Sudan: Bashir vieta ogni manifestazione non autorizzata e accentua poteri di polizia
(last modified 2019-02-26T11:58:28+00:00 )
Feb 26, 2019 12:58 Europe/Rome
  • Sudan: Bashir vieta ogni manifestazione non autorizzata e accentua poteri di polizia

Khartum- Il presidente sudanese Omar al-Bashir ha vietato le manifestazioni pubbliche non autorizzate e dato nuovi poteri alla polizia.

In una serie di decreti annunciati in reazione alle proteste che dallo scorso 19 dicembre scuotono il paese, riferiscono i media locali, il capo dello Stato ha aumentato i poteri delle forze dell'ordine, che sono ora autorizzate ad effettuare perquisizioni senza mandato in edifici e sui trasporti pubblici, ad arrestare chi è sospettato di aver infranto le condizioni dettate dallo stato di emergenza e a sequestrare beni e proprietà durante le indagini. Ai pubblici ministeri è inoltre conferito il potere di togliere l'immunità a legislatori e funzionari militari, e di istituire tribunali speciali. Un ultimo punto tocca infine la libertà di stampa: le nuove misure vietano - con pene fino a dieci anni di carcere - la pubblicazione di notizie ritenute "dannose per lo stato o i cittadini", o che incitino a "minare il sistema costituzionale". Venerdì sera, dopo essersi dimesso dalla guida del partito di governo, il Partito del Congresso nazionale (Ncp), al Bashir ha dichiarato lo stato di emergenza nel paese per un anno e ha sciolto il governo, mantenendo sotto la direzione della presidenza la guida dei ministeri della Difesa, degli Esteri e della Giustizia. Nell'istituire quest'amministrazione provvisoria, il capo dello Stato ha inoltre invitato il parlamento a rinviare gli emendamenti costituzionali che gli consentirebbero di ottenere un altro mandato alle elezioni presidenziali del 2020.

 

Contro le nuove misure annunciate dal presidente, nel fine settimana migliaia di persone sono tornate in strada in diverse città del paese per chiedere a gran voce le dimissioni di al Bashir. La polizia e le forze di sicurezza del Sudan sono accusate di aver in questo contesto fatto uso di lacrimogeni ed armi non caricate a salve per contenere la protesta, come riferisce il quotidiano "Sudan Tribune", secondo il quale violenti scontri si sono verificati tra polizia e manifestanti ed oltre dodici persone sono state arrestate in queste circostanze. Testimoni citati dalla stampa locale denunciano un uso eccessivo della forza da parte della polizia, in particolare nei locali dell'Università di Scienze e tecnologie mediche di Khartum, dove alcuni filmati diffusi sui social mostrano gli agenti respingere e picchiare gli studenti con bastoni e fruste. Il Comitato centrale dei medici sudanesi (Ccsd) ha riferito che tre manifestanti sono stati feriti da colpi di arma da fuoco a Omdurman, città limitrofa a Khrartum e principale agglomerato del Sudan. Il paese è scosso dallo scorso 19 dicembre da proteste che secondo l'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch hanno causato la morte di almeno 51 persone, mentre le stime ufficiali del governo parlano di 31 morti, tra cui due addetti alla sicurezza. Le proteste hanno assunto nelle ultime settimane sempre di più i connotati di una sommossa contro il presidente Omar al Bashir, al potere dal 1989, il quale ha finora sempre fermamente respinto la richiesta di dimissioni, puntando il dito contro “i traditori e gli agenti stranieri” che complottano contro il Sudan.

 

Nelle scorse settimane, nel tentativo di placare le proteste, le autorità sudanesi hanno bloccato l'accesso alle principali piattaforme di social media utilizzate per organizzare e trasmettere le proteste anti-governative, come denunciato da diverse organizzazioni non governative, secondo cui gli utenti dei tre principali operatori di telecomunicazioni del paese – Zain, Mtn e Sudani – hanno affermato che l'accesso a Facebook, Twitter e WhatsApp è reso possibile solo attraverso l'uso di una rete privata virtuale (Vpn). Nel tentativo di sedare le proteste, Bashir è corso ai ripari rimuovendo dall’incarico il ministro della Salute, Mohammed Abu Zayr Mustafa, dal momento che l’aumento dei prezzi dei medicinali è tra le cause scatenanti dell’ondata di manifestazioni in corso nel paese. Al suo posto è stato nominato Kheir al Nur. Il Sudan è alle prese da anni con una forte crisi economica dovuta ad un'inflazione record, alla carenza di valuta forte e ai bassi livelli di liquidità presso le banche commerciali. La decisione del governo di ridurre i sussidi statali ha determinato il raddoppio dei prezzi del pane, scatenando diverse proteste dall’inizio dello scorso anno. La crisi ha provocato diverse proteste nel paese, spesso sfociate in violenze, come quelle che nel gennaio 2018 causarono la morte di un manifestante a Khartum (Res). Lo riporta Agenzia Nova.

 

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