Il sermone di Zaynab e il suo retroterra storico
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Ago 30, 2022 11:11 Europe/Rome
  • Il sermone di Zaynab e il suo retroterra storico

Introduzione Zaynab è la nipote del Profeta dell’Islam, la figlia di ‘Ali e Fatima e la sorella di Hasan e Husayn (la pace discenda su tutti loro). Ella nacque in un ambiente sacro e venne cresciuta nel grembo di genitori infallibili; non è quindi sorprendente vedere che Zaynab abbia raggiunto un livello di saggezza e rettitudine tale da esser descritta dai sapienti sciiti come “mahfuzatun ‘anil khata’” (protetta dall’errore).

Il più importante evento nella vita di Zaynab è la tragedia di Karbala, un movimento la cui prima fase venne guidata dall’Imam Husayn e di cui ella guidò la seconda. Negli eventi successivi a Karbala, i sermoni di Zaynab sono stati particolarmente significativi, specialmente quello tenuto alla corte di Yazid.

Per comprendere l’importanza e la portata dell’impatto del sermone di Zaynab è necessario conoscere la storia di Sham e le strategie politiche degli Ummayadi. In questo articolo ho cercato di presentare il retroterra storico del sermone e le sue più importanti caratteristiche.

 

La conquista di Sham e la famiglia di Abu Sufyan

Quando il Grande Profeta Muhammad (S) morì nell’undicesimo anno dell’Egira l’Islam era confinato alla Penisola Arabica. Con le conquiste dei califfi l’impero musulmano si espanse fino ad includere Sham, Egitto, Iraq e Persia.

A quel tempo Sham non era confinato alla Siria attuale; fino alla Prima Guerra Mondiale i suoi confini includevano infatti il Libano, la Giordania e l’intera Palestina. Questa vasta aerea del Medio Oriente è collettivamente conosciuta come Ash-Shamat (la Grande Siria). (1)

Durante il suo regno il primo Califfo dispiegò tre eserciti per conquistare Sham. Uno sotto il comando di ‘Amr bin ‘As verso la Palestina, un altro sotto il comando di Abu ‘Ubaydah al-Jarrah verso Homs e un terzo sotto il comando di Yazid bin Abi Sufyan, il figlio più grande di Abu Sufyan, verso Damasco. Yazid bin Abi Sufyan venne designato nel tredicesimo anno dell’Egira dal Primo Califfo come governatore di Damasco. (2) Al contempo, il fratello più giovane, Mu’awiyah, venne nominato governatore della Giordania.

Successivamente il secondo Califfo non solo mantenne gli incarichi dei figli di Abu Sufyan, ma li promosse. Nell’anno 18 dell’Egira Yazid bin Abi Sufyan e altri governatori morirono a causa di un’epidemia. Alla morte di Yazid, il Secondo Califfo designò Mu’awiyah bin Abi Sufyan come governatore di Damasco e della Giordania. (3)

Il terzo Califfo promosse Mu’awiyah nominandolo Governatore Centrale di Sham (che abbracciava Siria, Libano, Giordania e Palestina). (4)

Con questa breve rassegna storica, tre punti risultano chiari:

1. Sham, durante la vita del Profeta, era parte dell’Impero Romano Orientale e per la sua maggior parte era un territorio cristiano.

2. Dal primo giorno della sua conquista, ogni cosa la gente di Sham giungesse a conoscere dell’Islam avveniva principalmente attraverso le lenti della famiglia di Abu Sufyan. La gente di Sham non aveva incontrato il Profeta né visto la gente di Medina. La loro unica fonte di comprensione degli ideali e valori islamici era quella dei Banu Ummayyah, e specificatamente della famiglia di Abu Sufyan.

La famiglia di Abu Sufyan sfruttò pienamente l’ignoranza delle genti di Sham, adoperando un vero e proprio lavaggio del cervello. Per mettere in luce Mu’awiyah come parente stretto del Profeta, dubbi titoli quali khalu ‘l-mu’minin (lo zio dei credenti) e katibu ‘l-wahy (lo scriba della Rivelazione) vennero fatti largamente circolare al suo riguardo.

