Iran, Zarif: gli USA stato canaglia dopo uscita da PACG
(last modified 2020-07-28T15:21:51+00:00 )
Lug 28, 2020 17:21 Europe/Rome
  • Iran, Zarif: gli USA stato canaglia dopo uscita da PACG

(Pars Today Italian) –– Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha esposto le aspettative dell’Iran nei confronti della Russia riguardo alla decisione degli USA in merito all’embargo sulla vendita delle armi, ha spiegato come verrà contrastata la “banda fuorilegge” guidata dal “bandito” della Casa Bianca.

Zarif ha altresì spiegato se gli USA, dopo essere usciti dall’accordo sul nucleare, sono diventati o meno uno Stato canaglia e ha chiarito perché l’Arabia Saudita debba “svegliarsi dal sonno”. Infine, si è espresso in merito alle relazioni che intrattiene con il proprio collega russo Sergey Lavrov. — Di recente gli USA hanno presentato alla Federazione Russa un progetto di risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU relativo all’estensione dell’embargo sulla vendita di armi all’Iran il quale fu stipulato nell’ambito del piano d'azione congiunto globale (PACG). A Suo avviso, come si comporterà la Russia? — Come sa, nemmeno gli alleati degli USA hanno approvato questo progetto e l’hanno ritenuto alquanto pericoloso. La Russia in una lettera di cinque pagine ha espresso la propria posizione in merito alla proposta statunitense. Gli USA sono il Paese che ha violato il PACG uscendo dall’accordo sul nucleare. Hanno violato la risoluzione 2231. Pertanto, gli USA non sono nella posizione adatta per discutere del PACG. A tal proposito Russia, Iran e Cina condividono posizioni analoghe. — Esiste una strategia comune di contrasto a questo progetto? — Noi (Russia, Iran e Cina), in quanto membri del PACG, siamo categoricamente contro queste azioni. Anche gli altri membri dell’accordo sul nucleare hanno dichiarato che simili iniziative sono in contrasto con il PACG. Ciò significa che tutti i membri dell’accordo (quelli attuali) hanno posizioni simili alle nostre in merito. Ad ogni modo, Russia, Cina e Iran non sono d’accordo con i timori e le proposte compromissorie di alcuni membri europei del PACG in quando qualsivoglia iniziativa in tal senso viola la risoluzione 2231. — Di recente sul Suo account Twitter ha scritto che alla Casa Bianca si è insediata una “banda fuorilegge” guidata da un “bandito”. Com’è possibile contrastare questa situazione di illegittimità? — La comunità internazionale ha capito che gli USA si pongono come un partner poco affidabile il quale sovverte qualsivoglia norma di diritto e non adempie alle proprie obbligazioni. Questo atteggiamento non funziona in un sistema globale. A funzionare sarà il ricorso alla multipolarità e al diritto internazionale, a discapito di qualsivoglia pressione esercitata dagli USA sull’assetto mondiale multipolare. Infatti, l’atteggiamento dell’attuale governo statunitense è in contrasto con gli interessi della comunità internazionale e con gli interessi degli USA stessi. Persino la popolazione statunitense ha capito che non è possibile ottenere risultati positivi a medio e lungo termine se si sovverte la legge. — Circa due anni fa nell’intervista che rilasciò a Sputnik Lei previde che, qualora gli USA fossero usciti dall’accordo sul nucleare, sarebbero diventati uno Stato canaglia. A Suo avviso, gli USA sono effettivamente diventati uno Stato canaglia? — Senz’ombra di dubbio gli USA sono diventati uno Stato canaglia che viola le norme di diritto. Tuttavia, questo Paese dispone di importanti possibilità dal punto di vista finanziario ed è capace di influenzare l’intero sistema bancario internazionale. Abbiamo comunque conseguito un risultato importante: la comunità internazionale sta pensando se sia necessario riconoscere la supremazia degli USA sul sistema bancario internazionale oppure se invece sia preferibile cambiare quest’ultimo. Oggi stiamo osservando una tendenza al cambiamento. — Cosa si sta facendo per ripristinare le relazioni tra Iran e Arabia Saudita? Quali risultati si prevede di conseguire? — Siamo pronti a collaborare con l’Arabia Saudita in quanto Paesi della regione del Golfo Persico. Tuttavia, rimane la percezione che i reggenti sauditi siano più interessati a coinvolgere gli USA in una guerra e trarne profitto. Ma negli ultimi mesi gli USA hanno dimostrato di non essere pronti e entrare in guerra per gli interessi dell’Arabia Saudita. La cosa migliore sarebbe che i sauditi gradualmente si svegliassero e cominciassero a instaurare un dialogo con i loro vicini invece di indirizzare i loro sforzi alla cooperazione con il regime sionista e USA. — Considerando i Suoi rapporti con Sergey Lavrov, pare che voi siate più che semplici colleghi. Ci può parlare del Suo rapporto con il collega russo? — È assolutamente così. Io e il signor Lavrov siamo amici da quasi 26 anni. Abbiamo lavorato nei dipartimenti di relazioni internazionali dei rispettivi ministeri, siamo stati ambasciatori all’ONU. Ci siamo avvicinati quando Lavrov era rappresentante della Russia all’ONU e io ero viceministro iraniano. Eravamo amici allora e lo siamo tuttora. Siamo legati da buoni rapporti lavorativi e da una comunanza di idee, il che non può che giovare ai nostri Paesi.

 

 

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