Pars Today

TEHRAN - L’Iran si dice seriamente pronto riguardo al ritorno al Piano d'azione congiunta globale (JCPOA, BARJAM in farsi) se le altre parti saranno pronte.

Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian ha annunciato la piena disponibilità della Repubblica islamica a tornare a rispettare i suoi impegni previsti dall’accordo sul nucleare firmato nel 2015 (da Tehran e l'allora 5+1, cioe' i cinque paesi membri del Consiglio di Sicurezza ossia Usa, Inghilterra, Russia, Cina e Francia piu' la Germania) se anche gli altri paesi firmatari dell’intesa (abbandonata dagli Stati Uniti) saranno pronte a farlo. Sabato, durante un incontro con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres presso la sede delle Nazioni Unite a New York, Abdollahian ha parlato anche del recente scambio di prigionieri tra l’Iran e gli Stati Uniti e il rilascio di miliardi di beni iraniani illegalmente congelati in Corea del Sud. “Lo scambio di messaggi continua con gli Stati Uniti e l'iniziativa del Sultano dell'Oman è ancora sul tavolo. Se le altre parti sono pronte, siamo seriamente intenzionati a ritornare al BARJAM in modo che tutte le parti tornino ai propri obblighi nel quadro dell'iniziativa dell'Oman", ha affermato, riferendosi all'accordo con l'acronimo del suo nome ufficiale, Piano globale congiunto d'Azione. L’alto diplomatico iraniano ha inoltre sottolineato che la Repubblica islamica ha sempre avuto buone consultazioni con il capo delle Nazioni Unite riguardo al JCPOA. L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ritirato Washington dal BARJAM nel maggio 2018, imponendo severe sanzioni economiche contro Teheran mentre l’Iran rispettava gli impegni previsti dall’accordo e ha continuato a farlo anche per un anno dopo il ritiro degli Stati Uniti. Teheran ha ridotto i suoi impegni nei confronti del BARJAM in una serie di passi chiari e preannunciati dopo aver assistito all’incapacità delle altre parti di garantire i propri interessi nell’ambito dell’accordo. I colloqui volti a rilanciare l’accordo sono in pausa dall’agosto 2022, con l’Iran che accusa la mancanza di volontà politica da parte dell’amministrazione del presidente americano Joe Biden di rimediare al danno causato all’accordo multilaterale dalla precedente amministrazione statunitense.

 

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