Uso il termine “dubbi” perché nessun altro tra i cognati del Profeta (come ‘Abdullah bin ‘Umar e Muhammad bin Abi Bakr) venne mai conosciuto come khalu ‘l-mu’minin; (5) né Zayd bin Thabit o Khalid bin Sa’id vennero pubblicamente conosciuti come katibu ‘l-wahy. (6)

La realtà è che dopo la conquista di Mecca, il Profeta (S) considerò la gente di Mecca, inclusi Abu Sufyan e la sua famiglia, come tulaqa’ (schiavi liberati) e “mu’allafatu ‘l-qulub” (coloro i cui cuori devono essere riconciliati [con l’Islam]). (7) Finché il Profeta era in vita ad essi non venne concesso alcun incarico ufficiale.

3. Fu dopo questi venti o ventidue anni di lavaggio del cervello delle genti di Sham ed aver stabilito la sua base di potere, che Mu’awiyah decise di opporsi all’Amiru ‘l-Mu’minin ‘Ali (as) e progettò di combatterlo.

Sfruttando l’uccisione del terzo Califfo, Mu’awiyah si oppose al nuovo governatore scelto dalla Ummah: ‘Ali (as). Egli presentò un’immagine talmente negativa dell’Imam ‘Ali nelle menti della gente di Sham che quando giunse la notizia dell’assassinio di ‘Ali all’interno della Grande Moschea di Kufa essi iniziarono a chiedersi l’uno con l’altro: “Cosa faceva ‘Ali in moschea?!”. Nelle loro menti ‘Ali e la moschea erano due cose antitetiche!

Alla fine, nell’anno 40 dell’Egira, dopo il trattato di pace, Mu’awiyah divenne il governatore assoluto del mondo islamico.

La strategia politica di Mu’awiyah

Il governo Ummayade, stabilito da Mu’awiyah bin Abi Sufyan, venne fondato su due opposte strategie: propaganda e potere militare. Ed entrambe queste due strategie vennero utilizzate con malvagia astuzia:  

1. Il dominio su Sham venne mantenuto attraverso la propaganda.

2. Il dominio su tutte le alter regioni (Hijaz, Iraq, Yemen, Persia ed Egitto) venne mantenuto attraverso il potere militare.

Per una migliore comprensione di queste due opposte strategie, uno sguardo alla presente strategia politica degli Stati Uniti d’America sarà di aiuto. La politica interna e quella estera dell’America sono basate su due differenti strategie:

Politica interna: è basata sul sistema democratico liberale nel quale l’opinione pubblica viene rispettata. I media, ovviamente, svolgono un ruolo centrale nel formare l’opinione pubblica; qualunque partito può quindi modellare l’opinione pubblica per ottenere la maggioranza dei voti. In simile sistema democratico il pubblico può rimuovere anche il Presidente (per esempio Nixon) dal suo incarico.

Politica estera: la stessa democratica America, quando persegue i suoi stessi interessi a livello globale, per imporre la propria volontà molto prontamente ignora l’opinione pubblica delle altre nazioni e utilizza la sua forza militare direttamente o tramite dittatori locali.

Tenendo a mente queste due differenti politiche degli Stati Uniti, le applico alle strategie di Mu’awiyah: egli preservò il potere all’interno del paese (vale a dire Sham) con la propaganda, e preservò il suo potere al di fuori del paese (vale a dire in Iraq, Hijaz, Yemen, Persia ed Egitto) con il potere militare di Sham.

Per controllare le menti della gente di Sham Mu’awiyah aveva consigliato a suo figlio Yazid, ogniqualvolta avesse dovuto reprime delle ribellioni negli altri paesi di utilizzare le forze di Sham, e una volta soffocata la ribellione di riportare queste forze nel loro paese “perché se rimanessero [a lungo] in altri paesi, il loro comportamento cambierebbe.” (8) 

Il ‘cambio di comportamento’ si riferisce all’apertura delle loro menti, all’esposizione della reale immagine della famiglia di Abu Sufyan e alla sua continua opposizione al Profeta dell’Islam finché non si sottomise infine durante la conquista di Mecca.

