Migranti: Unicef, donne e bambini in Libia vittime d’abusi
(last modified 2017-03-26T05:48:41+00:00 )
Mar 26, 2017 07:48 Europe/Rome
  • Migranti: Unicef, donne e bambini in Libia vittime d’abusi

TRIPOLI- Un rapporto pubblicato dall’Unicef ha rivelato che i migranti in Libia, soprattutto donne e bambini, sono stati vittime di sistematici abusi, tra cui pestaggi, stupri e privazione del cibo.

Unicef rivela che sono all’incirca 26.000 i bambini che hanno attraversato il Mediterraneo lo scorso anno.

Dalla frontiera meridionale libica ogni anno entrano migliaia di migranti sprovvisti di documenti, alcuni dei quali poi continuano il viaggio verso l’Italia. Le testimonianze riportate denunciano gravi crimini commessi tanto dai passeurs, coloro che organizzano i viaggi e che fanno “passare” la frontiera, quanto dalle forze dell’ordine libiche.

Parliamo di abusi, vessazioni, privazione del cibo, arresti arbitrari, detenzioni senza processo per non parlare delle condizioni delle carceri. Per i migranti in Libia è l’inferno, quell’inferno che sperano di lasciarsi alle spalle. Nelle carceri libiche sono rinchiusi centinaia di uomini, donne e bambini richiedenti asilo politico ma anche rifugiati riconosciuti tali dall’Unhcr, che protestavano in modo del tutto pacifico contro i continui maltrattamenti.

I centri di detenzione libici continuano a macchiarsi di terribili crimini, crimini che l’Unione Europea spesso finge di non vedere. La vita dei migranti in Libia è a rischio da quando vi entrano, fin dai viaggi attraverso il deserto per entrare nel Paese e raggiungere il Mediterraneo, esperienza spesso più pericolosa del mare stesso.

 

Secondo quanto è stato scritto in un rapporto redatto da Amnesty International, numerosi rifugiati sono morti in carcere dopo aver subito torture. I delegati dell’agenzia presenti in Libia, hanno avuto modo di incontrare dei detenuti a Tripoli e Misurata; questi disperati recavano segni visibili sul corpo delle torture subite: ferite sulla testa, sulle braccia, sulla schiena e su altre parti del corpo.

Gli abusi sono compiuti da appartenenti a quelle che dovrebbero essere le forze dell’ordine, militari e forze di sicurezza (se di questo si può parlare nel caos che regna nel Paese), tutti corpi legalmente riconosciuti, ma a compiere scempio sui corpi dei rifugiati, delle donne e dei bambini sono anche le tante milizie armate che operano in quella linea di confine tra il legale e l’illegale.

Si sono sentite tante belle parole, e più le parole sono belle e roboanti e maggiore è il rischio che possano rimanere lettera morta. Dopo tutte le promesse di porre i centri di detenzione sotto controllo, è terribile constatare che non c’è stato alcun passo avanti per porre fine a questi trattamenti disumani. Anche quando le milizie saranno estromesse dalla gestione delle carceri e queste torneranno completamente sotto il controllo del governo (ammesso e non concesso che mai avverrà), ci sarà ancora molto da fare per sradicare la tortura e i trattamenti inumani per i migranti in Libia.

di Sebastiano Lo Monaco

Il Faro sul Mondo

 

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