Preghiera e Umiltà
Un breve articolo che fa riflettere sull'importanza della preghiera nella vita quotidiana, che viene definita nel Sacro Corano "gravosa, ma non per gli umili".
“Che la Pace sia con te quando tu preghi e implori;
che la Pace sia con te quando ti inchini e ti prosterni.”
{Saluto all’Imam Mahdi (aj) 1 nella zyarat Ahl Ya Sin}
Nel Nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso
In un versetto del Sacro Corano Allah (SwT)2 dice:
“Cercate aiuto nella pazienza e nella preghiera, in verità essa è gravosa, ma non per gli umili” (Sura al-Baqara, 2:45).
I commentatori del Sacro Corano affermano che in questo versetto la pazienza indica il digiuno, ma è tuttavia della sola preghiera giornaliera che viene detto che è “gravosa, ma non per gli umili”.
La Preghiera giornaliera, prescritta cinque volte al giorno e non una volta all’anno, scandisce tutta l’esistenza dell’essere umano e la sottomissione a questo ritmo, per chiunque non sia umilmente sottomesso ad Allah (SwT), non può che essere difficile, ardua e dolorosa.
La Preghiera giornaliera è proprio la caratteristica di colui che è sottomesso, e i Puri Imam dell’Ahl ul-Bayt (as)3 ci dicono che questa caratteristica è il limite tra la fede e la miscredenza e che colui che la abbandona merita di essere detto miscredente.
Interrogato sulla ragione di ciò e perché egli non disse lo stesso per dei fatti apparentemente più gravi, come l’adulterio, l’Imam As-Sadiq (as) rispose che qualsiasi peccato viene commesso per avere ceduto ad una passione e ad una tentazione, mentre l’abbandono della preghiera non è dovuto né ad una passione né ad una tentazione, ma solamente ad una irriverenza verso Allah (SwT) e a un disprezzo per le Sue prescrizioni.
Per coloro che sono umili, invece, la Preghiera appare come un fiume che passa innanzi alla loro porta, e nel quale essi possono, cinque volte al giorno, disfarsi delle impurità che li sporcano.
E’ grazie ad essa che, rivolgendo virtualmente il viso verso la Mecca, essi imparano a non deviare il loro cuore da Allah (SwT).
E’ con essa, ancora, che inchinandosi e prosternandosi, essi fondono il loro cuore in una sottomissione riservata al Signore dei Mondi (SwT).
E’sempre grazie ad essa che, rialzando la testa da questa inclinazione e prosternazione, essi comprendono che nell’asservimento risiede la signoria e che, per la loro sottomissione, Allah (SwT) li renderà più elevati e liberi.
E’ durante la Preghiera che loro ricordano
“E’ Te che noi serviamo ed è da Te che noi cerchiamo aiuto” (Sacro Corano, Sura al-Fatiĥa, 1:5)
Ed è sempre durante la preghiera che ripetono “è grazie alla potenza e alla forza di Allah (SwT) che io mi alzo e poi mi seggo”.
E’ ancora la Preghiera che imprime nel loro cuore “io testimonio che non c’è altra divinità eccetto Allah, Unico e senza associati”.
E’ grazie ai gesti e alle parole della Preghiera, non solamente imparandoli, che si riesce a percorrere tutta la strada che conduce ad Allah (SwT), ed è per questo motivo che il Profeta (S)4 disse: “La Preghiera è l’Ascensione (Miraj) del credente”.
*********
“Fai, o mio Dio, che con modestia io appaia affabile ai loro occhi”
{Invocazione dell’Imam as-Sajjad(as) per i suoi amici e i suoi vicini}
Il fatto che la Preghiera giornaliera sia “gravosa, ma non per gli umili”, mostra che l’umiltà è la prima condizione per un’autentica Preghiera.
Quindi se nel tempo non si acquisirà umiltà, l’atto della Preghiera rimarrà solo un atto formale, non una reale Preghiera ad Allah (SwT).
