Afghanistan: delegazione talebana in Russia dopo insuccesso dei negoziati con USA
(last modified Sat, 14 Sep 2019 16:37:40 GMT )
Set 14, 2019 18:37 Europe/Rome
  • Afghanistan: delegazione talebana in Russia dopo insuccesso dei negoziati con USA

(Pars Today Italian) – I talebani hanno inviato una delegazione in Russia per discutere con Mosca l’ipotesi del ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan, in seguito all’insuccesso delle trattative intrattenute nell’ultimo mese con i funzionari statunitensi.

La mossa giunge all’indomani dell’annuncio con cui il presidente americano, Donald Trump, ha reso noto di aver annullato un incontro segreto previsto da agenda a Campo David con i principali leader talebani. Alla luce di tale dietrofront, i talebani hanno iniziato a cercare sostegno regionale, organizzando visite diplomatiche anche in alcuni Paesi dell’Asia centrale. “Lo scopo di queste visite è informare i leader di tali Paesi in merito alle trattative di pace e alla decisione del presidente Trump di abortire il processo di pace in un momento in cui entrambe le parti avevano risolto tutti i principali problemi e stavano per firmare un accordo di pace”, ha annunciato un capo talebano presente in Qatar. La fonte, rimasta anonima, ha aggiunto che l’obiettivo degli incontri non è cercare di ravvivare i negoziati con Washington, ma aggiudicarsi il sostegno regionale necessario a obbligare le truppe americane a lasciare il Paese. La Russia, che ha ospitato alcuni incontri tra i talebani e i rappresentanti della società civile e politica afghana, ha da poco annunciato che spera il processo di pace possa essere ripreso, esortando le parti in tal senso. “Siamo convinti che la cessazione completa della presenza militare straniera sia una condizione inalienabile per una pace dutratura in Afhanistan”, ha reso noto la portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, nella giornata di giovedì 12 settembre. Un portavoce dei talebani ha comunicato che, senza un accordo, i talebani non sono obbligati a fornire un passaggio sicuro alle truppe statunitensi. A Doha, capitale del Qatar, si era tenuto il nono round di colloqui tra Stati Uniti e rappresentanti dei talebani. In tale contesto, il rappresentante speciale USA per la riconciliazione afgana, Zalmay Khalilzad, aveva anche affermato che un accordo di pace era stato concluso in linea di principio e avrebbe portato al ritiro immediato di alcune truppe statunitensi. Dall’inizio dei colloqui, le discussioni si erano incentrate su quattro questioni chiave: la garanzia talebana che ai gruppi armati e combattenti stranieri non sarà consentito utilizzare l’Afghanistan come base per condurre attacchi al di fuori del Paese, il completo ritiro delle forze statunitensi e della NATO, un dialogo intra-afghano e un cessate il fuoco permanente. Shaheen aveva, tuttavia, affermato che un cessate il fuoco all’interno dell’Afghanistan non era mai stato parte dei negoziati, e sarebbe rimasta piuttosto una questione da risolvere con il governo afghano, ma solo dopo il ritiro delle forze straniere. La situazione in Afghanistan è caratterizzata da una profonda instabilità. Alcuni credevano che un accordo tra talebani e Stati Uniti potesse garantire un miglioramento, nonostante le continue violenze. Tuttavia, Donald Trump aveva dichiarato che l’esercito USA sarebbe rimasto in Afganistan, il 29 agosto, almeno con il suo intelligence. La decisione giungeva, probabilmente, in risposta a quanto rivelato dai talebani, lunedì 26 agosto, quando questi avevano dichiarato che il raggiungimento di un accordo con gli Stati Uniti non avrebbe fermato l’insorgenza dei militanti contro il governo dell’Afghanistan, sostenuto da Washington, ma che al contrario i talebani avrebbero continuato “la loro lotta contro il governo afghano, per rovesciarlo e assumere il potere con la forza”.

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