Jabotinsky, l'occupazione della Palestina e la dottrina di un muro di ferro
(last modified Tue, 07 May 2024 08:42:42 GMT )
May 07, 2024 10:42 Europe/Rome
  • Jabotinsky, l'occupazione della Palestina e la dottrina di un muro di ferro

Pars Today- La dottrina di muro di ferro fu enunciata per la prima volta in un articolo del 1923 intitolato 'Il muro di ferro'. Il suo autore fu Ze'ev Jabotinsky, uno dei primi esponenti dell'entità sionista ad ammettere che i palestinesi non sono disposti a rinunciare al proprio diritto all'autodeterminazione.

Essendo uno dei fondatori del Fondo Nazionale Ebraico e della Legione Ebraica che prestò servizio nell'esercito britannico durante la prima guerra mondiale, Ze'ev Jabotinsky fu una figura molto influente nella storia di Israele. Jabotinsky svolse un ruolo molto efficace e vitale nel persuadere il governo britannico a emanare la Dichiarazione Balfour. Secondo questa affermazione, la creazione di una terra per gli ebrei in Palestina fu accettata dal colonialismo britannico. Jabotinsky sperava che questa terra appartenente agli ebrei includesse entrambe le sponde del fiume Giordano e che avrebbe potuto realizzare la sua idea facendo emigrare ebrei dall'Europa e da altri paesi.

Lo studioso Alain Ménargues, ex direttore della programmazione dell'emittente Radio France Internationale, nel suo "Il muro di Sharon", scrive che la principale idea-cardine del libro è "svelare le radici del concetto di separazione all'interno del pensiero sionista, in termini generali, basandosi su dati storici, religiosi e politici". Così, egli descrive il suo libro come "ricerca e tentativo di interpretare i significati e le dimensioni del muro nella dottrina sionista, nella misura in cui non si può cogliere il significato del muro costruito oggi se non attraverso il richiamo agli stessi concetti religiosi ebraici". Inoltre, aggiunge il giornalista francese: "La cosiddetta teoria della separazione concepita dalla Torà è alquanto importante nella comprensione di quanto sta accadendo. Del resto, leggiamo che nel Quarto Libro della stessa Torà, la separazione dagli altri è assunta concettualmente come espressione di purificazione e di purezza… Quanto al significato politico della separazione, esso viene rintracciato nella storia dello stesso movimento sionista, il cui progetto era di fondare appunto uno Stato per i soli ebrei escludendo tutti gli altri".

A tale proposito, prosegue l'autore del libero, "l'idea del muro di separazione (quello attuale) apparve già nel 1923, quando un giornalista sionista di origine russa, Ze'ev Jabotinsky, in un suo articolo, invocò apertamente la costruzione di un muro che separasse i nascenti insediamenti ebraici dal resto della popolazione, cioè quella dei palestinesi".

Ménargues ritiene che "la dottrina della separazione dagli altri e dell'autoghettizzazione finalizzate a realizzare la propria purificazione è contestualmente adattabile alla società israeliana, dove ormai abbondano le mura". Esemplifica così: "Gli stessi gruppi di religione ebraica tra loro si costruiscono delle mura, e così molti seguaci di uno stesso rabbino non potrebbero sposarsi con altri seguaci di un altro rabbino".

 

 

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