Uzbekistan, oltre 18 morti in proteste contro riforma costituzionale

TASHKENT - Sono almeno 18 morti e 243 feriti (38 agenti) durante gli scontri scoppiati dei giorni scorsi nel nord-ovest dell’Uzbekistan.

Le manifestazioni di protesta contro la riforma costituzionale voluta dal presidente Shavkat Mirziyoyev hanno avuto luogo nella Repubblica autonoma del Karakalpakstan. Secondo la Guardia nazionale durante i disordini dei primi due giorni di luglio sono stati arrestati 516 cittadini, una parte dei quali sono già stati interrogati. La situazione nel frattempo, sembra essere tornata alla normalità dopo la decisione del capo dello Stato di ritirare le disposizioni della riforma costituzionale legate allo status della Repubblica autonoma. 

Nella Repubblica è stato introdotto uno stato d’emergenza in vigore da ieri fino al prossimo 2 agosto. Il presidente uzbeko ha anche visitato il distretto di Jeketerek, a Nukus, e ha parlato con la popolazione locale, assicurando che la sovranità del Karakalpakistan resterà garantita dalla Costituzione.

Il progetto di riforma costituzionale, depositato a fine giugno, definiva tra le altre cose il Karakalpakstan come “parte della Repubblica dell’Uzbekistan”, con una costituzione propria che “non può comunque contraddire la Carta e le leggi dell’Uzbekistan”. Dalla bozza, scompariva la possibilità attribuita alla Repubblica autonoma di portare a termine – tramite referendum -, la secessione dall’Uzbekistan. 

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