Iran, sanzioni australiane equivalgono a interferenze negli affari interni
(last modified Sun, 11 Dec 2022 07:05:33 GMT )
Dic 11, 2022 08:05 Europe/Rome
  • Iran, sanzioni australiane equivalgono a interferenze negli affari interni

TEHRAN - L'Iran ha criticato l'Australia per aver imposto sanzioni a individui ed entità iraniani, affermando che la mossa ...

è un chiaro esempio di ingerenza negli affari interni della Repubblica islamica e un chiaro incitamento da parte del governo australiano alla violenza e all'odio. In una dichiarazione di sabato, il Ministero degli Esteri di Tehran ha ricordato a Canberra i suoi obblighi a livello internazionale di combattere il terrorismo e l'odio e osservare i principi dei diritti umani. "L'Autralia, tuttavia", prosegue la nota del Ministero iraniano, "ha un passato fatta di numerosi casi di violazioni dei diritti umani che dovrebbero essere presi in considerazione dalla comunità internazionale".

E' la risposta di Tehran dopo che il governo australiano ha annunciato che imporrà sanzioni mirate all'Iran, in risposta a quelle che ha definito violazioni dei diritti umani. 

Per la diplomazia iraniana, Canberra viola sistematicamente violato per molti anni i diritti fondamentali degli aborigeni australiani, dei prigionieri e dei richiedenti asilo. 

Oltre vent’anni di crudele politica anti-immigrazione del governo australiano hanno lasciato migliaia di richiedenti di asilo in un limbo, detenuti in prigione offshore o in hotel commerciali sulla terraferma.

Vi ricorderete il caso del famoso tennista Novak Djokovic in Australia che ha conquistato i titoli dei giornali internazionali, ma dietro quella storia di trattamento speciale riservato all’élite, si nasconde un vero disastro umanitario: per anni, il governo australiano ha utilizzato isole-prigioni e hotel commerciali, incluso quello in cui Djokovic è stato detenuto, come prigioni a lungo termine per immigrati.

Le persone detenute in queste strutture sono intrappolate in un limbo, ostaggi di una politica di sicurezza delle frontiere intransigente che maschera la detenzione a tempo indeterminato e l’elusione della protezione internazionale dei rifugiati con la deterrenza usata come risposta umanitaria. I leader politici affermano di voler “fermare le barche“, smantellareil business dei “trafficanti di esseri umani” e “porre fine alle morti in mare“, ma la realtà smentisce la loro retorica. Come Djokovic, ai rifugiati e ai richiedenti d’asilo viene detto che sono “liberi di lasciare [il paese] in qualsiasi momento“, ma a differenza di Djokovic, non hanno un posto sicuro dove andare.

NOTA

Nella foto d'archivio i richiedenti asilo detenuti che guardano attraverso una recinzione nel centro di detenzione dell'isola di Manus, in Papua Nuova Guinea.

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