Regeni: la Procura egiziana consegna nuovi documenti all’ambasciatore d’Italia
IL CAIRO-Le Autorità giudiziarie del Kenya, in una rogatoria richiesta dalla magistratura egiziana,...
avrebbero smentito le ricostruzioni secondo cui un agente di Nairobi avrebbe sentito un ufficiale egiziano vantarsi di fronte a lui di aver preso parte alla tortura e all’uccisione di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso in Egitto a gennaio 2016. A renderlo noto è stata la stessa Procura egiziana in una nota diffusa alla stampa del Paese arabo.
La rogatoria dovrebbe essere inclusa nel fascicolo consegnato ieri durante l’incontro tra il Procuratore generale egiziano, l’ambasciatore d’Italia al Cairo, Giampaolo Cantini, e il primo segretario dell’Ambasciata d’Italia, Giulia Manetti. Presente anche Badr Abdel Atti, viceministro egiziano degli Affari esteri per gli Affari europei. La Procura egiziana ha consegnato tutti risultati delle indagini, documenti e rilievi relativi al caso Regeni.
La ricostruzione sull’agente keniota smentirebbe, secondo quanto riferito dagli stessi egiziani, le indiscrezioni circolate il mese scorso, stando alle quali l’uomo – nel 2017 – si sarebbe trovato a sentire per caso Sharif Magdi Abdelal – ufficiale della Sicurezza nazionale del Cairo – ammettere pubblicamente di essere uno degli autori del rapimento, della tortura e dell’uccisione del ricercatore italiano.
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