USA 2020: l’effetto boomerang della propaganda di Trump in Georgia
https://parstoday.ir/it/news/world-i234016-usa_2020_l’effetto_boomerang_della_propaganda_di_trump_in_georgia
Ma una telefonata di Trump occupa tutta la scena. Chiede di far chiarezza sui voti nello Stato ed è subito 'golpe'.
(last modified 2024-11-17T06:24:12+00:00 )
Gen 05, 2021 05:47 Europe/Rome
  • USA 2020: l’effetto boomerang della propaganda di Trump in Georgia

Ma una telefonata di Trump occupa tutta la scena. Chiede di far chiarezza sui voti nello Stato ed è subito 'golpe'.

Washington- A fine novembre un esponente dei repubblicani in Georgia ha dichiarato al New York Times che molti militanti hanno affermato di non voler più votare dopo i brogli del 3 novembre perché “non credono alle elezioni”. L’effetto potrebbe essere disastroso proprio in Georgia perché Trump ha trascorso gli ultimi due mesi ad attaccare i quadri del suo stesso partito in quello stato. Dopo aver presentato due ricorsi per chiedere il riconteggio dei voti, non solo ha accusato i democratici di aver imbrogliato ma ha anche attaccato il governatore a lui fedelissimo Brian Kemp, antiabortista di ferro che incarna i valori più conservatori del partito, di voler proteggere i dem, intimandogli più volte di dirottare i voti del collegio elettorale in suo favore.

Il tutto in un clima di tensione: i funzionari statali, per la maggior parte appartenenti al Gop, hanno ricevuto aggressioni verbali e minacce di morte, tanto che il capo dell’ufficio elettorale Gabriel Sterling, anch’egli repubblicano, in un discorso esasperato pronunciato dopo l’ennesima richiesta di Trump di annullare il voto ha parlato del pericolo che qualcuno restasse “ucciso o ferito”. Ma in questi mesi i due candidati repubblicani al Senato non si sono dissociati pubblicamente dalle dichiarazioni del leader del partito, e hanno anzi difeso le battaglie del presidente uscente, il quale al comizio del 5 dicembre, mentre chiedeva ai cittadini di votare per Perdue e Loeffler, ripeteva anche che “le elezioni erano state truccate”.

Così dopo settimane di lacerante propaganda e di attacchi ai quadri del GOP in Georgia, culminati nelle minacce al segretario di stato contenute nella telefonata di sabato, gli elettori più fedeli a Trump potrebbero chiedersi qual è il senso di andare a votare se le elezioni sono state truccate.

Infine, il fatto che l’ex imprenditore di New York si sia circondato di un gruppo di outsider per progettare le sue ultime mosse, abbia invocato manifestazioni popolari e abbia minato la credibilità delle istituzioni democratiche a prescindere dagli schieramenti politici suggerisce che sempre più elettori potrebbero considerare quella di Trump una partita personale che si gioca al di fuori delle Camere, della stessa Casa Bianca e delle urne.

Trump è andato avanti incurante dei consigli dei membri senior del partito e sapendo che coloro che si sono schierati dalla sua parte lo hanno fatto per ingraziarsi l’elettorato galvanizzato dalla sua propaganda. Inoltre molti congressman repubblicani non si opporranno al riconoscimento formale della vittoria di Biden il 6 gennaio. Ma poco importa, perché la battaglia si combatte su Twitter, per le strade e nelle camere della Casa Bianca occupate da personaggi esterni all’establishment.

Con entrambe le parti che si accusano di golpe, si può ben capire la tensione in cui si svolgono queste elezioni per determinare la maggioranza in Senato. Trump, come sempre, è riuscito a occupare “tutto lo schermo” da solo, eclissando la battaglia dei candidati del suo partito e di quello avverso. La sfiducia reciproca e la delegittimazione, per altro, sono molto forti soprattutto in una delle due competizioni di oggi: quella fra la repubblicana Kelly Loeffler e lo sfidante democratico Raphael Warnock. La Loeffler, imprenditrice cattolica, è stata accusata dai Democratici di essere vicina alla setta Qanon. Lei nega di averci a che fare e l’accusa si riduce al fatto che non ha respinto pubblicamente l’endorsement dei suoi membri e simpatizzanti. Il suo rivale Raphael Warnock, pastore protestante afro-americano, è accusato dai Repubblicani di aver ricevuto Fidel Castro nell’ Abyssinian Baptist Church di New York, nel 1995. Warnock nega di aver nutrito simpatie per il defunto dittatore cubano e afferma di essere estraneo ai fatti: era troppo giovane, non aveva deciso lui il programma, non è ancora chiaro se fosse presente in chiesa al momento della visita. Con il consueto doppiopesismo mediatico, i fact checkers convalidano però la tesi di Warnock e smentiscono le accuse nei suoi riguardi, mentre la Loeffler è sempre iscritta nelle “liste nere” dei politici vicini a Qanon.

 

Potete seguirci sui seguenti Social Media:

Instagram: @parstodayitaliano

Whatsapp: +9809035065504, gruppo Notizie scelte

Twitter: RadioItaliaIRIB

Youtube: Redazione italiana

VK: Redazione-Italiana Irib

E il sito: Urmedium