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Ultimi sviluppi / I carri armati israeliani attaccano il campo profughi di Jenin dopo 23 anni; la Resistenza è l'unica via d'uscita
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il ministro della Guerra del regime sionista, Israel Katz
Pars Today - I carri armati dell'esercito israeliano hanno fatto irruzione nel campo profughi palestinese di Jenin.
Domenica sera i carri armati israeliani hanno attaccato per la prima volta e dopo 23 anni il campo profughi di Jenin nel nord della Cisgiordania. Secondo quanto riferisce Pars Today, il primo ministro del regime sionista, Benjamin Netanyahu, durante una conferenza stampa domenica alla cerimonia di laurea degli ufficiali del regime nella città di Holon, vicino a Tel Aviv, ha affermato che l'esercito israeliano continuerà la guerra in Cisgiordania e in alcune regioni del Libano.
L'esercito del regime sionista ha allargato dal 21 gennaio la cosiddetta operazione militare "Muro di ferro" nelle città palestinesi e nei campi profughi nel nord della Cisgiordania, in particolare nelle province di Jenin, Tulkarm e Tubas.
Tuttavia, i funzionari palestinesi hanno avvertito che l'operazione fa parte del piano del gabinetto di Netanyahu per l'annessione della Cisgiordania e la dichiarazione di sovranità [israeliana] su di essa.
Nel frattempo, il ministro della Guerra del regime sionista, Israel Katz, affermando che le forze del regime rimarranno a Jabal al-Sheikh e nella regione al confine con la Siria per un periodo di tempo imprecisato, ha spiegato: "Non permetteremo il ritorno degli abitanti della Cisgiordania nei campi in cui siamo entrati". Il ministro della Guerra del regime sionista ha aggiunto: "La guerra non avrà termine se non saranno raggiunti i due obiettivi, vale a dire il ritorno di tutti i nostri prigionieri e la fine dell'amministrazione di Hamas a Gaza".
Netanyahu si oppone alla raccomandazione delle istituzioni di sicurezza per il rilascio dei prigionieri palestinesi
Il sito web statunitense Axios, citando alcuni funzionari del regime sionista, ha annunciato domenica: "Nonostante la raccomandazione dei capi delle istituzioni di sicurezza, Benjamin Netanyahu ha rinviato il rilascio di 600 prigionieri palestinesi".
Questo sito web di notizie ha osservato che i responsabili degli organi di sicurezza del regime sionista hanno raccomandato a Netanyahu di fare del suo meglio per porre fine alla seconda fase dei negoziati per il cessate il fuoco o prolungare la prima fase.
Questo mentre, secondo l'accordo di cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri tra la Resistenza e il regime sionista, 600 prigionieri palestinesi dovrebbero essere scambiati con 6 prigionieri israeliani sabato. Tuttavia, il regime sionista ha violato ancora una volta l'accordo rifiutandosi di liberare i prigionieri palestinesi.
L'ufficio del primo ministro del regime sionista Benjamin Netanyahu ha fatto sapere, nella notte tra sabato e domenica, che avrebbe ritardato il rilascio dei prigionieri palestinesi a causa di quelle che ha definito rilascio dei prigionieri per quello che ha definito l’uso cinico di Hamas dei prigionieri israeliani a scopo propagandistico e politico.
Nel frattempo, Basem Naim, uno dei leader di Hamas, ha detto alla Reuters, "Prima di rilasciare i prigionieri palestinesi che sono stati concordati in cambio di 6 prigionieri israeliani, Hamas non terrà alcun colloquio con il nemico tramite mediatori sul prossimo passo nell'accordo di cessate il fuoco, a meno che [tutti] i prigionieri palestinesi vengono rilasciati."
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