Il fallito golpe a tempo di Polka
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Amici, di seguito vi riportiamo un articolo di Stefano Orsi redattore della piattaforma SakerItalia e il SudEst.it sulla crisi in Bielorussa.
(last modified 2024-11-17T06:24:12+00:00 )
Ago 22, 2020 11:49 Europe/Rome
  •  Il fallito golpe a tempo di Polka

Amici, di seguito vi riportiamo un articolo di Stefano Orsi redattore della piattaforma SakerItalia e il SudEst.it sulla crisi in Bielorussa.

Minsk

Dal giorno 10, con la pubblicazione dell'esito del voto, che sanciva la vittoria del Presidente uscente Lukashenko, sono iniziate le manifestazioni di protesta inscenate, è il caso di usare questo termine, dall'opposizione sconfitta al voto, che, sospinta dai servizi occidentali, principalmente polacchi, cercava di causare la caduta del Presidente rieletto e ottenere un sovvertimento del voto democratico grazie alla violenza della piazza.

Una riedizione della nota , anzi famigerata piazza Maidan di Kiev in Ucraina.

Gli aspiranti golpisti hanno coordinato i gruppi di agitatori mediante canali social come Telegram su cui si è distinto Nexta Live , di cui abbiamo parlato nello scorso articolo (Aree di crisi nel mondo n. 51).

Ho seguito con grande attenzione il loro canale , al quale mi sono iscritto come ad altre chat che seguivano scenari particolari come un carcere dove c'era un presidio fisso e verso il quale hanno anche marciato i dimostranti chiedendo il rilascio di coloro che furono arrestati per i disordini e violenze commesse nei primi giorni di manifestazioni.

Dopo quelle violenze, con la giusta e misurata reazione delle forze di polizia, sono cessati i vandalismi e i crimini commessi nelle prime giornate, molti dei fermati erano infatti pluri pregiudicati ed estremisti neonazisti, alcuni arrivati dall'Ucraina, coperti di tatuaggi espliciti.

La grande manifestazione annunciata per domenica si è rivelata un mezzo fallimento, pur avendo fatto affluire da tutto il paese con treni e pullman le persone, al raduno non hanno superato le 50.000 presenze, molte persone relativamente parlando, ma poche per un paese di quasi 11 milioni di persone e una città come Minsk che conta DUE milioni di abitanti.

Lo stesso giorno il partito del governo ha organizzato in fretta e furia una contromanifestazione a favore del Presidente eletto, pur nella fretta sono intervenute non meno di 5000 persone, poche direte voi, ma erano lo stesso numero dei dimostranti che il giorno prima si erano conquistate le pagine dei giornali, occidentali, mentre di questa nemmeno un accenno.

La polizia non essendoci violenze o crimini vandalici in strada, non è intervenuta, limitandosi alla presenza di controllo di pochi agenti.

I manifestanti sono stati pacifici e nessun incidente è stato segnalato.

I problemi per i curatori del “golpe” sono iniziati nei giorni successivi, quando cioè la popolazione bielorussa ha iniziato a farsi sentire e in strada in molte città sono scesi i sostenitori di Lukashenko e i patrioti veri bielorussi, a giudicare dalle immagini hanno portato in strada tanta gente come le opposizioni, mentre i nostri telegiornali e quotidiani hanno di colpo cessato di parlare di Minsk.

Scena comica da parte della mancata “presidenta” Tykhanovskaya che si propone ad essere nominata presidente del Paese dalle potenze straniere, un Guaidò in gonnella insomma..., gelata dalla risposta lituana, che la ospita, in cui precisano che non riconoscendo le elezioni, anche il suo secondo posto col 10% di voti non è riconosciuto.

