L’Islam e il problema della violenza- 1a P.
(last modified Tue, 01 Jun 2021 06:42:27 GMT )
Giu 01, 2021 08:42 Europe/Rome
  • L’Islam e il problema della violenza- 1a P.

Nonostante la presenza della violenza in molte regioni del mondo a partire dall’Irlanda al Libano fino al bacino del Pacifico e coinvolgente molte religioni dal Cristianesimo all’Induismo, il mondo occidentale associa l’Islam, più di ogni altra religione, con la violenza.

La conquista musulmana della Spagna, le Crociate – che non furono cominciate dai Musulmani – e la dominazione ottomana dell’Europa orientale hanno prodotto un ricordo dell’Islam legato alla forza e al potere.

E’ importante analizzare questa questione chiaramente, ricordando che la parola Islam in se stessa significa “pace” e che la storia dell’Islam certamente non è stata testimone di violenza maggiore di quella che si può trovare in altre civiltà, in particolare quella occidentale. In quanto segue, comunque, è la religione islamica nei suoi principi ed ideali di cui soprattutto tratteremo e non di fatti o eventi particolari relativi al dominio della contingenza storica, appartenente ad un inquadramento dell’Islam nel piano della storia umana. Prima di tutto, è necessario definire cosa intendiamo per “violenza”. Ci sono diverse definizioni nel dizionario che possono essere annoverate, quali “forza repentina ed intensa”, “forza fisica o azione rude o offensiva”, “esercizio di forza ingiusto o privo di garanzie specialmente per i diritti altrui”, “veemenza rude o immediata” ed infine “danno risultante dalla distorsione di un significato o di un evento”: se queste definizioni per “violenza” sono accettate, allora si può porre la questione di come l’Islam sia messo in relazione a queste definizioni. Per quanto riguarda la “forza”, l’Islam non si oppone completamente al suo uso ma piuttosto cerca di controllarla alla luce della Legge Divina (ash-Shari’a). Questo mondo è tale che la forza in esso si trova ovunque, nella natura come nella società, tra gli uomini quanto nell’anima umana. L’obiettivo dell’Islam è stabilire un equilibrio in questo campo di tensione di varie forze. La concezione islamica della giustizia in sé è legata all’equilibrio, il termine “giustizia” in Arabo (al-‘adl) essendo etimologicamente in relazione al termine “equilibrio” (ta’adul). Tutta la forza, usata sotto la guida della Legge Divina, con l’obiettivo di ristabilire un equilibrio che è stato distrutto, è accettata e di fatto necessaria, poiché implica la difesa e l’instaurazione della giustizia. Inoltre non usare la forza in questo modo equivale a diventare preda di altre forze, le quali non possono far altro che aumentare lo squilibrio ed il disordine, conducendo ad una maggiore ingiustizia.

Se tale uso della forza sia rapido e intenso o misurato, dipende dalle circostanze, ma in tutti i casi la forza può essere usata solo con l’obiettivo di instaurare equilibrio ed armonia e non per ragioni personali e settarie, identificate con gli interessi di una persona o di un gruppo particolare. Includendo il “mondo” e non escludendo “il regno di Cesare”, in cui la forza è presente, l’Islam se ne assume la responsabilità. Ma in virtù dello stesso fatto ha limitato l’uso della forza e nonostante tutte le guerre, le invasioni e gli attacchi che ha sperimentato, è stato in grado di creare un’atmosfera di pace e tranquillità, che può essere ancora avvertita in qualunque luogo qualcosa del tradizionale mondo islamico sopravviva.

La pace che domina il cortile di una moschea o di un giardino, che sia in Marrakesh o Lahore, non è casuale ma è il risultato del controllo della forza, avente l’obiettivo di instaurare quell’armonia che risulta dall’equilibrio delle forze, siano esse naturali, sociali o psicologiche.

Fonte: https://islamshia.org/lislam-e-il-problema-della-violenza-sh-nasr/

 

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