 

La strategia di Husayn

Fu in simile contesto che l’Imam Husayn bin ‘Ali (as) analizzò il mondo islamico e vide che l’Ummah soffriva di due problemi: 1) all’interno di Sham i musulmani soffrivano di ignoranza e disinformazione; 2) fuori da Sham (Hijaz, Iraq, Persia, Yemen ed Egitto) i musulmani soffrivano di apatia e coscienza assopita.

Due differenti malattie sociali richiedono due differenti soluzioni: fuori da Sham la Ummah necessitava di un “risveglio” mentre all’interno di Sham la Ummah necessitava di “consapevolezza.”

Per ravvivare e svegliare la coscienza assopita della Ummah Husayn scelse il sentiero del martirio e del sacrificio.

Per creare consapevolezza tra le genti di Sham e disperdere fra loro la disinformazione, Husayn necessitava dell’aiuto delle donne della sua famiglia, che avrebbero adempiuto a questo compito quando vennero portate come prigioniere a Sham.

Husayn si assunse la responsabilità di risvegliare la coscienza assopita della Ummah mentre Zaynab si fece carico di creare consapevolezza tra le genti di Sham: è per questo che Zaynab viene conosciuta come Sharikatu ‘l-Husayn (la Socia di Husayn).

Il sunto di questa analisi è che Mu’awiyah aveva costruito una “cortina di ferro” intorno a Sham che impediva ad ogni idea di poter raggiungere la popolazione e le loro menti rimanevano intossicate con la propaganda Ummayade. Questo “muro di propaganda” era così solido che né la spada di ‘Alì potette abbatterlo né il trattato di pace di Hasan aprirvi una crepa, e neanche il sangue innocente di Husayn poté inumidire le sue fondamenta. Questo murò crollò in realtà con i sermoni della Nobile Zaynab e dell’Imam Zayn al-Abidin!

 

L’atmosfera della Corte di Yazid

La corte di Yazid era colma di capi, dignitari di Sham, di ambasciatori di governi stranieri e guide religiose di altre fedi. Fu in simile ambiente che la famiglia dell’Imam Husayn (as) venne condotta senza alcun velo come prigioniera.

Un araldo annunciava costantemente nel bazar e alla corte imperiale che stava giungendo la testa di un dissidente che si era ribellato al califfo. La testa benedetta dell’Imam Husayn (as) venne presentata a Yazid su un piatto d’argento e posta davanti al suo trono.

Ebbro della sua apparente vittoria, Yazid iniziò a colpire la benedetta testa dell’Imam Husayn (as) con il suo bastone ed esprimere gioia recitando i seguenti versi di una poesia blasfema di ‘Abdullah bin az-Ziba’ri:

Gli Hashemiti (9) hanno inscenato un dramma per il dominio

Perché non vi fu novella divina né rivelazione

Vorrei che i miei antenati uccisi a Badr potessero vedere

il dolore dei Khazraj causato dalle lance appuntite

Lo sfoggio di arroganza e parole blasfeme da parte di Yazid spinse la Nobile Zaynab a sollevarsi e rivolgersi a lui nella corte colma delle persone che componevano l’élite di Sham. L’aura della sua personalità anche da prigioniera e l’eloquenza del suo discorso furono tali che Yazid non poté fare nulla per impedirle di parlare!

Il sermone di Zaynab (10)

1) Il preambolo

“La lode appartiene solamente a Dio, il Signore dell’Universo. La benedizione di Dio sia sul Suo Inviato e sulla famiglia del Suo Inviato. Iddio ha perfettamente rivelato la verità nel seguente versetto coranico:

ثُمَّ كَانَ عَاقِبَةَ الَّذِينَ أَسَاءُوا السُّوأَىٰ أَنْ كَذَّبُوا بِآيَاتِ اللَّهِ وَكَانُوا بِهَا يَسْتَهْزِئُونَ

“E fu triste il destino di quelli che fecero il male, smentirono i segni di Allah e li schernirono.” (30:10)”

Primo commento: Zaynab pone enfasi sul fatto che il Profeta è “mio nonno”, proviene dalla mia famiglia, la famiglia di ‘Ali, e non dalla tua famiglia, o Yazid!