A rincarare la dose ci pensano alcune tv, grazie al prezioso aiuto dell'amico Fabio , mio concittadino profondo conoscitore non solo della lingua russa , che parla fluentemente, ma anche della cultura russa, abbiamo monitorato alcuni servizi televisivi trasmessi anche in rete, in cui gli intervistatori fermavano operai all'uscita della nota fabbrica di trattori MAZ, Minsky Avtomobilny Zavod, chiedendo se la produzione fosse ferma, questi rispondevano ridendo in quanto erano oberati di lavoro e ordini da consegnare. Il giornalista approfondiva, notava intanto come dai cancelli uscisse un fiume di operai, sono circa 5000 in tutto, la scena mi ha ricordato la nostra fabbrica di Mirafiori dei tempi migliori o l'Alfa di Arese. Non pago dell'evidenza chiedeva ad un responsabile i dati degli scioperanti che, dati alla mano, venivano indicati in circa 160, alcuni giustificati con certificato medico di malattia.

La fabbrica data per ferma dai nostri media, sta invece lavorando a pieno regime.

Apro una parentesi sull'industria bielorussa, qui non c'è mai stato uno sciagurato Boris Yeltsin che ha devastato il Paese distruggendo l'industria sovietica russa e regalando ciò che rimaneva agli oligarchi, no, qui si è rimasti fedeli all'impostazione della fu URSS, l'industria è dello stato, le fabbriche sono cogestite dai comitati degli operai nel perfetto stile socialista, qui i servizi sono garantiti ai cittadini come tutti i diritti sociali e l'istruzione, la disoccupazione si aggira attorno all'1% e udite udite, dagli anni 90  ad oggi il PIL del Paese è cresciuto in maniera costante quadruplicando.

Altro che “Ultima dittatura europea”

Non esiste di fatto povertà e la Bielorussia ha gli indici migliori tra le Repubbliche ex sovietiche, paesi baltici a parte che però hanno sfruttato abbondantemente dei nostri soldi versati alla UE e piovuti con generosità su di loro per trent'anni.

Fabio mi ha testimoniato della telefonata di una donna bielorussa che frequenta la nostra città fin da bambina con il programma di aiuto ai “Bambini di Chernobil” e che in città ha come una seconda famiglia, ebbene ha chiamato Fabio per sapere cosa scrivessero i giornali italiani,  mi ha spiegato che lei non ama molto Lukashenko, ma che si era stupita per aver ricevuto una telefonata allarmata dalla sua seconda famiglia alessandrina in cui la invitavano a lasciare il Paese perché credevano fosse in pericolo. Questa persona abita nella parte meridionale del Paese, vicino all'Ucraina e ci ha spiegato che li tutto sia tranquillo, che non ci sono ne disordini ne manifestazioni, le abbiamo quindi inviato una selezione di qualità delle perle del nostro giornalismo pescando da La Stampa, da Repubblica e dal Corriere, devo dire che per essere una che non ama Lukashenko è rimasta davvero inorridita dalle falsità ed esagerazioni che ha letto e forse un po' le abbiamo reso l'idea di come venga gestita l'informazione in occidente, dove i cittadini non possono formarsi una opinione cosciente non avendo una stampa libera che dia informazioni veritiere ma sempre piegate a disegni e interessi di parte.

Ricordatevi sempre di cosa ci parlò Udo Ulfklotte prima di morire, se non sapete chi sia vi prego di ricercare informazioni su di lui.

In questi giorni a Minsk si è riunito il cosiddetto Consiglio di Coordinamento bielorusso, che si propone di rappresentare il paese in opposizione al governo del Paese, davvero stanno perdendo il contatto con la realtà.

Nella risoluzione odierna, il portavoce Pavel Latushko spiega: “Oggi abbiamo avuto il primo tentativo di stabilire un contatto telefonico con alti rappresentanti dell'Amministrazione presidenziale per informarli sulle reali finalità e gli obbiettivi che si prefigge il consiglio di Coordinamento, piuttosto che quelli che vengono enunciati dai media governativi. Finora non abbiamo avuto risposta”.

Nel contempo la Tichonovskaya con il suo staff ha tentato di far sparire ogni traccia informatica del suo programma elettorale dal web, peccato che al KGB bielorusso, come a molti organi di stampa, non fosse passato inosservato.

