Australia-Usa: il premier Albanese non si sbilancia sul caso Assange
(last modified Mon, 20 Jun 2022 17:02:13 GMT )
Giu 20, 2022 19:02 Europe/Rome
  • Australia-Usa: il premier Albanese non si sbilancia sul caso Assange

CANBERRA (Pars Today Italian) –– Il governo dell’Australia intende mantenere relazioni diplomatiche “appropriate” con i suoi partner e non si è per il momento espresso sull’ordine di estradizione negli Stati Uniti dell’attivista australiano e fondatore di WikiLeaks Julian Assange.

Non si sbilancia il primo ministro Anthony Albanese, alla guida dell’Australia da appena un mese, che parlando ai giornalisti ha così respinto gli inviti a prendere posizione sul delicato caso dell’informatico. “Ho intenzione di guidare un governo che si impegni diplomaticamente e in modo appropriato con i nostri partner”, ha detto Albanese, reagendo ad un articolo pubblicato oggi sul “Sydney Morning Herald” nel quale l’ex ministro degli Esteri australiano Bob Carr osserva che una richiesta da parte australiana di far cadere le accuse su Assange rappresenterebbe “un piccolo cambiamento” nell’alleanza di difesa che lega l’Australia agli Stati Uniti. Il premier non ha voluto rispondere a chi gli chiedeva se avesse discusso della questione con il presidente Joe Biden. “Ci sono alcune persone che pensano che se metti le cose in maiuscolo su Twitter e ci aggiungi un punto esclamativo, questo in qualche modo lo renda più importante. Non è così”, ha detto il premier. Nel suo editoriale, Carr ha sostenuto che l’accusa formulata contro Assange è in netto contrasto con il perdono concesso ne 2017 dall’allora presidente Usa Barack Obama all’ex analista dell’intelligence militare Chelsea Manning, che aveva fatto trapelare file segreti a WikiLeaks, e ha dichiarato che quella grazia rappresenta “l’argomento più potente” in mano ad Albanese per sostenere il rilascio di Assange. “Se Albanese chiede, suppongo che l’America sarà d’accordo”, ha scritto Carr. In questo contesto, Albanese si trova inoltre a fronteggiare crescenti pressioni per il rilascio di Assange anche da parte della moglie dell’attivista, Stella Assange. Ai microfoni dell’Australian Broadcasting Corporation, la donna ha affermato di aver notato un notevole “cambiamento” nella gestione del caso di suo marito da parte del governo australiano dalla vittoria elettorale di Albanese, lo scorso 21 maggio. A suo avviso, l’Australia “può e dovrebbe parlare con il suo più stretto alleato per porre fine a questa questione”, definendo il caso un’ “aberrazione” che criminalizza il giornalismo. La ministra dell’Interno inglese Priti Patel ha firmato l’ordine di estradizione negli Stati Uniti nei confronti di Julian Assange venerdì scorso, 17 giugno. In una nota, il ministero dell’Interno ha affermato che i tribunali dell'Inghilterra hanno ritenuto che non sarebbe “opprimente o ingiusto” ai fini processuali estradare il fondatore di WikiLeaks, né che “l’estradizione sarebbe incompatibile con i suoi diritti umani, compreso il suo diritto a un processo equo e alla libertà di espressione”. Secondo un portavoce, per la Corte Assange “sarà trattato in modo appropriato, anche in relazione alla sua salute” mentre si trova negli Stati Uniti, ed avrà in ogni caso 14 giorni di tempo per fare ricorso. “Le richieste di estradizione vengono inviate alla ministra dell’Interno solo una volta che un giudice decide che può procedere dopo aver considerato vari aspetti del caso. Il 17 giugno, a seguito dell’esame sia della Magistrates Court che dell’Alta Corte, è stata ordinata l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Assange mantiene il regolare diritto di 14 giorni di ricorso”, ha precisato il portavoce. L’attivista è stato accusato per la diffusione di migliaia di documenti riservati, nel 2010 e 2011. Fin dai primi giorni del suo mandato, Albanese ha tenuto a difendere il suo impegno per un rapporto equilibrato con i suoi partner internazionali, inclusi gli Stati Uniti. Il 24 maggio, all’indomani del suo insediamento ufficiale, il neo premier ha così ribadito la convinta adesione di Canberra al Quad, in occasione del vertice del Dialogo di sicurezza quadrilaterale in corso a Tokyo. Albanese, per il quale il vertice ha rappresentato il primo impegno internazionale nella veste di primo ministro dell’Australia, ha preso la parola dopo l’omologo giapponese Fumio Kishida. “Il mio governo si impegna a lavorare con i vostri Paesi e aderisce convintamente al Quad”, ha affermato il primo ministro. In occasione del vertice Albanese ha incontrato anche l’omologo statunitense Joe Biden, che si è congratulato per la sua elezione e lo ha ringraziato per aver scelto di partecipare al summit subito dopo l’insediamento. Secondo una nota della Casa Bianca, i due hanno discusso di relazioni bilaterali, Ucraina e Indo-Pacifico. Il presidente Usa ha espresso apprezzamento per il sostegno di Canberra all’Ucraina invasa dalla Russia e con il suo interlocutore ha convenuto sull’importanza di collaborare per far sì che eventi del genere non si verifichino nella regione indo-pacifica. I due hanno concordato di cooperare anche nella Cornice economica per l’Indo-Pacifico (Ipef) e nella risposta al cambiamento climatico. Inoltre, hanno espresso soddisfazione per i progressi dell’alleanza Aukus, che include anche Inghilterra.

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