Giudice Imposimato, un'intera vita dedicata a Giustizia e alla consapevolezza collettiva
Si e' spento a Roma, uno dei magistrati piu' noti d'Italia, Ferdinando Imposimato, giudice del processo Moro candidato dal M5s come il Presidente della repubblica.
Noi della Redazione di Per Giustizia, il 7 novembre 2017 lo avevavo contattato per chiedergli di collaborare con il sito. Ecco la sua risposta: " Volentieri. Io sono un vostro estimatore. Mi mandi cellulare e email".
Una disponibilita' rimasta ferma a causa della sua malattia e purtroppo il successivo decesso.
Ecco il suo ultimo post su Facebook: "Un Paese si salva dalla rovina solo se tutti i cittadini vivono in una condizione di dignità".
Eletto negli anni Ottanta e Novanta al Senato come indipendente di sinistra nelle liste del Pci, era stato votato alle 'Quirinarie' del M5s. Aveva istruito i processi sull'attentato a papa Giovanni Paolo II e sull'omicidio del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet. Imposimato, politico e avvocato italiano, è stato presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. Nato a Maddaloni, in provincia di Caserta, aveva 81 anni. Era stato ricoverato domenica 31 dicembre al Policlinico 'Gemelli' di Roma, nel reparto rianimazione e deceduto il due gennaio 2018.
E' doveroso ricordare alcune delle battaglie piu' importanti portate avanti dal Giudice imposimato sia sul campo della giustizia che nel settore dell'informazione e diritti sociali.
Era un uomo che ha fatto della difesa della Costituzione il suo programma politico e umano di magistrato. Ha servito il popolo senza tatticismi, senza esitazioni, senza tornaconto personale. Ha combattuto la mafia e il terrorismo, pagando per questo un prezzo durissimo: l'assassinio del fratello Franco per mano della camorra.
Giudice Imposimato era uno dei promotori del Comitato No Guerra No Nato dando grande contributo alla lotta per un’Italia sovrana e neutrale, per l’attuazione dell’Articolo 11 della Costituzione.
Imposimato dai primi anni dopo l'attentato alle Torri Gemelle a New York, aveva denunciato gli Usa: "Sapevano dell'11 settembre"
L'ex giudice istruttore Ferdinando Imposimato, nel 2011 ha presentato una denuncia al Tribunale internazionale penale dell’Aja perché, pur sapendo che era in preparazione l’attentato alle Twin Towers la Cia non fece nulla per fermarlo. Oltretutto, secondo il defunto Imposimato le Twin Towers crollarono non soltanto per l’impatto dei due aerei dirottati dai terroristi di Bin Laden. I periti esperti della Nist, un’agenzia federale di sicurezza degli Usa, che hanno svolto un'indagine sull’attentato, ‘’sanno che in quei due grattacieli erano stati collocati degli ordigni, così come in un terzo palazzo adiacente alle Torri Gemelle, la torre numero 7, che crollò su se stessa,”.
L’ipotesi di reato che Imposimato, ha formulato insieme con altri studiosi ed esperti nell’adire presso la Corte penale internazionale dell’Aja, attraverso il procuratore della Corte stessa, è di concorso nelle stragi che l’11 settembre del 2001 causarono 3.000 morti alle Torri Gemelle più altri decessi nell’attacco al Pentagono”.
Nell'ultimo video postato sul suo profilo Facebook il suo testamento politico. "Gli obiettivi che un Paese civile deve perseguire sono l'eguaglianza dei diritti sociali e la solidarietà, compito non solo della Repubblica ma di tutti i cittadini verso i più bisognosi. Tutti devono poter accedere ai principali diritti sociali, fra questi il diritto a fare politica, ad accedere al Parlamento come avveniva in passato quando i vari Di Vittorio e Lama portavano avanti la politica di riscatto dei lavoratori".
Una delle questioni politiche e giuridiche sostenute su cui Imposimato si era impegnato era la questione della possibilita' di titti i cittadini d parendere parte attiva alla politica: "Stop ai privilegi per pochi".
Un'altra importantissima battaglia portata avanti dal giudice Imposimato era quella del Vaccino obblicatorio definito da lui, "Atto illegittimo, che Viola la Libertà dei Cittadini".
È stato giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l'attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981, l'omicidio del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione.
Grand’ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana, ha ricevuto diverse onorificenze in patria e all’estero per il suo impegno civile. È stato autore di numerosi saggi, tra cui "Vaticano. Un affare di Stato" e "La Repubblica delle stragi impunite".
Dopo alcuni anni trascorsi come vice commissario della Polizia di Stato, nel 1964 divenne magistrato. Come giudice istruttore, il suo nome è legato ad alcuni tra i più importanti processi che hanno segnato la storia dell'Italia, quali quello per la morte di Aldo Moro, quello per l'attentato a Papa Giovanni Paolo II, quello per l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet, e quello la strage di piazza Nicosia.
A lungo Imposimato si è occupato anche di mafia e camorra, istruendo il processo contro Michele Sindona, il banchiere legato alla mafia, e quello contro la banda della Magliana. L'11 ottobre 1983 il magistrato viene colpito da un attentatato di matrice camorrista, durante il quale venne ucciso il fratello Franco. Franco Imposimato era in macchina con la moglie ed era appena uscito dalla fabbrica in cui lavorava. Tre sicari a bordo di una Ritmo 105 sbarrarono la strada alla sua vettura colpendo il fratello del giudice con 11 proiettili.
Nell'agguato riuscì a salvarsi sua moglie, benchè gravemente ferita da due proiettili sparati da Antonio Abbate, il killer riconosciuto dalla donna anni dopo in sede processuale. Per veder riconoscere la matrice mafiosa e camorristica del delitto si è dovuto attendere fino al 2000 e il processo Spartacus.
Nel 1986 Ferdinando Imposimato diviene consulente legale delle Nazioni Unite nella lotta alla droga, recandosi più volte per incarico dell'Onu in America Latina.
Come le sue ultime attivita' si occupava della difesa dei diritti umani, ed era impegnato nel sociale. È stato inoltre scelto per il riconoscimento di "simbolo della giustizia" dall'Onu in occasione dell'Anno della Gioventù.
Fonte: Per Giustizia