Bahrain, quattro dissidenti politici nei bracci della morte
MANAMA - Quattro attivisti anti-regime sono stati condannati a morte a seguito di processi iniqui e sulla base di confessioni estorte sotto tortura.
Lo denuncia un'organizzazione per i diritti umani e la democrazia per il Bahrain (BIRD). In un rapporto di 61 pagine la BIRD afferma che le sentenze dei tribunali del piccolo regno vengono rilasciate attraverso i processi farsa. I giudici violano regolarmente i diritti degli imputati che spesso non possono avere un avvocato durante le interrogazioni.
Le proteste di massa nel Bahrain sono cominciate nel 2011 quando decine di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la monarchia al Khalifa. Il Paese è a maggioranza sciita. Di fronte al malcontento popolare, il re Hamad ha usato il pugno di ferro sopprimendo ogni forma di dissenso anche grazie all’aiuto delle forze armate saudite ed emiratine.
Alla repressione nelle strade, Manama ha poi incominciato negli ultimi anni un attacco sistematico contro qualunque forma di dissenso. Il duro giro di vite della monarchia non ha risparmiato nessuno: né partiti e il principale quotidiano d’opposizione (al-Wasat è stato chiuso), né gli attivisti e il noto leader religioso Issa al-Qasim a cui è stata tolta la cittadinanza o hanno ricevuto lunghe pene detentive.
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