Dossier Libia, ecco perché il mondo odia gli USA - 2
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TRIPOLI . La Libia divento’ uno stato indipendente solo nel 1951. Prima era stata una colonia Italiana o piuttosto tre colonie separate e riunite sotto
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Lug 07, 2022 20:50 Europe/Rome
  • Dossier Libia, ecco perché il mondo odia gli USA - 2

TRIPOLI . La Libia divento’ uno stato indipendente solo nel 1951. Prima era stata una colonia Italiana o piuttosto tre colonie separate e riunite sotto

il nome usato dagli antichi Romani per la maggior parte del Nord Africa. L’Italia, nel tentativo di assoggettare queste colonie, divenne il primo impero Europeo a effettuare incursioni di bombardamento, piuttosto primitive, sulle tribu’ che opponevano resistenza. Furono presto seguiti dai Francesi in Siria e Libano e dai Britannici in Iraq e Afghanistan, ricordi ancora vivi nella memoria della gente. 

Percio’la Libia , come molte nazioni che hanno conquistato l’indipendenza dopo la Seconda Guerra Mondiale, era un costrutto astratto dove si univano gruppi etnici e tribu’ ostili e diffidenti tra loro, in un modello plasmato dai precedenti padroni coloniali a servizio dei loro interessi. Quando nel 1969 Gheddafi detronizzo’ il corrotto Re di Libia , il quale aveva flirtato con le compagnie petrolifere occidentali e accumulato entrate dal petrolio libico scoperto di recente, si ritrovo’ un paese lacerato dalle ostilita’ tribali. Uno dei problemi era che la maggior parte del petrolio si trovava nella parte orientale, dove abitavano le tribu’ sleali. Soppresse duramente l’opposizione.

Un altro problema che Gheddafi affronto’ con successo e che gli provoco’ l’eterna ostilita’ degli occidentali e lo condusse al gioco fatale del cane e del gatto, era che le compagnie petrolifere occidentali dominavano l’industria e avevano la maggioranza dei profitti. Gheddafi nazionalizzo’ immediatamente il petrolio ma permise ad alcune compagnie di rimanere. Tuttavia aumento’ loro (tra cui la compagnia americana Occidental) le tasse e le royalties, avendo cosi’ a sua disposizione degli introiti notevoli che utilizzo’, invece, per elevare considerevolmente il tenore di vita principalmente dei suoi leali ma anche della popolazione intera. Non e’ chiaro se questo esempio abbia sollecitato quello che e’ successo in seguito ma resta il fatto che numerose colonie petrolifere degli occidentali dopo iniziarono la loro nazionalizzazione, sconvolgendo precedenti accordi redditizi per gli occidentali. Si rifiuto’ anche di realizzare l’ancoraggio della moneta libica, il dinaro, al Fondo Monetario Internazionale e si rifiuto’ di sottomersi alla Banca Mondiale e Banca Internazionale per una risoluzione. Gheddafi si elevo’ a modello del panarabismo, il movimento per la riunificazione dell’intero mondo Arabo e fondo’ numerosi movimenti nazionalisti anti-occidente.

Durante tutto questo tempo la CIA era attivamente implicata con gli avversari di Gheddafi a trovare una soluzione per poterlo rovesciare. Questa sfida letale condusse a un terrorismo reciproco ( anche se la maggior parte dei media americani e dei resoconti degli intellettuali omette l’operato americano) e culmino’ nelle atrocita’ di Lockerbie, seguite dal bombardamento della Libia, tra cui la casa di Gheddafi, dove fu uccisa la sua figlia adottiva di tre anni. Gheddafi in seguito intensifico’ gli sforzi per l’acquisto di armi chimiche e intraprese perfino un programma nucleare. Tuttavia le sanzioni lo costrinsero a consegnare i sospettati nel caso Lockerbie per un processo in UK e rinunciare al programma di armi di distruzione di massa. A quel punto i media occidentali dichiararono che Gheddafi aveva ‘normalizzato’ gli affari con l’occidente.

Qualsiasi opinione si fosse fatto del rapporto con i suoi vecchi nemici, la CIA aveva altre idee. Cosi’ non appena la ‘Primavera Araba’ insorse in Tunisia e si diffuse nell’intera zona, molti Libici seguirono l’esempio e comincio’ la guerra civile in Libia. La NATO e Washington si gettarono a capofitto per ultimare quello che i governi occidentali e le societa’ energetiche desideravano da tempo- la caduta di Gheddafi e l’inserimento di un governo, essenzialmente di clienti selezionati, che avrebbe riconsegnato le risorse libiche al potere delle multinazionali americane. 

Nel bel mezzo del conflitto la compagnia globale privata di raccolta di intelligence STRATFOR pubblico’ e fece circolare una mappa dettagliata dove si mostrava che la maggior parte del petrolio in Libia si trovava nella zona orientale di Benghasi. Era anche risaputo che il petrolio Libico era del genere che si raffinava facilmente nella benzina utilizzata dalle automobili europee. Il Senatore della Carolina del Sud Lindsay Graham raglio’ affannosamente sulle possibilita’ di profitto “Facciamoci avanti! Ci sara’ tanto petrolio. C'e’ la possibilita’ di fare tanti soldi in Libia. Tanto petrolio da estrarre. Facciamoci avanti e aiutiamo il popolo Libico a instaurare una democrazia e un’economia efficace basata sui principi del libero mercato.” Ancora prima che la ