Rouhani in India, confermato il peso politico dell’Iran
NUOVA DEHLI- La visita del presidente iraniano Rouhani in India, conferma il peso politico ed economico raggiunto dall’Iran in tutta la regione;
malgrado le forti pressioni di Washington, Delhi non intende rallentare la collaborazione con Teheran.Il presidente indiano Narendra Modi sta tenendo una politica che bada agli interessi indiani, per questo, giocando da equilibrista, mantiene buoni rapporti con tutti, ma stringe quelli che giudica più fruttuosi.
Alla luce dei nuovi equilibri che vanno emergendo in Medio Oriente, le relazioni con la Repubblica Islamica sono ritenute cruciali; esse sono al momento incentrate sul porto di Chabahar che, se valorizzato, inciderebbe molto sugli equilibri della regione, scompaginando i piani di molti attori regionali.
Il primo carico indiano di grano per l’Afghanistan è giunto a Chabahar l’11 novembre e il porto è stato ufficialmente inaugurato a dicembre dopo l’inizio dei lavori per riqualificarlo; sono previsti investimenti indiani per 550 ml di dollari che dovrebbero rendere l’infrastruttura pienamente operativa entro la fine dell’anno.
A rendere Chabahar doppiamente importante è il fatto che si trova a 70 km dal porto di Gwadar, nel Belucistan pakistano, di cui ridimensiona enormemente la valenza strategica, e con essa i programmi della Cina che su di esso ha puntato (e investito) molto facendone il terminale Obor, una diramazione giudicata strategica delle Nuove Vie della Seta.
Per comprenderlo basta ricordare che da novembre è possibile accedere all’Afghanistan e all’Asia Centrale senza passare dal Pakistan; fra gli interessati, oltre ovviamente a Delhi, che così si sottrae al ricatto pakistano, ci sono attori del calibro della Russia, che vede spalancarsi una via verso l’Oceano Indiano, a ridosso d’un quadrante strategico come il Golfo Persico.
Ma la visita di Rouhani in India non si ferma a questo; a conferma del ruolo e delle potenzialità acquisite, la Repubblica Islamica punta ad altro. L’India, dopo la Cina, è il secondo mercato per gli idrocarburi iraniani, in ballo c’è il fabbisogno energetico di un colosso in rapida ascesa: a parte i progetti di gasdotti fra i due Paesi, la Rosneft ha in programma un investimento da 30 Mld nella raffinazione indiana, un programma strategico per Delhi.
Per questo l’India ha tutto l’interesse a sviluppare rapporti con Teheran, per questo Rouhani in India ha firmato con il premier Narendra Modi quindici memorandum d’intesa e ha discusso di progetti ancora più ambiziosi come l’International North South Transport Corridor.
È un’iniziativa infrastrutturale indiana per connettere l’Oceano Indiano con l’Asia Centrale (e la Russia), alternativa all’Obor cinese che perderebbe molta della sua importanza. Partendo da Mumbai, un sistema di ferrovie, porti e strade connetterebbero l’economia indiana (e chiunque altro voglia) con un’area ricchissima di materie prime ma infrastrutturalmente isolata.
India e Iran hanno molti interessi convergenti, che ora l’ascesa della Repubblica Islamica nel Medio Oriente allargato e Asia Centrale rende più attrattivi. Per questo Delhi, malgrado il recente ravvicinamento a Washington in chiave anti cinese, ha fatto spesso orecchie da mercante alle pressioni Usa contro Teheran trovando assai più conveniente per i propri interessi una collaborazione con l’Iran.
Il viaggio di Rouhani in India non fa altro che sancire ciò che è nei fatti, riconoscendo il peso che Teheran ha acquisto nella regione (e non solo); Rouhani in India raccoglie i frutti della lunga lotta del Popolo iraniano per affermarsi, malgrado sanzioni e attacchi cui è stato sottoposto.
di Salvo Ardizzone
Il Faro Sul Mondo