Gli israeliani sono in fuga, se ne vanno come erano arrivati

Pars Today– Un giornale in lingua ebraica ha riportato un’escalation significativa nell’ondata di fuga dei coloni israeliani verso altre parti del mondo.

Dall’inizio dell’aggressione del regime israeliano contro l’Iran, si è intensificata la tendenza all’abbandono dei Territori Occupati: migliaia di persone stanno lasciando il Paese. Dopo la chiusura dello spazio aereo israeliano il 13 giugno 2025 e la sospensione delle attività all’aeroporto Ben Gurion, molti israeliani, ormai impossibilitati a volare, stanno lasciando il Paese di nascosto via mare, a bordo di piccole imbarcazioni o yacht privati, salpando dai porti di Haifa, Ashkelon ed Herzliya. Secondo Pars Today, il quotidiano israeliano Haaretz ha paragonato queste scene all’esodo del 1948, scrivendo che i porti israeliani si sono trasformati in “punti di fuga d’emergenza” per le famiglie in cerca di scampo dai bombardamenti iraniani. Il costo del passaggio via mare, a seconda del tipo di imbarcazione, varia tra i 2.500 e i 6.000 Shekel. Sui social network, una vecchia foto dei migranti del 1948 è riemersa, accompagnata da una didascalia ironica: “Come sono venuti, così se ne andranno.”

Intanto, le autorità israeliane cercano di nascondere il fatto che molti coloni – soprattutto quelli con doppia cittadinanza – non hanno intenzione di restare.

Già durante gli attacchi a Gaza, numerose persone avevano lasciato Israele per evitare il servizio militare obbligatorio.

Nel clima generale di terrore, il governo israeliano ha predisposto rifugi solo per i cittadini ebrei, ignorando i lavoratori appartenenti ad altre religioni. I video pubblicati sui media mostrano oltre mille famiglie senzatetto a Tel Aviv, molte delle quali sono costrette a dormire per strada – una situazione che accelera ulteriormente il percorso   migratorio.

Tuttavia, questa migrazione non è solo frutto della guerra. Nel corso del 2024, oltre 82.000 israeliani hanno lasciato questa terra.

Secondo un sondaggio condotto da Haaretz, il 40% della popolazione prende seriamente in considerazione l’idea di emigrare. Il calo del tasso di crescita demografica e le politiche radicali del governo hanno contribuito a rafforzare questa tendenza – una realtà che i media occidentali tendono a ignorarla.