Myanmar, Israele coinvolto nel massacro dei musulmani Rohinghia
- In Birmania cresce il bilancio dei morti e degli sfollati tra la minoranza musulmana dei Rohingya, perseguitata dalle milizie e dall'esercito regolare nel Nord del Paese, ma lo Stato di Israele non ha interrotto la fornitura di armi ai militari accusati di «genocidio». Almeno 400 persone sono state uccise e altre 120 mila stanno cercando riparo nel vicino Bangladesh mentre la comunità internazionale protesta per la brutalità delle forze di sicurezza.
Nonostante gli appelli (da Unione Europea e Stati Uniti la vendita di armi alla Birmania è proibita), il regime israeliano ha continuato a rifornire le truppe di una nazione governata da 50 anni da un regime militare e martoriata da continue guerre civili e repressioni delle minoranze. Gli ultimi avvenimenti non hanno cambiato le cose. Secondo il quotidianoMiddle East Eye, sono stati venduti a Rangoon oltre 100 carri armati, armi automatiche e munizioni, oltre che supporto in termini di addestramento di truppe speciali. Alcune foto sul sito di una società israeliana specializzata mostrano il training di quegli stessi reparti d'elite che stanno ora operando in Birmania nella regione dei Rohingya, il Rakhine.
A fine settembre la Corte suprema israeliana dovrà occuparsi di una petizione firmata da alcune organizzazioni umanitarie contro la vendita di armamenti alla Birmania. In una risposta preliminare, il Ministero della Guerra d'Israele ha sostenuto che la corte non ha giurisdizione in materia, trattandosi di una questione «chiaramente diplomatica». Il 5 giugno, durante un'audizione al parlamento, il ministro della Guerra, Avigdor Lieberman, ha detto sarcasticamente (e sbagliando) che «Israele si ispira al mondo illuminato, gli Stati occidentali, i più grandi esportatori di armi, subordinando le sue politiche alle loro». Lieberman, l'estremista per eccellenza dell'esecutivo Netanyahu, sembra aver dimenticato nella sua dichiarazione l'embargo di Stati Uniti e Ue, almeno questa volta non implicati in quel traffico di armi in cui altrove sono leader mondiali.
segue