Danimarca, il killer del sottomarino: 'Ho una bomba'
Peter Madsen uccise e fece a pezzi sul suo sommergibile la giornalista Kim Wall tre anni fa. È riuscito a prendere un ostaggio e ad uscire dal carcere.
Peter Madsen, il «killer del sottomarino», come è meglio conosciuto, ieri ha tentato di evadere dal penitenziario di Albertslund a Copehaghen dove è rinchiuso dal 2018 per avere ucciso e tagliato a pezzi la giornalista Kim Wall che voleva intervistarlo. Ma a un chilometro dal carcere gli agenti della polizia lo hanno bloccato. Lui, seduto accanto a una staccionata, ha tentato di spaventarli: «Ho una bomba» ha gridato. Ma poi si è arreso.
Madsen, 49 anni, è un personaggio stravagante. Da giovane, sognava di esplorare altri pianeti, era perfino riuscito a realizzare e lanciare da solo un missile sul Mar Baltico: per i suoi amici era un poeta. Nella sua vita ha costruito tre sottomarini e ha fondato la Copenhagen Suborbitals. Tutto è cambiato la sera del 10 agosto del 2017 : poche ore prima di accogliere Kim Wall, svedese, 30 anni, a bordo del sommergibile UC 3 Nautilus costruito con le sue stesse mani, l’uomo cercò sul web, questa frase: «Ragazza che soffre mentre viene lentamente decapitata con un piccolo coltello». E ancora: «Gola, sofferenza, ragazza decapitata».
Madsen ha ammesso di aver smembrato la giornalista ma ha sempre negato di averla uccisa: «L’ho trovata già morta, poi sono stato preso dal panico e ho deciso di disfarmi del corpo: smembrarlo è stata per me una cosa orribile».
Peter Madsen, il «killer del sottomarino», come è meglio conosciuto, ieri ha tentato di evadere dal penitenziario di Albertslund a Copehaghen dove è rinchiuso dal 2018 per avere ucciso e tagliato a pezzi la giornalista Kim Wall che voleva intervistarlo. Ma a un chilometro dal carcere gli agenti della polizia lo hanno bloccato. Lui, seduto accanto a una staccionata, ha tentato di spaventarli: «Ho una bomba» ha gridato. Ma poi si è arreso.
Madsen, 49 anni, è un personaggio stravagante. Da giovane, sognava di esplorare altri pianeti, era perfino riuscito a realizzare e lanciare da solo un missile sul Mar Baltico: per i suoi amici era un poeta. Nella sua vita ha costruito tre sottomarini e ha fondato la Copenhagen Suborbitals. Tutto è cambiato la sera del 10 agosto del 2017 : poche ore prima di accogliere Kim Wall, svedese, 30 anni, a bordo del sommergibile UC 3 Nautilus costruito con le sue stesse mani, l’uomo cercò sul web, questa frase: «Ragazza che soffre mentre viene lentamente decapitata con un piccolo coltello». E ancora: «Gola, sofferenza, ragazza decapitata».
Madsen ha ammesso di aver smembrato la giornalista ma ha sempre negato di averla uccisa: «L’ho trovata già morta, poi sono stato preso dal panico e ho deciso di disfarmi del corpo: smembrarlo è stata per me una cosa orribile».