Secondo commento: la padronanza del Corano da parte di Zaynab risulta ovvia dalla sua scelta dei versetti in questo sermone. Dopo aver lodato Allah e chiesto le benedizioni sul Profeta, ella recita questo primo versetto che è davvero pertinente per l’occasione e si applica pienamente a Yazid.

In altre parole lei sta dicendo: ‘O Yazid, questi versi poetici che hai recitato dimostrano che chi commette azioni malvage arriverà poi a negare il Corano come rivelazione e a ridicolizzarlo (i “segni di Allah” possono riferirsi tanto al Corano quanto alla benedetta testa dell’Imam Husayn.)

“O Yazid, pensi forse che dal momento che ci hai ‘limitato sulla terra e ristretto gli orizzonti’ (11) come si fa con degli schiavi, noi abbiamo perso la considerazione di Dio e tu hai acquistato in magnificenza e rango?

Pensi davvero che questi avvenimenti siano il frutto del tuo elevato rango? Ti dai così tante arie e sei così felice per la prospera e agiata vita che hai, perché per qualche giorno il mondo gira a tuo favore e il governo, che spettava a noi di diritto, è finito nelle tue mani?

Ah, quanta fretta! Ti sei forse dimenticato di ciò che dice Dio nel Corano:

وَلَا يَحْسَبَنَّ الَّذِينَ كَفَرُوا أَنَّمَا نُمْلِي لَهُمْ خَيْرٌ لِأَنْفُسِهِمْ ۚ إِنَّمَا نُمْلِي لَهُمْ لِيَزْدَادُوا إِثْمًا ۚ وَلَهُمْ عَذَابٌ مُهِينٌ

“Non credano assolutamente quelli che sono diventati miscredenti che il fatto che abbiamo dato loro del tempo, torni a loro vantaggio! Noi diamo loro del tempo solo affinché possano aumentare i loro peccati. Essi avranno un castigo umiliante” (3: 178)”

Terzo commento: la nobile Zaynab non si rivolge allo spietato governante tramite i suoi titoli comuni; lo chiama invece soltanto col suo nome. Si tratta di uno schiaffo sulla sua faccia!

Quarto commento: guardate al coraggio della figlia del “leone di Dio”: proprio nella corte di Yazid ella descrive il regno e governo di quest’ultimo come un potere usurpato, diritto che spetta in realtà alla sua famiglia. La vendetta potrebbe tardare, ma alla fine giungerà.

2) Esposizione del retroterra della famiglia di Yazid

“O Figlio degli Schiavi Liberati, ti sembra giusto che tu tenga le tue donne e le tue schiave al riparo dietro le tende, facendo invece girare di città in città, insieme ai loro nemici, a viso scoperto, le figlie del Profeta, affinché tutti, vicini e lontani, vili e nobili, le vedano, senza nessuno che le possa difendere?!”

Primo commento: “O Figlio degli Schiavi Liberati!” Nella sua corte imperiale, alla presenza dell’élite e dei funzionari governativi di Sham, Zaynab espone il retroterra familiare di Yazid. Durante la conquista di Mecca nell’ottavo anno dell’Egira, dopo aver visto la potenza dell’esercito islamico, il nonno di Yazid Abu Sufyan e la sua famiglia si convertono all’Islam.

Se il nonno di Zaynab, il Profeta dell’Islam, avesse voluto avrebbe potuto prendere la gente di Mecca (inclusi Abu Sufyan e la sua famiglia) come suoi schiavi personali. Ma il Profeta manifestò la sua benevolenza e liberò la gente di Mecca dicendo: “…Andate, siete liberi…” (12); in altre parole: “Avrei potuto prendervi come miei schiavi ma vi lascio come schiavi liberati.”

Con simile esposizione, la gente di Sham ascoltò per la prima volta che i nonni e il padre di Yazid abbracciarono l’Islam negli ultimi anni di vita del Profeta ed erano stati schiavi liberati dal Profeta. Simile rivelazione deve aver frantumato l’aura di “khalu ‘l-mu’minin” (zio dei credenti) dalle menti della gente di Sham!

