Russia, Putin chiama Erdogan per discutere crisi Caucaso
(last modified Sun, 08 Nov 2020 11:56:32 GMT )
Nov 08, 2020 12:56 Europe/Rome
  • Russia, Putin chiama Erdogan per discutere crisi Caucaso

- Il presidente russo, Vladimir Putin, ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, ...

... il 7 novembre, per parlare del conflitto nella regione del Nagorno-Karabakh, i due sono d’accordo sulla necessità di una soluzione politica. 

Prima che a Erdogan, ma nella stessa giornata, Putin ha anche telefonato al presidente francese, Emmanuel Macron, con il quale ha parlato del coinvolgimento di estremisti provenienti dalla Libia e dalla Siria nel conflitto del Nagorno-Karabakh.

Secondo l’ufficio stampa del Cremlino, Putin avrebbe informato Erdogan di conversazioni telefoniche avute gli scorsi primo e due novembre con il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, e con il presidente azero, Ilham Aliyev, per cercare di mediare una soluzione tra le parti per far cessare le ostilità il prima possibile e per trovare una soluzione politica. Durante la telefonata, sia Erdogan, sia Putin hanno ribadito la volontà di far giungere alla pace il conflitto del Nagorno-Karabakh e, in base a quanto riferito dalla presidenza turca,  Erdogan avrebbe insistito sulla necessità di portare Erevan al tavolo dei negoziati, sottolineando che una soluzione permanente al conflitto tra Armenia e Azerbaigian sia necessaria per la stabilità regionale.

La Russia sta cercando di mediare una soluzione tra le parti in guerra sia alla luce dei rapporti bilaterali con entrambi i Paesi, sia come co-presidente del Gruppo di Minsk dell’OSCE insieme a Francia e Stati Uniti. Mosca aveva fatto concludere all’Armenia e all’Azerbaigian due cessate il fuoco, rispettivamente il 17 e il 10 ottobre scorsi, ma, in entrambi i casi, le parti erano tornate da subito a scontrarsi, rendendo vani i tentativi russi. Successivamente, il 24 ottobre, anche gli USA avevano cercato di portare Baku ed Erevan ad un cessate il fuoco ma anche in tal caso la tregua non aveva retto e Washington aveva quindi fatto un secondo tentativo, il 26 ottobre, quando Baku ed Erevan avevano stabilito un quarto cessate il fuoco umanitario ma anche stavolta da una parte e dall’altra dello schieramento erano state registrate diverse violazioni e azioni offensive.

 

 

 

 

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