Siria, parroco Aleppo: "Senza Assad c'è solo Isis"
(last modified Thu, 31 May 2018 20:59:59 GMT )
May 31, 2018 22:59 Europe/Rome
  • Siria, parroco Aleppo:

ALEPPO (Pars Today Italian) - "I missili piovevano su Aleppo e noi siamo riusciti a ricostruire 254 case, ma avevamo oltre 700 richieste. Ci siamo rimboccati le maniche e fino a oggi abbiamo ricostruito 1200 abitazioni".

Quando il 22 dicembre del 2016 è arrivato il cessate il fuoco, padre Ibrahim Alsabagh, parroco di Aleppo e vicario del vescovo, non riusciva a crederci: quell'anno i cristiani hanno festeggiato il Natale senza le bombe. Ma la città non era più la stessa. Case e ospedali, scuole, chiese e moschee: quasi tutto raso al suolo. "Abbiamo anche capito subito la profondità della devastazione".

La città era devastata per il 60-70%: "l'elettricità non tornava, l'acqua potabile faticava a passare dai rubinetti". Oggi, dice nella sede romana della delegazione dei Custodi di Terra Santa, di Aleppo si parla poco perché le bombe non cadono più, ma il lavoro di ricostruzione da fare è enorme. "La gente soffre la fame - denuncia il parroco -. Senza i pacchi alimentari della Chiesa molti finirebbero morti di fame. Il governo dice di non farcela perché ci sono ancora l'Isis e le forze armate, non pensa alla ricostruzione".

Chiedere la rimozione di Assad sarebbe deleterio: "Per noi resta la scelta migliore per la Siria, tutti i patriarchi lo hanno detto. Non per amore di una persona o per prendere parti politiche, ma perché è l'espressione che può difendere le minoranze. Tolto Assad, alla Siria restano solo l'Isis e il fondamentalismo. È un presidente, non è un mostro, ogni governo avrà sempre i suoi sbagli". Quest'anno i francescani festeggiano 800 anni di presenza in Medio Oriente: quasi un millennio "tinto di sangue", afferma padre Ibrahim contando circa 2000 martiri, giustiziati in odio alla fede, e oltre due terzi dei cristiani fuggiti dalla regione. Però, tra guerre e persecuzioni, riescono ancora a fare tantissimo: "Con progetti microeconomia abbiamo sostenuto 400 persone, tantissima gente è diventata indipendente dagli aiuti umanitari". Riparare le case non basta: "bisogna ricostruire la persona umana". E' per questo che sono interventi nelle scuole per assistere i più deboli: "Abbiamo recuperato anche quelli considerati irrecuperabili, la parte più debole della società, i bambini con ferite corporali e spirituali profonde".