 

3) Esposizione del retroterra comportamentale di Yazid

“Del resto come si può sperare pietà dal figlio di chi {come tua nonna Hind} mangia il fegato dei nobili uomini, lo mastica e poi lo sputa, da colui la cui carne è cresciuta sul sangue dei martiri?! Perché non ci dovrebbe essere ostile – a noi Ahlul Bayt – chi senza tregua ci contesta, ci odia ed è nostro nemico?!”

Primo commento: Zaynab descrive ora il profilo comportamentale di Yazid: un profilo dal quale non può aspettarsi alcuna giustizia perché il suo carattere è influenzato da sua nonna, Hind, una persona spietata e immorale.

Come prova per la gente di Sham, Zaynab fa riferimento alla Battaglia di Uhud, in cui la nonna di Yazid ordinò al suo schiavo di aprire l’addome di Hamza (lo zio del Profeta), dal quale ella estrasse il fegato che cercò poi di masticare. E’ per questo che la nonna di Yazid divenne conosciuta come “akilatu ’l-akbad” (la mangiatrice di fegato).

Secondo commento: la nobile Zaynab espone inoltre l’odio che covava all’interno di Yazid verso la Famiglia del Profeta (l’Ahlul Bayt). Ella informa la gente di Sham che la famiglia di Abu Sufyan non è parte della famiglia del Profeta; al contrario, i loro cuori sono colmi di odio verso la Famiglia del Profeta e non esitano nel manifestare il loro rancore. Questo mentre tutte le scuole e correnti islamiche credono che, in base al versetto della Muwaddah (42: 23), amare la Famiglia del Profeta è parte essenziale della fede islamica.

 

4) Le intenzioni di Yazid

“Colpendo con il bastone i denti d’Abi Abdillah [l’Imam Husayn], Signore dei Giovani del Paradiso, dici apertamente: “…affinché i miei padri, vedendo questa scena, urlino dalla felicità, si allietino e dicano: ‘O Yazid, ti siamo infinitamente grati!’”.

Per quale motivo non dovresti parlare in questo modo?! Perché non dovresti recitare questa poesia, dal momento che ti sei macchiato del sangue della progenie di Muhammad, dal momento che hai spento le splendenti stelle della terra, vale a dire la progenie d’Abdu-l-Muttalib {il nonno del Profeta (S)}?! Devi sapere però che con ciò che hai fatto ti sei rovinato, ti sei scavato la fossa! E ora invochi i vecchi della tua tribù e pensi che loro sentano la tua voce. Sappi che ben presto li raggiungerai all’Inferno e ti pentirai di ciò che hai fatto, di ciò che hai detto. O Dio, vendicaci e fai giustizia bruciando nel fuoco della Tua ira quelli che hanno oppresso noi e i nostri difensori.”

Primo commento: tra l’élite di Sham, la nobile Zaynab descrive la differenza tra la Famiglia del Profeta e la famiglia di Abu Sufyan: se la benedetta testa che Yazid sta dissacrando è quella del Signore dei Giovani del Paradiso, allora quale sarà l’eventuale destino di Yazid? Se colui che è stato ucciso è il Signore dei giovani del Paradiso, allora gli assassini non potranno essere tra coloro che entreranno in Paradiso!

Secondo commento: Perché l’Imam Husayn (as) venne ucciso? Ripetendo il poema recitato da Yazid, Zaynab vuole mostrare che egli ha fato uccidere l’Imam Husayn per vendicare la morte dei suoi antenati idolatri/miscredenti che vennero uccisi nella battaglia di Badr, la prima battaglia nella storia dei musulmani.

In questa battaglia, quando il padre, il fratello e lo zio della nonna di Yazid sfidarono i combattenti musulmani a duello, il Profeta (S) inviò alcuni membri della sua famiglia, i Banu Hashim: Hamzah, ‘Ubaydah e ‘Ali. Fu attraverso la loro spada che i capi degli adoratori di idoli vennero uccisi.