“L’infatuazione e la sufficienza, scrisse l’Imam Khomeyni (ra)5 a sua nuora, vengono da un’ignoranza estrema, dalla nostra assoluta incapacità e dall’immensità del Creatore. Se si riflettesse anche solo un poco sull’immensità della creazione – nella misura in cui l’umanità è giunta fino ad ora, con tutti i progressi della scienza, a conoscerne una piccolissima parte – si prenderebbe coscienza della propria nullità e di quella di tutti i sistemi solari e di tutte le galassie, si comprenderebbe un po’ di più l’immensità del Creatore, si avrebbe vergogna della propria infatuazione, del proprio egoismo, della propria sufficienza, e ci si sentirebbe molto ignoranti e piccoli”.
La cosa pare così evidente e semplice che ci si domanda come si può solamente non essere umili e modesti. E’ che, molto semplicemente, la nostra comprensione è accecata ed ostruita dal nostro “ego”, questo “io” onnipresente che, se non ce se ne sbarazza, si impone al nostro spirito, lo domina, l’annebbia e prende anche il sopravvento su ciò che si ha ben compreso e che la nostra intelligenza ha ben realizzato.
“Il più pericoloso di tutti i tuoi nemici, disse il Profeta (S), è il tuo “io”(Nafs) che si trova tra i tuoi fianchi”6
e il poeta Rumi gli fece eco dicendo: “La madre degli idoli è quella del vostro “io””.
“Di tutti gli idoli, commenta l’Imam Khomeyni (ra), è quello che l’uomo afferra di più, al quale porta più attenzione, e finché egli non ha distrutto questo idolo, non potrà divenire “divino”.
Egli non può avere nello stesso tempo l’idolo e Allah, non può avere nello stesso tempo “egoismo” e “divinità”. Fintanto che noi non ci imponiamo (…) di sbarazzarci di questo idolo e ritornare verso Allah l’Altissimo, sia Lui benedetto, (…) noi siamo in realtà degli idolatri, anche se in apparenza noi adoriamo Allah.
A parole noi diciamo “Allah”, ma nel nostro cuore abbiamo noi stessi. Sia quando vogliamo Allah che quando non lo vogliamo, è per noi stessi, per il nostro Nafs! A parole, noi ci mettiamo in piedi e recitiamo la Preghiera giornaliera dicendo: “E’ Te che noi cerchiamo ed è da Te che noi cerchiamo aiuto”, ma in realtà il nostro scopo è servire l’”io”, dal momento che l’attenzione è per se stessi, che dappertutto c’è me stesso, che io voglio tutto per me stesso…”7.
1. (aj) Abbreviazione di “°Ajjalal-Lāhu farajah”, che Allah (SwT) affretti la sua venuta.
2. (SwT) abbreviazione di “Subĥāna wa Ta°āla”, Lode a Colui che è privo di ogni imperfezione, l’Altissimo.
3. (as) abbreviazione di “°Alayhi-ha-hum assalām”, “che la pace sia su di lui-lei-loro”, che viene utilizzato accanto ai nomi dei profeti, degli angeli, dei puri Imam e delle donne del Paradiso (Khadīja, Fātima, Maria, Asiah) e secondo alcuni pareri viene usato anche accanto a nomi di altre donne come Zaynab, Ruqayya, Um Kulthūm, Fātima Masuma…
4. (S) abbreviazione di “Sallal-Lāhu °alayhi wa ãlihi wa sallam”: “pace e benedizioni di Allah (SwT) su di lui e sulla sua famiglia”
5. (ra), abbreviazione di “Raĥmat-Ullahi °alayhi”, che la Clemenza di Allah (SwT) sia su di lui.
6. Amidi, Ghirar al-hikam, pag 234 (h. 8646, variante).
7. Imam Khomeyni, Tafsir sure –ye hamd, pag 30. Tradotto in italiano col titolo: “Commento alla Sura al-Hamd”.
Fonte:al-islam.org