Nigeria: manifestanti uccisi a colpi di arma da fuoco
(last modified 2020-10-21T18:00:19+00:00 )
Ott 21, 2020 20:00 Europe/Rome
  • Nigeria: manifestanti uccisi a colpi di arma da fuoco

ABUJA (Pars Today Italian) –– I soldati nigeriani hanno aperto il fuoco sui manifestanti che protestavano contro la brutalità della polizia nel distretto di Lekki della città di Lagos, il 20 ottobre.

Almeno due persone sono state uccise, secondo una serie di testimoni, citati dall’agenzia di stampa Reuters. “Hanno iniziato a sparare proiettili veri sulla folla”, ha dichiarato Alfred Ononugbo, 55 anni. “Ho visto il proiettile colpire una o due persone”, ha aggiunto, riferendosi alle proteste che hanno avuto luogo la notte tra il 20 e il 21 ottobre nella città di Lagos. Le condizioni dei manifestanti in questione non sono note. Tuttavia, Amnesty International ha riferito che almeno 15 persone sono state uccise dall’inizio delle proteste. In un post su Twitter, l’esercito nigeriano ha dichiarato che nessun soldato si trovava sulla scena della sparatoria, che sarebbe avvenuta a Lekki, un quartiere esclusivo della città di Lagos, la più grande dell’Africa. Il governatore dello Stato, Babajide Sanwo-Olu, ha effettuato una visita ai feriti in ospedale, vittime di quello che ha definito “lo sfortunato incidente di Lekki”. Ha riferito che 25 persone erano in cura per lesioni da lievi a moderate, 2 stavano ricevendo cure intensive e 3 erano state dimesse. Il governatore dello Stato di Lagos ha anche affermato, in precedenza, che avrebbe aperto un’indagine sulla sparatoria, che secondo i testimoni sarebbe iniziata intorno alle 19, ora locale. Un portavoce dell’esercito nigeriano non ha risposto alle richieste di commento. Poche ore prima, nella stessa Lagos, è entrato in vigore un coprifuoco, dopo quasi due settimane di manifestazioni contro la violenza della polizia. La decisione, annunciata il 20 ottobre, è stata resa nota quando il capo della polizia nigeriana ha ordinato l’immediato dispiegamento a livello nazionale di forze antisommossa, a seguito dell’aumento degli attacchi alle strutture di polizia. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza ogni giorno per quasi due settimane in tutta la Nigeria per chiedere una riforma delle forze di sicurezza, oltre a radicali riforme nel Paese. Amnesty International afferma che almeno 15 persone sono state uccise dall’inizio delle manifestazioni. Dichiarando il coprifuoco a Lagos, una città che ospita circa 20 milioni di persone, il governatore Babajide Sanwo-Olu ha affermato che individui violenti hanno dirottato il movimento di protesta “per scatenare il caos”. Nessuno, tranne i fornitori di servizi essenziali e i primi soccorritori, deve essere trovato per le strade dalle 16:00 ora locale. “Non staremo a guardare e non permetteremo l’anarchia nel nostro caro Stato”, ha aggiunto il governatore, affermando che le proteste sono “degenerate in un mostro”. Il portavoce del governatore, Gboyega Akosile, ha affermato che il coprifuoco non terminerà il 21 ottobre. “Un coprifuoco di 24 ore significa tutto il giorno, giorno e notte. È indefinito. Nessuno si muove fino a quando non lo revochiamo”, ha dichiarato. Le proteste sono iniziate il 9 ottobre nella capitale nigeriana, Abuja, dopo che è stato pubblicato un video in cui i membri della squadra speciale anti-rapina, nota come Special Anti-Robbery Squad (SARS), hanno sparato a sangue freddo contro un uomo, uccidendolo, nella regione del Delta del fiume Niger. Dopo lo scandalo, il governo si è impegnato a sciogliere l’unità della polizia, che è stata smantellata l’11 ottobre. Tuttavia, il 13 ottobre ha affermato che sarà creata una nuova unità di sicurezza, dotata di armi e tattiche speciali, per “colmare il vuoto” lasciato dalla SARS. Lo stesso giorno, l’esecutivo ha anche rassicurato i cittadini sul fatto che nessun agente utilizzerà la violenza contro i manifestanti. Prima di tale data, alcuni elementi delle forze di sicurezza hanno però represso le proteste con percosse e tramite l’utilizzo di gas lacrimogeni e armi da fuoco, secondo Amnesty International. I manifestanti hanno protestato contro l’intenzione del governo di creare una nuova unità di polizia, temendo che la nuova squadra sarà semplicemente una versione rinominata della SARS. Il 14 ottobre, quindi, centinaia di persone si sono radunate ad Abuja, e nella megalopoli Lagos, per continuare a protestare. Il governatore dello Stato di Lagos, Babajide Sanwo-Olu, ha esortato i manifestanti a smettere con le rimostranze, affermando che le iniziative dei giorni precedenti avevano causato un’interruzione generale delle attività lavorative, che ancora erano in ripresa a causa delle restrizioni dovute alla pandemia del nuovo coronavirus.

 

 

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