Uccidendo l’Imam Husayn e gli altri membri della Famiglia del Profeta, Yazid si stava vendicando della morte dei suoi antenati miscredenti.

Terzo commento: o Yazid, stai chiamando i tuoi antenati ma presto anche tu finirai con loro, e allora ti pentirai e desidererai che la tua lingua fosse diventata muta piuttosto che aver recitato poesie blasfeme, e non fossi stato coinvolto nell’omicidio Imam Husayn (as), ma ahimè, il rimpianto in quel momento non sarà di alcuna utilità.

 

5) La fine di Yazid

“O Yazid, non hai strappato se non la tua pelle e non hai tagliato se non la tua carne, e presto sarai davanti al Messaggero di Dio, con a carico la pesante responsabilità di aver ucciso i suoi figli, mancato di rispetto alla sua famiglia, decapitato i suoi cari; ciò accadrà nel giorno in cui Dio li riunirà, trasformerà la loro dispersione in riunione e farà valere i loro diritti:

“E non pensare {o Profeta (S)} che quelli che sono stati uccisi sul sentiero di Dio siano morti, anzi essi sono vivi e presso il loro Signore godono dei {Suoi} beni” (3: 169-170)

O Yazid, ti basterà {per finire dannato in eterno} che Dio sia tuo giudice e il Profeta, aiutato da[ll’arcangelo] Gabriele, ti combatta. Presto quelle persone che ti hanno appoggiato, ti hanno fatto sedere su questo trono e ti hanno fatto dominare i Musulmani, comprenderanno che grande ingiustizia hanno commesso, capiranno chi di voi è il più sciagurato, il più vile di tutti.”

Primo commento: Zaynab ricorda a Yazid di non pensare che uccidendo suo fratello e la sua famiglia li hai eliminati. No, affatto; essi sono martiri sul sentiero di Allah: essi vivono non solo nell’altro mondo, sostentati dalla grazia dell’Altissimo, ma rimarranno sempre vivi nei cuori dei credenti.

Secondo commento: con Allah come giudice, il Profeta come accusatore e Gabriele come testimone, quale possibilità ha Yazid di sfuggire alla punizione nel Giorno del Giudizio? Questo è un punto sul quale devono riflettere quei musulmani che vanno in giro a predicare che Yazid sarebbe tra coloro che sono stati “perdonati”!

6) Sfidare Yazid

“O Yazid, trama pure i tuoi inganni, sforzati quanto vuoi; giuro su Dio che non riuscirai mai a far dimenticare il nostro nome e ricordo, a distruggere la nostra rivelazione e a raggiungere in tal modo i tuoi vili obiettivi. I tuoi sforzi non riusciranno mai a lavare l’onta della quale ti sei ricoperto. Mai! Mai! Non è forse vero che manchi di discernimento, hai i giorni contati e il tuo gruppo è ormai destinato a disgregarsi. Verrà un giorno in cui la voce della verità dirà: “La maledizione di Dio sia sugli iniqui”.”

Primo commento: Zaynab sfida Yazid sul suo stesso campo a fare tutto ciò è in suo potere ma non sarà in grado di cancellare la religione di suo nonno, il Corano che gli venne rivelato o l’amore per la sua Famiglia, radicati nel cuore dei musulmani.

Secondo commento: Poiché Zaynab era sempre in stato di dhikr e ricordo di Allah, anche nei momenti più difficili (al punto che nonostante la fame e la sete, ed essendo stata testimone dell’uccisione di diciotto membri della sua famiglia in un sol giorno, non dimenticò di compiere la Preghiera notturna nafila alla vigilia dell’11 Muharram), Allah ha mantenuto sempre viva nel cuore delle genti la memoria di Zaynab.

Undici secoli sono trascorsi dalla sua morte: il nome di Zaynab viene ricordato e menzionato in tutto il mondo mentre quello di Yazid è diventato come un’imprecazione. Nessuno conosce dove si trovi la tomba di Yazid mentre ci sono due famosi mausolei associati a Zaynab: uno a Damasco e uno a Il Cairo, entrambi pieni di visitatori e pellegrini che in questi luoghi vedono esaudite le loro preghiere!

