Territori occupati, ondata criminale fra arabi israeliani

AL QUDS - La strage di un'intera famiglia composta da cinque membri, cittadini arabi nei territori occupati.

E' altro esempio dell'ondata di omicidi e criminalità che sta travolgendo la minoranza araba israeliana. Il massacro ha avuto luogo l'altro ieri, mercoledi, una giornata di particolare efferatezza, che è iniziata con un agguato in una arteria congestionata di Haifa dove, in pieno giorno, assalitori incappucciati hanno esploso raffiche di arma automatica da distanza ravvicinata contro un'automobile su cui viaggiava un uomo di circa 50 anni.

Il quale, crivellato di colpi, è morto sul posto. Poche ore dopo, nel villaggio di Bosmat Tivon, sul monte Carmelo, ignoti hanno fatto irruzione in un appartamento e con le armi da fuoco hanno falciato indistintamente tutti i presenti. Cinque persone, fra cui una donna, sono rimaste uccise. La polizia non esclude che il secondo episodio possa essere una ritorsione per l'agguato di Haifa. Dall'inizio dell'anno, 186 arabi israeliani - uomini, donne, bambini ed anziani - sono rimasti uccisi in episodi di violenza. Nei primi nove mesi del 2022 i morti erano stati 75.

La leadership politica araba in territori occupati rivolge aspre critiche nei confronti del regime israeliano, in particolar modo il ministro della Sicurezza nazionale, estremista Itamar Ben Gvir. Il deputato Ahmad Tibi ha scritto su X (ex Twitter) che "sono intrise di sangue non solo le mani di Ben Gvir, ma anche di chi lo ha nominato, ossia Benyamin Netanyahu".Secondo diversi parlamentari è necessario che sia convocata immediatamente una seduta di emergenza dell'esecutivo.

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