Scopri l’Iran (8): Sistan e Baluchestan
https://parstoday.ir/it/news/event-i361974-scopri_l’iran_(8)_sistan_e_baluchestan
Pars Today- Sistan e Baluchestan è una terra in cui la natura mostra allo stesso tempo durezza e generosità: dai deserti silenziosi alle lagune misteriose, dalla vetta del Taftan alle coste incontaminate del Mare d’Oman. È una provincia che, nel cuore dell’aridità, custodisce un tesoro di risorse naturali, specie animali rare e opportunità economiche e culturali, rappresentando una parte preziosa dell’identità dell’Iran.
(last modified 2025-09-10T04:55:32+00:00 )
Set 10, 2025 06:55 Europe/Rome
  • Scopri l’Iran (8): Sistan e Baluchestan

Pars Today- Sistan e Baluchestan è una terra in cui la natura mostra allo stesso tempo durezza e generosità: dai deserti silenziosi alle lagune misteriose, dalla vetta del Taftan alle coste incontaminate del Mare d’Oman. È una provincia che, nel cuore dell’aridità, custodisce un tesoro di risorse naturali, specie animali rare e opportunità economiche e culturali, rappresentando una parte preziosa dell’identità dell’Iran.

Nella parte precedente abbiamo parlato del brillante passato e della posizione mitica del Sistan e Baluchistan. Una terra citata più e più volte nello Shahnameh di Ferdowsi, intrecciata profondamente con la storia e i miti iraniani. Ma questa è solo una delle facce delle meraviglie di questa provincia. Ora vogliamo sollevare un altro velo di bellezza, quello legato alla natura generosa e alle sue ricchezze.

Dai deserti silenziosi ai fiumi misteriosi, dalle coste incontaminate del Mare d’Oman alle lagune colme di vita, questa è una terra che mostra la durezza e la severità della natura, ma che al tempo stesso apre la sua mano piena di doni con generosità.

Se vi recate in Sistan e Baluchestan scoprirete presto che questa provincia non è solo un punto su una mappa dell’Iran, ma un mondo di colori, bellezza e meraviglia. Montagne che catturano lo sguardo, fiumi che scorrono tra le gole portando fertilità ai loro dintorni. Ma il capitale più importante restano i suoi abitanti, un popolo ospitale di lavoratori che, dal cuore del sole cocente e della terra arida, trae energia vitale e, lavorando nei campi, nei frutteti, nelle miniere e nei porti, porta benedizione a sé stesso e agli altri.

A nord della provincia scorre il fiume Hirmand (o Helmand), uno dei più importanti del Sud dell’Asia centrale che rappresenta la principale fonte d’acqua per Sistan. Accanto ad esso si alza il monte Khajeh, l’unico rilievo che sorge dall’immensa pianura del Sistan, considerato sacro nella credenza popolare. Ma questa terra, con tutta la sua maestosità, è arida e povera d’acqua, la piovosità media annua è inferiore a 65 mm, mentre l’evaporazione supera i 5000 mm. Le siccità ricorrenti e i venti estivi che durano 120 giorni, rendono le condizioni di vita estremamente dure.

Il sud della provincia, invece, ha un volto diverso. Lì, in prossimità del Mare d’Oman, il clima cambia, soffiano i venti stagionali (monsoni) e le temperature oscillano meno. Fiumi come il Bampur, il Bahu Kalat, il Kahir e il Fanouj attraversano queste pianure portando vita. Le coste meridionali, con i golfi di Pozm, Chabahar e Goatr, sono rifugio di uccelli migratori e luoghi di nidificazione per le tartarughe marine. Questi habitat hanno un valore universale e sono parte del patrimonio naturale raro dell’Iran.

Tra le attrazioni naturali del Sistan e Baluchestan vi è il lago Hamun, una delle risorse naturali più importanti della provincia. È il terzo lago più grande dell’Iran, il settimo sito umido internazionale al mondo e parte di una riserva della vita ecologica del pianera. Nei periodi di massima piena raggiunge i 5660 km quadrati, di cui 3820 km quadrati appartengono all’Iran e il resto all’Afghanistan. Nell’Avesta era chiamato Kans Ovia, in pahlavi Kians e nello Shahnameh Zareh. L’Hamun ha un ruolo speciale nei miti iranici e nelle credenze zoroastriane. Un tempo, nei periodi di piena, la sua estensione superava i 5600 km quadrati, ma oggi è alle prese con una grave crisi idrica che colpisce non solo la natura, ma anche la vita delle persone.

Poco più in là il monte Taftan, alto quasi quattromila metri, brilla come un gioiello nel sud-est dell’Iran. È un vulcano con crateri attivi, le cui evaporazioni sulfuree creano scenari misteriosi. La sua vetta principale si chiama Chell Tan (“Quaranta anime”), dal mito che narra di quaranta viandanti scomparsi in questa montagna. Alle sue pendici si trovano numerose sorgenti termali con proprietà curative, frequentate per alleviare malattie dermatologiche e articolari. I vapori che si alzano da queste sorgenti donano al paesaggio un’aura mistica, rendendole una delle principali attrazioni del Taftan.

