Usa, Trump non molla: in arrivo grandi proteste
WASHINGTON -Il presidente degli Stati Uniti ha scritto sulla sua pagina Twitter che sono in arrivo "grandi manifestazioni" a Washington per protestare ancora una volta contro l'esito delle elezioni del 3 novembre.
Riferendosi a un resoconto preparato dal suo consigliere Peter Navarro, sempre sugli brogli elettorali, Trump e' tornato a ritenere impossibile una sua sconfitta di fronde a Joe Bid3n.
"Peter Navarro ha detto nel suo rapporto di 36 pagine che le accuse di frode elettorale erano" troppo "perché Trump potesse vincere". In un'altra parte del messaggio su Twitter, Trump ha scritto: "Secondo le statistiche, [ho] perso le elezioni è impossibile. Proteste su vasta scala a [Washington] DC il 6 gennaio. Sii lì, (le nostre proteste) non mi fermerò. Il 6 gennaio segna il giorno in cui i membri del Congresso si riuniranno per approvare il voto del Collegio elettorale e la vittoria del presidente eletto Jubaiden. Nonostante Biden abbia confermato la sua vittoria alle elezioni con 306 voti elettorali dopo un voto a livello nazionale, Trump continua a negare la sconfitta, ribadendo la sua rivendicazione di frode elettorale. La squadra del presidente ha presentato denunce in diversi stati contro quelle che dicono essere irregolarità elettorali e frodi, ma queste denunce sono state respinte in diversi stati.
Il presidente uscente degli Stati Uniti, Donald Trump, dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rigettato il ricorso presentato dal Texas, e sostenuto da altri 21 Stati, riguardo i brogli nelle elezioni che hanno portato ad assegnare la vittoria al rivale democratico Joe Biden, non ci sta e protesta.
La decisione dell'Alta corte ha posto fine agli ultimi tentativi di ribaltare i risultati in quattro stati contesi in cui ha perso il presidente in carica, nel tentativo di invertire la tendenza a favore del candidato democratico Joe Biden.
Insomma, la decisione potrebbe aver messo la parola fine a questa travagliata tornata elettorale per gli Stati Uniti d’America. Secondo i magistrati "il Texas non ha dimostrato un interesse giudiziario riconoscibile [nel] modo in cui un altro Stato conduce le sue elezioni". Hanno anche aggiunto che "tutte gli altri ricorsi pendenti sono respinti in quanto inammissibili".
Secondo la mozione presentata dal procuratore generale del Texas Ken Paxton (repubblicano), gli stati di Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin "hanno sfruttato la pandemia Covid-19 per giustificare l'omissione di leggi elettorali federali e statali e l'approvazione illegale di modifiche dell’ultimo minuto, alterando così i risultati delle elezioni generali del 2020".
L'alto funzionario ha affermato che i quattro stati hanno violato la Costituzione del paese e ha chiesto alla Corte Suprema di impedire ai rispettivi rappresentanti di votare al collegio elettorale, che prevede di incontrarsi a tale scopo il 14 dicembre.
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