Non resistere! Uno sguardo agli sforzi dell’Occidente per screditare il movimento legittimo e popolare di Hamas
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A destra: martire Yahya Al-Sinwar - A sinistra: martire Ismail Haniyeh
Pars Today- Appena un anno dopo l'impressionante vittoria di Hamas alle elezioni popolari palestinesi, il regime sionista ha imposto un duro embargo e blocco economico contro Gaza.
L'11 anni dopo la storica vittoria del movimento di resistenza di Hamas alle elezioni palestinesi del 2006, l’ex primo ministro britannico Tony Blair fece un’ammissione straordinaria. Secondo il Pars Today, in un'intervista del 2017 con "Donald McIntyre" per il quotidiano Guardian, Blair ha chiaramente ammesso di aver compromesso le elezioni democratiche dei palestinesi, che all'epoca fu considerata una storica violazione.
Blair ha rivelato che lui stesso ed altri leader mondiali hanno commesso un errore cedendo alle pressioni del regime di occupazione israeliano e organizzando un boicottaggio immediato contro Hamas dopo la sua schiacciante vittoria elettorale.
Sebbene gli osservatori internazionali avessero dichiarato le elezioni libere ed eque, Blair, allora all'apice del suo potere di primo ministro, cedette completamente ai nefasti progetti di Israele, accettando la sua campagna per screditare sia il processo elettorale che il suo vincitore, cioè Hamas.
Poiché la maggior parte dei presidenti americani hanno solitamente seguito Israele, anche "George Bush" ha portato avanti le richieste del regime occupante di sospendere gli aiuti e di tagliare i legami con il neoeletto governo di Hamas.
Blair, spesso definito come il “barboncino incrollabilmente fedele" di Bush, soprannome che si è guadagnato per il suo incrollabile sostegno alle politiche americane, che ha anche consolidato la sua reputazione di essere il criminale di guerra.
Ha coraggiosamente invitato i palestinesi ad abbandonare la loro volontà democratica a meno che non accettino le condizioni imposte dalle potenze coloniali straniere.
Bush e Blair hanno insistito affinché Hamas riconoscesse Israele, rinunciasse alla cosiddetta violenza e aderisse ai precedenti accordi tra i suoi predecessori di Fatah e il regime occupante.
L’Austria, che all’epoca deteneva la presidenza di turno dell’Unione Europea, ha annunciato la dura presa di posizione a nome dei 25 paesi del blocco, affermando che “non c’è posto in un processo politico per gruppi o individui che ricorrono alla violenza”.
Bush e Blair hanno condotto intensi sforzi per isolare e rimuovere Hamas dal potere politico. Per rafforzare la posizione di un collega allineato, hanno rapidamente offerto il loro sostegno diplomatico e finanziario a Mahmoud Abbas del movimento Fatah.
Solo un anno dopo la drammatica vittoria di Hamas, il regime sionista ha imposto un severo embargo economico su Gaza. Dal 2007, l’assedio durato 17 anni ha comportato bombardamenti incessanti, omicidi, detenzioni e privazione dei bisogni primari; Una politica che è stata giustamente definita genocidio. Come ha affermato il dottor "Firouz Othman", questa politica è il "genocidio" di cui il mondo sta assistendo oggi a Gaza.
Finora, più di 43.700 persone di Gaza sono cadute martiri in un solo anno di guerra. Fatto questo che rivela chiaramente come la narrativa sionista promossa dai leader occidentali e dai media mainstream secondo cui gli eventi del 7 ottobre sono accaduti dal nulla rappresenta una palese menzogna.
Il doppio standard dell’Occidente, che ha scioccato molti dopo il 7 ottobre, non è affatto una novità. Le sue radici risalgono alla creazione illegale di Israele come progetto coloniale nei territori palestinesi nel 1948. Per una generazione che ha assistito alla brillante vittoria di Hamas nelle elezioni del 2006, l’avvertimento delle potenze occidentali di non collaborare con un governo guidato da Hamas è stato estremamente scioccante.
L'ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter ha descritto le elezioni in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza come "assolutamente oneste". Tuttavia, invece di accettare queste libere elezioni, l’Occidente ha cercato di sopprimerne i risultati.
Etichettare Hamas come “organizzazione terroristica” non è solo un inganno infondato, ma anche una mossa deliberata da parte del regime israeliano e dei suoi sostenitori occidentali per demonizzare e criminalizzare la Resistenza, comprese le lotte armate contro l’occupazione.
Anche i gruppi di pressione sionisti, soprattutto in Sudafrica, hanno utilizzato la stessa tattica. Tuttavia, queste misure di fronte alle lezioni impartita dai movimenti di liberazione sudafricani, sono destinate a fallire.
Tratto da:
Attempts to dehumanize Hamas resistance movement doomed to fail. Presstv. 2024
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