Grecia: recuperati 400 migranti su una nave container battente bandiera turca
ATENE-La Guardia costiera della Grecia ha organizzato un’operazione di salvataggio per una nave container battente bandiera turca che trasportava circa 400 migranti e che aveva inviato un segnale di soccorso al largo dell’isola di Creta, il 29 ottobre.
La Guardia costiera greca ha riferito dichiarazioni dei passeggeri in base alle quali la nave era salpata dalla Turchia. Quella del 29 ottobre è stata definita “una delle più grandi operazioni di ricerca e soccorso effettuate nel Mediterraneo orientale” dalle autorità marittime greche. La Guardia costiera ha poi affermato che la nave sarebbe stata portata a terra senza però fornire ulteriori dettagli. Le nazionalità dei passeggeri non sono state rese immediatamente note. Lo riporta sicurezzainternazionale.luiss.it.
Un funzionario a conoscenza dell’operazione ha parlato a condizione di anonimato con Associated Press, citata da Al-Jazeera English, affermando che: “In questo momento, l’importante è portare la nave ad un ancoraggio sicuro”. Una fotografia pubblicata dalla guardia costiera greca sul suo sito web mostrava decine di persone, apparentemente per lo più uomini, in piedi in gruppi sul ponte di un piccolo mercantile dall’aspetto malconcio con quello che sembrava essere il nome “Vatha” dipinto sulla prua.
La Grecia è una delle principali vie di accesso all’Unione europea (UE) per i richiedenti asilo provenienti dalla Turchia. Tuttavia, il numero di arrivi è diminuito drasticamente dal 2016 dopo che, il 18 marzo di quell’anno, l’UE e Ankara hanno concordato un’intesa per impedire ai migranti di attraversare la Grecia. In base a quest’ultima era stato previsto il contenimento di rifugiati siriani e non da parte della Turchia, la quale aveva il compito di impedire il loro passaggio in Europa e di accogliere tutti i migranti irregolari respinti. In cambio, l’UE ha dato 6 miliardi di euro ad Ankara e ha apportato facilitazioni nelle procedure per l’ottenimento del visto europeo da parte dei cittadini turchi. Tuttavia, la Turchia, che ospita circa quattro milioni di rifugiati, ha ripetutamente chiesto una revisione dell’accordo del 2016, sostenendo che l’UE non abbia mantenuto le promesse stabilite nel patto.
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