Il K2 scalato in inverno per la prima volta: Il traguardo più grande della storia
(last modified Sat, 16 Jan 2021 21:57:41 GMT )
Gen 16, 2021 22:57 Europe/Rome
  • Il K2 scalato in inverno per la prima volta: Il traguardo più grande della storia

Quello che in inverno nessuno era riuscito a compiere, un’impresa storica sulla vetta di una delle catene montuose più difficili da scalare: il K2.

Una cordata nepalese di 10 alpinisti ha raggiunto per la prima volta la cima del monte asiatico in Pakistan, a 8.611 metri, durante la stagione più estrema. Il gruppo è arrivato in vetta — l’ultima che era rimasta inviolata nel periodo più freddo dell’anno — nel pomeriggio di sabato 16 gennaio. Durante l’ascensione è stato utilizzato ossigeno supplementare ma la scalata è di fatto inedita in questo periodo, perché delle tante precedenti spedizioni nessuna era arrivata sopra quota 7.600 metri. Il capo spedizione Chhang Dawa Sherpa ha immediatamente comunicato la riuscita dell’impresa su Facebook ha scritto: «Il traguardo più grande nella storia dell’alpinismo, dovuto a un intenso lavoro di squadra. Grazie alla montagna per averci concesso questa scalata, perché se te lo concede la montagna, allora nessuno sarà in grado di fermarti». Gli scalatori erano partiti per la notte nel tentativo di superare quei fatidici ultimi 800 metri, quello che tra gli alpinisti viene definito il «Collo di Bottiglia». Venerdì 15 gennaio erano riusciti a coprire 450 metri decisivi (da 7.300 a 7.800), poi hanno attaccato l’ultimo tratto. Un punto complesso da superare, che il team nepalese ha deciso di affrontare in mattinata proprio perché è il più esposto agli agenti atmosferici: un tratto costantemente minacciato da enormi seracchi (strutture di ghiaccio a forma di torre o pinnacolo) dai quali spesso si staccano pezzi di ghiaccio pericolosissimi per gli scalatori. «Siamo orgogliosi di poter dare questa notizia alla comunità alpinistica nepalese!», ha comunicato Mingma Gyalje Sherpa. Gli scalatori in vetta appartengono originariamente a tre spedizioni diverse. I leader sono Nirmal Purja, Sona Sherpa (del team Seven Summit Treks) e Mingma appunto, che hanno coordinato la scalata compiuta insieme ad altri sette alpinisti. Solo quest’ultimo ha però annunciato, sin da subito, di voler ritentare l’impresa senza ossigeno supplementare. Sul K2, abbreviazione di Karakorum, parola che significa nel gergo locale «montagne nere», cade così un altro record. La seconda vetta più alta della Terra dopo l’Everest, ma una delle più impervie da scalare e decisamente l’ottomila più impegnativo, è stata più volte teatro di grandi imprese e purtroppo anche di numerose tragedie, tenuto conto che per anni il rapporto delle vittime è stato di una ogni quattro scalatori. I primi a raggiungere la cima nel 1954 furono due italiani, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. In quel lontano 31 luglio la spedizione venne guidata da Ardito Desio, tanto che il K2 viene ancora oggi ricordata come la «montagna degli italiani». La seconda spedizione è avvenuta solo 23 anni dopo, nel 1977. Spesso è in fase di discesa che si trovano i rischi maggiori, con una latitudine più a nord rispetto a quella dell’Everest che porta il K2 ad avere un clima più rigido e imprevedibile. La cordata nepalese è quindi ora attesa da una faticosa discesa, che di per sé può quindi valere un altro record. Sarà da affrontare in buona parte al buio, con l’imprevedibilità della parete montuosa in agguato.

 

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