Thailandia, dimostranti ancora in piazza contro il governo
(last modified Mon, 19 Oct 2020 16:19:50 GMT )
Ott 19, 2020 18:19 Europe/Rome
  • Thailandia, dimostranti ancora in piazza contro il governo

BANGKOK (Pars Today Italian) –– Anche oggi migliaia di persone sono scese in piazza a Bangkok per reclamare le dimissioni del generale Prayut Chan-o-cha, primo ministro della Thailadia, il ritorno a una piena democrazia e una limitazione dei poteri del re, nonostante i divieti imposti dal regime, le tensioni e il tentativo di comprimere la libertà di stampa.

Sono tre i principali assembramenti che hanno visto migliaia di dimostranti riuniti in proesta. Uno di questi si è prodotto davanti alla prigione Remand, dove diversi dei giovani leader della protesta sono detenuti. Nelle scuole della città ormai è consueto vedere il saluto a tre dita mutuato dai contestatori dal film "Hunger Games". Le proteste, arrivate ormai al terzo giorno consecutivo dalla repressione di Pathumwan, sempre a Bangkok, non sembrano destinate a scemare, nonostante gli arresti dei leader. I manifestanti si accordano per le manifestazioni comunicando attraverso le app di messaggerie, che la polizia vorrebbe bloccare. Al momento va per la maggiore Telegram. Oggi in un decreto d'emergenza, le autorità hanno ordinato agli internet provider di bloccare questa app. Operazione cosiderata abbastanza improbabile, da un punto di vista tecnico. Inoltre, il ministero per l'Economia digitale ha chiesto a un tribunale di emettere un'ordinanza per bloccare quattro siti d'informazione online considerati fiancheggiatori della protesta: VOiceTV, Prachatai, The Reporters e The Standard. E' stato abcbe messo fuori legge il sito Free Youth, che però comunica via Facebook. Il movimento democratico è ormai in piazza da mesi, per choedere le dimissioni del primo ministro Prayut Chan-O-Cha, un generale al potere dopo un ennesimo colpo di stato avvenuto nel 2014. Chiede inoltre il ritorno alla democrazia, con una modifica della costituzione imposta dalla giunta militare nel 2017. Ma - questione delicata in un paese che mantiene un profondo rispetto per la monarchia - vuole anche che il re non abbia più potere esecutivo e d'ingerenza negli affati politici, oltre che l'abrogazione della controversa e draconiana legge sulla lesa maestà che impedisce di fatto ogni critica alla Corona tailandese con la minaccia di lunghe pene detentive.

 

 

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