Parkinson, ultrasuoni 'sparati' sul cervello fermano tremori
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(Pars Today Italian) – Una nuova tecnica mininvasiva basata sugli ultrasuoni potrebbe alleviare uno dei sintomi del Parkinson, i tremori.
(last modified 2024-11-17T06:24:12+00:00 )
Nov 27, 2019 19:46 Europe/Rome
  • Parkinson, ultrasuoni 'sparati' sul cervello fermano tremori

(Pars Today Italian) – Una nuova tecnica mininvasiva basata sugli ultrasuoni potrebbe alleviare uno dei sintomi del Parkinson, i tremori.

La speranza arriva da un trial clinico condotto presso l'Università dell'Aquila: gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità guidati da risonanza magnetica riscaldano e distruggono un piccolissimo pezzetto di tessuto cerebrale, il talamo, riducendo da subito i tremori, e con una efficacia che perdura a lungo termine. Lo studio è stato presentato oggi al meeting della Radiological Society of North America (RSNA) a Chicago da Federico Bruno, radiologo del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Cliniche applicate. Il trial ha coinvolto 39 pazienti con tremori (sia malati di Parkinson, sia pazienti con tremore essenziale) che non avevano risposto alle terapie classiche e soffrivano da anni di tremori. La terapia con ultrasuoni elimina il 'talamo', minuscola regione cerebrale alla base dei tremori che sono il risultato di spasmi muscolari in genere alle mani e sono molto invalidanti per i pazienti. La metodica è risultata molto sicura ed efficace nel 95% dei casi. "Un ulteriore vantaggio degli ultrasuoni - ha dichiarato Bruno - è l'effetto immediato che il trattamento fornisce, diversamente dalla stimolazione profonda", che oltre a richiedere un intervento invasivo per applicare nel cervello una sorta di pacemaker, impiega del tempo per iniziare a fare effetto. "In più - ha aggiunto - la terapia con ultrasuoni richiede un ridotto tempo di degenza, ed è applicabile anche a pazienti molto fragili, che non potrebbero sostenere un intervento chirurgico". "L'applicazione clinica di questa tecnica per malattie neurologiche rappresenta una novità assoluta, l'uso clinico è stato approvato dalla FDA meno di tre anni fa" - ha concluso Bruno -. Pochi pazienti conoscono questa opzione terapeutica e ci sono ancora pochi centri specializzati che possono offrirla".