 

7) Le ultime parole del sermone

“Lodo Iddio che ha fatto iniziare la vita della nostra famiglia con la beatitudine e il perdono e l’ha conclusa con il martirio e la misericordia. Chiedo a Dio che completi la ricompensa che ha dato ai martiri, li arricchisca {di maggiore grazia e misericordia} e ci dia modo di essere loro fedeli depositari e degni successori, poiché Dio è benevolo e amorevole. In Lui solo ci rifugiamo e speriamo. Egli è il miglior protettore, difensore dei nostri diritti.”

 

Il risultato del sermone

Finalmente il vero volto della famiglia di Abu Sufyan venne esposto alle genti di Sham attraverso questo sermone. Non solo i musulmani di Sham, ma anche i giudei, i cristiani e i rappresentanti stranieri presenti a Damasco criticarono Yazid per aver violato la santità della Famiglia del suo stesso Profeta, avendone ucciso gli uomini e imprigionato le donne.

Il sermone della nobile Zaynab e il sermone dell’Imam Zayn al-Abidin si completano uno con l’altro: il sermone di Zaynab ha formato la dimensione “tabarra” e il sermone dell’Imam Zaynab al-Abidin ha formato la dimensione “tawalla”: il primo ha esposto la reale identità della famiglia di Abu Sufyan mentre il secondo ha introdotto la reale immagine della Famiglia del Profeta.

Entrambi i sermoni hanno abbattuto la “cortina di ferro” eretta dalla famiglia di Abu Sufyan intorno a Sham, e il governo della famiglia di Abu Sufyan si è sgretolato in modo tale che il figlio di Yazid, Mu’awiyah, rifiutò di sedersi sul trono e il governo Ummayade passò alla famiglia di Marwan.

Questo fu l’inizio della fine del potere Ummayade.

وَسَيَعْلَمُ الَّذِينَ ظَلَمُوا أَيَّ مُنْقَلَبٍ يَنْقَلِبُونَ

“Gli ingiusti vedranno, ben presto, il destino verso il quale si avviano.” (26:227)

 

NOTE

1) Yaqut bin ‘Abdullah al-Humawi, Mu‘jamu ’l-Buldan, vol. 3 (Beirut: Dar Sadir, 1995) p. 312 alla voce “ash-Sham”. Ash-Shamat, nella forma plurale, si riferisce alle varie regioni di ash-Sham.

2) Ibn Kathir, al-Bidayah wa ’n-Nihayah, vol. 7 (Beirut: Daru ’l-Fikr, 1986) p. 3, 31; Khayru ’d-Din Zirkili, al-A‘lam, vol. 7 (Beirut: Daru ‘l-‘Ilm, 1989) p. 615; Ibnu ’l-Athir, Usdu ’l-Ghabah, vol. 4 (Beirut: Daru ’l-Fikr, 1989) p. 715; at-Tabari, Ta’rikh, vol. 3 (Beirut: Daru ’t-Turath, 1967) p. 387.

3) Al-Bidayah wa ’n-Nihayah, vol. 8, p. 21; Ibn Khaldun, Ta’rikh ((Beirut: Daru ’l-Fikr, 1988) p. 544, 575; at-Tabari, Ta’rikh, vol. 4, p. 289.

4) Ibn Sa‘d, at-Tabaqatu ’l-Kubra, vol. 7 (Beirut: Daru ’l-Kutub al- ‘Ilmiyyah, 1999) p. 285.

5) Dal punto di vista sunnita ‘Aisha (figlia di Abu Bakr) e Hafsa (figlia di ‘Umar) sono considerate mogli del Profeta più stimate di Habiba (figlia di Abu Sufyan). Quindi i loro fratelli, Muhammad bin Abi Bakr e ‘Abdullah bin ‘Umar, erano più meritevoli di essere chiamati khalu ’l-mu’minin, a maggior ragione essendo anche, rispettivamente, i figli del primo e del secondo califfo.

