Il punto della situazione sulla Brexit
(Pars Today Italian) –– L'Inghilterra e l’Unione Europea si sono scontrati, il 23 luglio, sulle possibilità di raggiungere un accordo di libero scambio, con Bruxelles che considera tale opzione “improbabile”, mentre Londra spera di giungere a un’intesa entro il prossimo settembre.
Da quando l'Inghilterra ha lasciato il blocco, lo scorso 31 gennaio, i negoziati sull’accordo commerciale e altri legami futuri sono rimasti pressoché fermi, con entrambe le parti che accusano l’altra di non essere riuscita a raggiungere un compromesso prima della scadenza del periodo di transizione, alla fine del 2020.Tali recriminazioni sono diventate più forti in seguito all’ultimo round di colloqui, con il capo negoziatore dell’UE, Michel Barnier, il quale ha affermato che Londra non ha mostrato alcuna disponibilità a sbloccare la situazione di stallo. Dal canto opposto, l’omologo inglese, David Frost, ha descritto le proposte del blocco come non rispondenti alla richiesta del governo inglese di essere trattato come un Paese indipendente. Senza un accordo per governare i futuri flussi commerciali, alcune aziende temono costosi disagi e confusione alla frontiera nel periodo post-transizione, a partire dal 2021, le quali colpirebbero le attività in un momento già difficile a causa dell’impatto della crisi di coronavirus. “Con il suo attuale rifiuto di impegnarsi a condizioni di concorrenza aperta ed equa e per un accordo equilibrato sulla pesca, il Regno Unito rende un accordo commerciale, a questo punto, improbabile”, Barnier ha riferito in una conferenza stampa. “Il tempo per le risposte sta rapidamente esaurendo. Se non raggiungiamo un accordo sulla nostra futura partnership, ci sarà più attrito”, ha aggiunto il capo negoziatore dell’UE. Da parte sua, Frost è stato altrettanto franco nel dichiarare che nelle trattative permangono “notevoli lacune”. “Nonostante tutte le difficoltà, sulla base del lavoro che abbiamo fatto a luglio, la mia valutazione è che l’accordo può ancora essere raggiunto entro settembre, e che dovremmo continuare a negoziare con questo obiettivo in mente”, ha spiegato il funzionario inglese. In tale contesto, entrambe le parti affermano di voler raggiungere un’intesa commerciale prima della fine della transizione e, pur non essendo in grado di colmare il divario di posizioni in materia di pesca e concorrenza, sia Barnier sia Frost hanno rilevato alcuni progressi in alcuni settori, tra cui la governance. “Guardando avanti, ci sono grandi aree di convergenza in molte delle aree su cui stiamo negoziando e ampi precedenti e testi su cui possiamo basare il nostro lavoro”, ha evidenziato il capo negoziatore di Londra. La parità di condizioni rappresenta, insieme alla pesca, alla governance e al quadro normativo e securitario, uno dei quattro argomenti chiave su cui è in stallo il negoziato tra le due parti. Il timore dei politici europei è che l'Inghilterra possa ottenere un vantaggio competitivo facilitando le regole finanziarie, a cui Londra tuttavia ha replicato, affermando di voler mantenere elevati gli standard di regolamentazione. Nello specifico, secondo il capo negoziatore della Brexit per l’UE, Michel Barnier, Inghilterra mira a rendere più semplice la gestione di servizi finanziari dell’Europa da Londra, con il minor numero possibile di operazioni e personale nel continente. Pertanto, da parte sua, Barnier ha ribadito che la posizione dell’UE si basa sulla prospettiva di un’impossibilità di qualsiasi partnership economica senza “solide garanzie per una parità di condizioni, anche per quanto riguarda gli aiuti di Stato, per garantire una concorrenza aperta e leale tra le nostre imprese”.
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