Lukashenko: Nuova Costituzione entro il 2022, ma resteremo una Repubblica presidenziale
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 La Bielorussia ha bisogno di una nuova Costituzione: è difficile oramai che tutte le responsabilità ricadano su un’unica persona.
(last modified 2024-11-17T06:24:12+00:00 )
Feb 11, 2021 14:08 Europe/Rome
  • Lukashenko: Nuova Costituzione entro il 2022, ma resteremo una Repubblica presidenziale

 La Bielorussia ha bisogno di una nuova Costituzione: è difficile oramai che tutte le responsabilità ricadano su un’unica persona.

 Lo ha annunciato Aleksandr Lukashenko durante l’Assemblea parlamentare panbielorussa citato dall'agenzia Nova. “La Bielorussia dovrebbe rimanere una Repubblica presidenziale”, ha detto Lukashenko, secondo cui “la bozza della nuova Costituzione sarà pronta entro la fine dell’anno, mentre il referendum si terrà entro il 2022”. Lukashenko si dice pronto a lasciare la guida della Bielorussia a determinate condizioni: pace, fine delle proteste e garanzie d’incolumità per i suoi sostenitori. Proprio l’Assemblea popolare dovrebbe diventare un organo costituzionale e fungere da stabilizzatore della situazione nel Paese e garantire un periodi di transizione verso un cambiamento del potere.In un discorso di 3 ore e mezza, Lukashenko ha spiegato come sia necessario immaginare delle modifiche al testo costituzionale, in luce degli sviluppi sociali del Paese, al ruolo dei cittadini nella vita politica". Le autorità di Minsk hanno dovuto “concedere” un argomento di confronto dopo le contestate elezioni presidenziali dello scorso agosto e le proteste dell’opposizione che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone in tutta la Bielorussia. Secondo Lukashenko, "è necessario analizzare le realtà della situazione geopolitica" in cui si trova oggi il Paese, "per determinare come svilupperemo ulteriormente i legami economici e politici con gli Stati stranieri che dovranno essere basati sull'apertura e l'orientamento all'esportazione della nostra economia". "Lavoreremo, insieme ai nostri alleati e partner, per aumentare l'efficienza delle formazioni di integrazione nello spazio post-sovietico", ha detto il leader bielorusso.In merito alle proteste tuttora in corso nel Paese dopo le elezioni del 9 agosto, Lukashenko ha rilevato come si sia tentato di mettere in atto “non tanto una rivoluzione colorata, quanto più una ribellione che, tuttavia, non ha avuto esito positivo”. L’esito delle elezioni non può del resto essere contestato, a detta del leader bielorusso, che ha escluso la possibilità di brogli e ribadito il proprio trionfo alla presidenziali. "Abbiamo mantenuto il controllo del nostro Paese per ora. Non sappiamo esattamente cosa vogliono e cosa stanno pianificando alcune forze esterne a questo Paese. Sappiamo inequivocabilmente e per certo che non si arrenderanno. Sono coinvolte forze molto potenti. Dobbiamo resistere a tutti i costi", ha detto Lukashenko, secondo cui quest’anno sarà decisivo. "Nonostante le tensioni nella società siano state create artificialmente da forze esterne, lo Stato resisterà. Come ho detto, ha resistito sino ad ora. E devo assicurarvi, guardando avanti: resisteremo! Siate certi. Terremo duro", ha proseguito Lukashenko. Per queste ragioni, ha proseguito il leader bielorusso, le autorità di Minsk continueranno a rafforzare il proprio sistema di sicurezza tra le sfide e le minacce emergenti. "Coloro che sono fuggiti dal Paese e i manifestanti propongono di ridurre il personale del ministero dell'Interno, abbandonare le forze armate nazionali, chiudere il Comitato nazionale di sicurezza e sostituire il ministero delle Emergenze con unità di milizie semi-professionali. Nonostante tutte queste proposte, continueremo a rafforzare il nostro sistema di sicurezza in proporzione alle nuove sfide e minacce", ha detto Lukashenko.

 

 

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