Questo sembra essere un tentativo di inventare il medesimo tipo di titolo che era stato dato da Allah alle mogli del Profeta nel Corano stesso (33:6). Coloro che hanno inventato il titolo di khalu ’l-mu’minin per Mu‘awiyah non riflettono sul motivo per cui le mogli del Profeta sono state denominate come “ummahatu ’l-mu’minin” (madri dei credenti). La ragione è che esse, diversamente dalle altre vedove musulmane, non potevano risposare nessuno; questo per rispetto per il Profeta – sono come le loro madri.

Nessun significato simile può essere esteso ai generi del Profeta, altrimenti non potrebbero sposare nessuna, poiché sarebbero diventati lo “zio materno” di tutte le donne musulmane – un khal non può sposare sua nipote! Non vi è quindi alcun fondamento per il titolo “khalu ’l-mu’minin.”

6) E’ sorprendente vedere come alcuni musulmani siano così facilmente ingannati dalla falsa propaganda. Se essere katibu ’l-wahy fosse davvero un onore speciale, allora perché coloro che sono stati con il Profeta dall’inizio della rivelazione fino alla sua morte (per più di ventidue anni) non sono conosciuti con questo titolo mentre qualcuno che è entrato nell’Islam solo negli ultimi tre anni della rivelazione è conosciuto come katibu ’l-wahy?!

Inoltre, gli stessi eruditi sunniti affermano che Mu’awiah non era il katibu ’l-wahy, ma era lo scriba di alcune delle lettere che il Profeta voleva scrivere alle tribù. Cfr. adh-Dhahabi, Sayr A‘lami ’n- Nubala’, vol. 3 (Beirut: Mu’assasatu ’r-Risalah, 1993) p. 123; Ibn Hajar al-‘Asqalani, al-Isabah fi ’t-Tamiyzi ’s-Sahabah, vol. 6 (Beirut: Daru ’l- Kutub al-‘Ilmiyyah, 1995) p. 121.

Vale infine la pena ricordare che tra coloro che erano soliti riportare per iscritto la rivelazione ogni volta che il Profeta la dettava loro c’erano anche due individui (‘Abdullah bin Abi Sarah e un ex cristiano) che erano soliti cambiare ciò che veniva dettato, e dopo esser stati scoperti entrambi abbandonarono il Profeta e la sua fede!

7) Cfr. at-Tabari, Ta’rikh, vol. 3, p. 61. Ci si riferisce a coloro che non sono pienamente convinti dell’Islam ma possono venire aiutati con la carità nella speranza che i loro cuori si riconcilino con l’Islam.

8) Ibnu ’l-Athir, al-Kamil, vol. 4 (Beirut: Dar Sadir, 1965) p. 6; at-Tabari, Ta’rikh, vol. 5, p. 323.

9) Ci si riferisce in generale ai Banu Hashim, la Famiglia del Profeta.

10) Il testo di questo sermone è presentato qui da una fonte sunnita e due sciite: Ahmad bin Abi Tahir Tayfur (d. 280), Balaghatu ’n-Nisa’ (Cairo: Madrasa Walid ‘Abbas I, 1908) p. 25-27; Ahmad bin Abi Talib at-Tabrisi, al-Ihtjaj, vol. 2 (Najaf: Daru ’n-Nu‘man, 1966) p. 35-37; Ibn Ta’us, al-Malhuf ‘ala Qatla ’t-Tufuf (Qum: Daru ’l-Uswah, 1425 AH), p. 215-218.

11) Significa che ci hai reso prigionieri e ci hai tolto la libertà di spostarci.

12) At-Tabari, Ta’rikh, vol. 3, p. 61.

13) Dai teologi sciiti viene generalmente ritenuto uno dei rami della fede (furu-din). Si tratta del principio di odiare i nemici di Dio, del Profeta e della Famiglia del Profeta.

14) Complementare a quello della tabarra, anche il principio della tawalla è ritenuto uno dei rami della fede (furu-din). Con esso ci riferisce al principio di amare Dio, il Profeta e la Famiglia del Profeta.

Traduzione a cura di Islamshia.org 

 

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