Il richiamo all’Unità Islamica - 2a p.
(last modified 2021-10-19T08:06:23+00:00 )
Ott 19, 2021 10:06 Europe/Rome
  • Il richiamo all’Unità Islamica - 2a p.

- Anche altri Imam (as) hanno adottato un simile atteggiamento costruttivo nei confronti dei governanti ...

del loro tempo, nonostante il crudele trattamento che fu loro riservato, e malgrado tutte le persecuzioni e l’oppressione che dovettero subire. Rendendosi conto che il loro diritto al governo non gli sarebbe stato restituito, si dedicarono all’insegnamento dei genuini e supremi principi dell’Islam e all’orientamento religioso dei loro seguaci. Tutte le sanguinose rivolte e rivoluzioni avvenute nelle loro epoche, scatenate dagli Alawiti e altri, avvennero contro la loro volontà. Anzi, erano chiare violazioni dei loro ordini e delle loro raccomandazioni. Infatti gli Imam (as) avevano rifiutato qualsiasi atto che potesse mettere in pericolo lo Stato Islamico, pur preservando le linee generali dei principi dell’Islam. Essi hanno curato più di chiunque altro, anche più dei Califfi Abbasidi stessi, la salvaguardia e l’integrità dello Stato Islamico, ed erano riluttanti a vedere spargere il sangue dei Musulmani.

Per dare dimostrazione di questa loro preoccupazione per la tutela dello Stato Islamico, ci è sufficiente leggere il testamento dell’Imam Musa al-Kadhim (as) ai suoi seguaci:

“Non vi fate umiliare nel rivoltarvi contro il vostro sultano; se è giusto, pregate Allah che viva a lungo, e se non lo è, pregate Allah che lo guidi verso la Retta Via, perché il vostro miglioramento dipende da quello del vostro sultano; il sultano giusto è come un padre misericordioso; pertanto, amate per lui ciò che amate per voi stessi e odiate per lui ciò che odiate per voi stessi” (5).

In questo testamento si sottolinea la necessità di rispettare il proprio sovrano da parte dei cittadini e di preservare la sua sicurezza, quindi amare per lui ciò che si ama per se stessi e odiare per lui ciò che si odia per se stessi.

Dopo questo, si segnala in modo evidente la responsabilità degli Sciiti verso lo Stato Islamico e la sua guida, contrariamente a quello che viene affermato da alcuni scrittori nei libri di quest’epoca, che non esitano a diffamare la Shi’a, oppure a descriverlo come una associazione segreta eversiva, o una setta rivoluzionaria vendicativa. E’ vero che una delle caratteristiche salienti di ogni Musulmano credente negli insegnamenti dell’Ahl-ul-Bait (as), è quella di essere nemico giurato dei tiranni e della tirannia e di non accettare mai di allinearsi con la loro posizione di aggressione, o di tendere una mano a coloro che incoraggiano i tiranni nei loro atti di oppressione. Questa riluttanza contro i tiranni, la tirannia e i suoi sostenitori si trasmette tra gli Sciiti di generazione in generazione. Ma questo non autorizza nessuno a descrivere gli Sciiti come traditori, ribelli o sleali. Ciò non fa parte del loro carattere, e non è nel loro modo di ribellarsi, nel nome dell’Islam, contro il potere islamico presente, né in segreto né manifestamente. Gli insegnamenti che hanno ricevuto dai loro Imam vietano loro di tradire, ingannare e versare il sangue di un fratello musulmano, di qualunque setta sia o a qualunque scuola giuridica islamica appartenga. Per loro, si devono salvaguardare i beni e la proprietà di ogni Musulmano che pronuncia la “Shahadatayn” [La ilaha illa-llah, Muhammadan Rasul-ul-Llah = Non vi è altra divinità all’infuori d’Iddio, Muhammad è il Messaggero di Dio] (6), proteggere la sua vita, preservare il suo onore. Essi credono fermamente che un Musulmano è fratello di ogni altro Musulmano, sia esso Sciita o meno, e ha il diritto/dovere della fratellanza, come vedremo di seguito.

NOTE

1) Ci si riferisce al giorno in cui l’Imam ‘Ali (as), dopo aver assunto il Califfato nell’anno 35 dell’Egira, nella località di Rahbah – una zona di Kufah, nell’attuale Iraq – chiese ai Compagni lì riuniti quanti erano stati testimoni della sua nomina alla Guida della Comunità islamica da parte del Profeta (S) nel giorno di Ghadir Khum, chiedendo loro di alzarsi in piedi. Trenta Compagni si alzarono, dodici dei quali dei quali avevano partecipato alla battaglia di Badr. Questo evento avvenne venti anni dopo la dichiarazione del Santo Profeta (S) dopo il suo ultimo Pellegrinaggio presso lo stagno di Ghadir, avvenuta nell’anno 10 dell’Egira. (n.d.r.)