Il Presidente Lukashenko che ha riconfermato Primo ministro Roman Golovchenko e tutti i ministri uscenti, ha poi dato lettura di molti punti cardine del programma della candidata sostenuta dalla UE, in cui appare chiaro lo stampo ordoliberista dello staff che ha scritto per lei il programma, forse lei nemmeno lo aveva letto: privatizzazione dell'industria, significa il 90% dell'industria del Paese, eliminazione del russo dalle scuole, proibizione di canali televisivi russi, apertura alle tv polacche , lituane, lettoni e ucraine, acquisto di idrocarburi da paesi occidentali e non dalla Russia, passaggio allo standard NATO per le forze armate e via dicendo.

Tradotto in soldoni significa fare di un paese in crescita costante una poltiglia, la peggiore macelleria sociale vista dai tempi della caduta del muro di Berlino distruggere oltre all'industria, causando una disoccupazione di massa, lo stato sociale , l'istruzione pubblica e la Sanità.

Ecco la ragione del crescente supporto verso Lukashenko che si avverte nel Paese in questi giorni e la ragione per cui forse si è reso necessario per l'occidente l'avvelenamento del fallito Navalny,  che mai si è distaccato in Russia dal suo 1% sebbene qui da noi i titoli di oggi dei telegiornali lo rappresentassero come il Leader dell'opposizione russa, fanno davvero ridere.

In Russia l'opposizione si chiama Partito Comunista .

A Navalny auguro sinceramente di guarire, sebbene si tratti di uno xenofobo neonazista e finanziato da potenze imperialiste straniere, ma essere la vittima di chi ti ha finora alimentato con fiumi di denari a profusione davvero è beffardo, eppure non sarebbe il primo e sospetto nemmeno l'ultimo.

Comunque per chiudere il discorso sul Consiglio di Coordinamento, la magistratura bielorussa ha aperto un fascicolo per reato penale contro i suoi creatori in base all'articolo 361 del codice penale bielorusso, detto articolo prevede la responsabilità per le chiamate alle azioni volte a danneggiare la sicurezza nazionale della Repubblica di Bielorussia. La sanzione massima prevista è di 5 anni di prigione.

A sostegno del crescente consenso manifesto della popolazione verso il suo presidente eletto, sia Macron che Pompeo escludono sanzioni economiche e invitano al dialogo, in pratica hanno isolato l'iniziativa maldestra di Angela Merkel.

Molti mi chiedono perché Russia  e Bielorussia non si uniscano per evitare simili tentativi in futuro, ebbene, per le ragioni che ho scritto poco sopra, le economie della Russia e della Bielorussia hanno preso chine differenti negli anni 90, e la Russia non è tornata sui suoi passi, di fatto è una potenza in cui regna il liberismo economico, sebbene sotto la guida del Presidente Putin questo venga in parte calmierato, purtroppo l'economia è molto lontana dall'essere simile al socialismo che c'è di fatto in Bielorussia e che ha mantenuto intatte le sue industrie sovietiche, investendo ed ammodernando in questi anni, sarebbe quindi difficile immaginare una reale unificazione sebbene in caso di passaggio sotto la sfera russa, in parte la sua industria troverebbe la quasi certezza di proseguire nella sua attività mentre in caso di involuzione unionista, la UE, industria e diritti sociali finirebbero nel tritacarne e il Paese si trasformerebbe in un deserto popolato di disoccupati, migranti, giovani e vecchi disperati con immani impianti industriali chiusi in quanto concorrenti delle industrie tedesche o trasferite in Ucraina dove la manodopera costa un terzo e dove la mano europea e americana hanno già semidistrutto il distruttibile e l'economia non solo non si rialza ma sta precipitando sempre più verso il basso.

I Bielorussi lo hanno capito e si comporteranno come il popolo venezuelano che ha difeso la democrazia del loro paese dai continui attacchi USA e dalle feroci sanzioni e blocco economico."

 

 

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