Sistan e Baluchestan è anche un paradiso per gli amanti della natura e della vita selvatica. Sono state identificate oltre 340 specie di uccelli, 64 specie di mammiferi e 110 specie di rettili e anfibi. Specie rare e preziose come l’orso nero asiatico, il leopardo persiano, il gatto delle sabbie, la gazzella, varie aquile e il coccodrillo iraniano a muso corto (chiamato Gando) vivono qui. Sono state inoltre catalogate più di 1200 specie vegetali, circa 70 delle quali con proprietà medicinali o industriali, dal kehour e il sidr fino al mandorlo selvatico e al tamarisco Gaz oleoso, ciascuno parte del patrimonio vegetale della regione.

Le meraviglie del Sistan e Baluchestan non si limitano però alla superficie. La provincia è chiamata “l’arcobaleno delle miniere dell’Iran”: oro, rame, manganese, titanio e decine di altri minerali sono nascosti nelle sue montagne e pianure. La sua posizione nella cintura metallogenica che si estende dalla Jugoslavia al Pakistan e la ricchezza dei suoi giacimenti, sia già sfruttati che ancora intatti, ne fanno uno dei poli minerari più importanti del paese.

Agricoltura e frutticoltura sono anch’esse parte dell’identità di questa terra. Il sud-est dell’Iran è un centro fondamentale per la produzione di piantine di frutta tropicale, datteri, banane, mango, papaya, guava e agrumi sono solo alcuni dei prodotti che, dai frutteti della provincia, arrivano ai mercati interni e perfino all’estero.

Il gioiello economico della provincia è però il porto di Chabahar, l’unico porto oceanico dell’Iran. La sua posizione strategica collega i paesi dell’Asia centrale alle acque libere. I suoi moli profondi consentono l’attracco delle grandi navi oceaniche. Oggi oltre il 60% dei prodotti fondamentali dell’Iran, soprattutto cereali e semi oleosi, entrano da questo porto. Chabahar, oltre all’importanza commerciale, è anche città universitaria e turistica. Il suo clima mite e primaverile tutto l’anno l’ha resa una meta molto apprezzata.

E infine, arriviamo a una delle meraviglie verdi della provincia, le foreste di Hara. Alberi capaci di vivere in acque salate, che durante l’alta marea si sommergono e, con la bassa marea, riemergono come isole rigogliose. Le foreste Hara costituiscono un habitat prezioso per uccelli migratori e specie acquatiche, e svolgono un ruolo fondamentale nella protezione delle coste. Queste foreste fanno parte delle riserve mondiali dell’ecosistema del Pianera e possiedono un valore universale.

La foresta di Hara è formata da piccoli alberelli che possono sopravvivere in acque salate e nelle zone tropicali. Le foreste Hara, in modo straordinario, sono in grado di filtrare l’acqua, assorbono tutti i sali minerali e i nutrienti necessari e respingono il resto. La loro capacità di adattamento all’acqua salata le ha rese piante eccezionali. Questi alberi, infatti, sono in grado di eliminare il sale e di rendere dolci le acque salmastre, ricevendone così ciò di cui hanno bisogno.

Durante l’alta marea, le foreste di Hara si trasformano in un bosco sommerso, di cui emergono solo le chiome, con la bassa marea, invece, appaiono come splendide isole verdi. Le maree influenzano profondamente la vita delle foreste Hara, fornendo loro molti dei nutrienti necessari direttamente dal mare.

Lungo tutta la fascia costiera meridionale dell’Iran, da Bandar Abbas a Chabahar, in tutti i piccoli golfi in cui scorrono fiumi che riversano nel mare consistenti quantità d’acqua, si sono formate le foreste di Hara. Questi alberi fioriscono all’inizio dell’estate, e i loro piccoli fiori gialli, dal profumo delicato, riempiono l’aria di freschezza. Poco dopo si trasformano in frutti a forma di mandorla, con una caratteristica sorprendente, i semi germinano direttamente sull’albero madre e, una volta cresciuti abbastanza, se ne staccano. Se le condizioni sono favorevoli, il seme cresce lì stesso; altrimenti, viene trasportato dalle maree verso altri luoghi. Questo metodo di riproduzione unico rende le Hara inimitabili nel mondo vegetale.

Una parte significativa degli animali marini del Golfo Persico e delle coste del Mare d’Oman trascorre in queste aree il periodo di riproduzione. Inoltre, grazie al loro alto valore nutritivo, le foreste di Hara vengono utilizzate come fonte alimentare per il bestiame, sebbene ciò ne abbia messo a rischio la sopravvivenza negli ultimi anni. Per gli abitanti locali, queste foreste sono anche una fonte importante di legna da ardere. Le foreste Hara rappresentano inoltre una risorsa fondamentale per la farmaceutica.

Le foreste di hara sono anche un rifugio sicuro per molti uccelli migratori. Questi alberelli vengono chiamati “Hara” a Bandar Abbas, “Tamar” in Baluchestan, “Tol” in alcune altre aree e “Shouri” in arabo.

Sì, Sistan e Baluchestan è una terra che, nel cuore dell’aridità, racchiude una varietà unica: dal deserto al mare, dalle vette vulcaniche alle lagune d’acqua, una diversità senza eguali. È una terra che, nonostante tutte le difficoltà, continua a donare vita con generosità. Dall’Hamun e dall’Hirmand fino al Taftan e a Chabahar, dalle foreste di Hara alle miniere arcobaleno, tutto dimostra che questa provincia non è soltanto una parte della geografia dell’Iran, ma una componente essenziale della nostra identità e del nostro patrimonio nazionale.