2) Nahj al-Balaghah, lettera 62.

3) Questo detto di ‘Umar è così famoso che è stato riportato da numerosissime fonti e in diverse versioni. Cfr. Al-Tabari, Dala’il al-Imamah, p. 22; al-Qadi al-Nu’man al-Maghribi, Sharh al-Akhbar, 2: 317, h. 651, p. 565, h. 651; Shaykh al-Mufid, Kitab al-Irshad, 1:204; Ibn Shahr Ashub, Munaqib al Abi-Talib, 1:311, 2:182; Ibn al-Bitriq al-Asadi al-Hilli, al-’Umdah, p. 257; al-Hurr al-‘Amili, Wasa’il al-Shi’ah, 28:108, h. 34333; Ibn Sa’d, al-Taqabat al-Kubra, 2:239; al-Khawarizmi, al-Manaqib, pp. 96-97, h. 97, 98; Ibn ‘Asakir, Tarikh Madinat Dimashq, 4:23; Ahmad ibn ‘Abdullah al-Tabari, Dhakha’ir al-‘Uqba fi Manaqib Dhaqi’l-Qurba, p. 82; al-Mazzi, Tahdhib al-Kamal, 20:485; al-Zarandi al-Hanafi, Nuzum Durar al-Simtayn, pp. 131-132; Ibn Khatir al-Dimashqi, al-Bidayah wa’l-Nihayah, 7:397; Ibn Hajar al-‘Asqalani, al-Isabah fi Tamyz al-Sahabah, 4:467, n. 5705; Ibn Hajar al-‘Asqalani, Fath al-Bari Sharh Sahih al-Bukhari, 13:286; al-Qanaduzi al-Hanafi, Yanabi’ al-Mawaddah li-Dhawi’l-Qurba, 1:227, h. 57, 58; al-Mannawi, Fayd al-Qadir Sharh l-Jami al-Saghir, 4:470, h. 5594.

4) Ibn Shadhan al-Azdi, al-Idah, p. 192; al-Tabari, Dala’il al-Imamah, p. 22; al-Kulayni, al-Kafi, 7:424, h. 6; Shaykh al-Saduq, Man La Yahduruhu’l-Faqih, 4:36, h. 5052; al-Sharif al-Radi, Khasa’is al-A’immah, p. 85; Shaykh al-Mufid, al-Ikhtisas, p. 111; Allamah al-Hilli, Kashf al-Yaqin fi Fada’il Amir al-Mu’minin, p. 62; al-Fayruz Abadi, Fada’il al-Khamsah min al-Sihah al-Sittah, 2:309; al-Khawarizmi, al-Manaqib, p. 81, h. 65; Ibn Abi’l-Hadid al-Mu’tazili, Sharh Nahj al-Balaghah, 1:18, 141, 12:179, 205, 206; Ahmad ibn ‘Abdullah al-Tabari, al-Riyad al-Nadirah fi Fada’il al-‘Asharah, p. 82; al-Zarandi al-Hanafi, Nuzum Durar al-Simtayn, pp. 130, 133; al-Muttaqi al-Hindi, Kanz al-‘Ummal, 10:300, h. 29509; al-Qanaduzi al-Hanafi, Yanabi al-Mawaddah li-Dhawi’l-Qurba, 1:216, 227, 2:172, 3:147; al-Mannawi, Fayd al-Qadir, 4:470, h. 5594.

5) “E’ illecito impossessarsi della proprietà, ricchezza, ecc. di un Musulmano, senza il suo libero permesso”. Cfr. Shaykh al-Saduq, Man La Yahduru’l-Faqih, 4:93, h. 5151; Ibn Shu’bah al-Harrani, Tuhaf al’-Uqul, p. 34; al-Ihsa’i, ‘Awali al-La’ali, 1:222, h. 98 e 2:113, h 309 e 3:473, h. 1, al-Hurr al-‘Amili, Wasa’il al-Shi’ah, 14:572; al-Azdi, Bahjat al-Nufus, 2:134, 4:111; Musnad Ahmad ibn Hanbal, 5:72; al-Jassas, Ahkam al-Qur’an, 2:216, 224, 241, 3:415, 433, 434, 589, 599; al-Baqillani, I’jaz al-Qur’an, p. 131; al-Bayhaqi, al-Sunan al-Kubra, 8:182.

*Estratto da: Allamah Muhammad Rida al-Muzaffar, “La dottrina dello Sciismo imamita” (al-Aqaid al-Imamiyyah), Irfan Edizioni, 2014.

Fonte: http://islamshia.org/il-richiamo-allunita-islamica-allamah-muzaffar/

 

Potete seguirci sui seguenti Social Media:

Instagram: @parstodayitaliano

Whatsapp: +9809035065504, gruppo Notizie scelte

Twitter: RadioItaliaIRIB

Youtube: Redazione italiana

VK: Redazione-Italiana Irib

E il sito: Urmedium

 

Tag