USA, Assange e la violazione di diritti umani e democrazia
(last modified Thu, 30 Jun 2022 16:34:13 GMT )
Giu 30, 2022 18:34 Europe/Rome
  • USA, Assange e la violazione di diritti umani e democrazia

LONDRA - Dopo che il governo inglese ha approvato la sua estradizione negli Stati Uniti, il fondatore di WikiLeaks Julian Assange non ha molte opzioni a disposizione.

La decisione del Regno Unito rappresenta l'ultimo capitolo di una lunga battaglia legale iniziata quando l'ex analista dei servizi segreti militari statunitensi Chelsea Manning ha sottratto dei documenti governativi secretati sulle guerre in Afghanistan e Iraq, che Assange pubblicò poi su WikiLeaks nel 2010.

La decisione, approvata venerdì 17 giugno dalla ministra degli Interni britannica Priti Patel, è l'ultima di una serie di battaglie legali che Assange ha perso nel tentativo di rimanere nel Regno Unito. È un duro colpo per il fondatore di WikiLeaks, che ha trascorso gli ultimi dieci anni rifugiandosi nell'ambasciata londinese dell'Ecuador o in una prigione del Regno Unito. Inoltre, il sempre più probabile processo a suo carico in un tribunale statunitense illustra il momento delicato per la facoltà degli organi di informazione di pubblicare materiale che può essere considerato una minaccia alla sicurezza nazionale di un paese.

“Questo è un giorno buio per la libertà di stampa e per la democrazia britannica – ha dichiarato WikiLeaks in una dichiarazione condivisa su Twitter –. Julian non ha fatto nulla di male. Non ha commesso alcun reato e non è un criminale. È un giornalista e un editore”. Wikileaks ha dichiarato che Assange intende ricorrere in appello.

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"Assange potrebbe avere almeno un'altra via per fare appello, quindi forse è ancora presto per considerarlo già su un volo per gli Stati Uniti – ha dichiarato Trevor Timm, direttore esecutivo del gruppo Freedom of Press –. Questo è tuttavia un ulteriore sviluppo preoccupante in un caso che potrebbe mettere a repentaglio i diritti dei giornalisti nel ventunesimo secolo".

La sentenza di venerdì ribalta una decisione del dicembre 2021 che stabiliva che Assange non poteva essere estradato perché l'incarcerazione negli Stati Uniti avrebbe potuto aumentare il rischio di suicidio. Ora, però, il giudice ha accettato le assicurazioni degli Stati Uniti secondo cui Assange non sarà sottoposto a isolamento e avrà accesso a cure psicologiche.

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Le accuse contro degli Stati Uniti contro Assange risalgono all'aprile del 2019, quando il dipartimento di Giustizia del paese lo ha incriminato per reati di hacking: Assange è stato accusato di aver cospirato con Manning per sottrarre segreti del dipartimento della Difesa statunitense. L'accusa iniziale era incentrata sulla presunzione che Assange avesse aiutato attivamente Manning a decifrare una password per ottenere l'accesso a una sezione riservata di una rete militare: un'accusa formulata con attenzione che sembrava pensata per distinguere Assange dai giornalisti tradizionali e etichettarlo invece come criminale informatico. 

Gli incessanti tentativi del governo Usa di processare Julian Assange per aver reso pubblici documenti riguardanti anche possibili crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi non sono altro che un assalto su larga scala al diritto alla libertà d’espressione.

Julian Assange è attualmente detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, sulla base della richiesta di estradizione degli Usa per accuse che derivano direttamente dalla pubblicazione di documenti segreti nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks.

Ci opponiamo fermamente all’eventualità che Julian Assange sia estradato o trasferito in ogni altro modo negli Usa, dove rischia di subire gravi violazioni dei diritti umani, tra cui condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura e altri maltrattamenti, come un prolungato isolamento. Il fatto che sia stato obiettivo di una campagna ostile promossa da funzionari Usa fino ai più alti livelli compromette il suo diritto alla presunzione di innocenza e lo espone al rischio di un processo iniquo.

La pubblicazione di documenti da parte di Julian Assange nell’ambito del suo lavoro con Wikileaks non dovrebbe essere punita perché tale attività riguarda condotte che il giornalismo investigativo svolge regolarmente nell’ambito professionale. Processare Julian Assange per questi reati potrebbe avere un effetto dissuasivo sul diritto alla libertà di espressione, spingendo i giornalisti all’autocensura per evitare procedimenti giudiziari.

Proteggi il diritto alla libertà di espressione. Chiedi alle autorità statunitensi di annullare le accuse contro Julian Assange derivanti solo dalle sue attività di pubblicazione di documenti con Wikileaks. Firma il nostro appello al Procuratore Generale degli Stati Uniti Merrick Garland.

 

 

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