causa delle sue politiche indipendenti, tra cui il sostegno all’adesione della Palestina. Sebbene Washington presenti motivazioni ufficiali, come la necessità di riforme profonde nelle Nazioni Unite e nei suoi organismi affiliati, compresa una revisione del bilancio e dei debiti crescenti degli stati membri, la vera ragione del ritiro resta il profondo malcontento verso le posizioni e le iniziative dell’UNESCO in difesa dei diritti dei palestinesi, tra cui l’accettazione della Palestina come stato membro e le ripetute condanne delle azioni anti palestinesi del regime sionista.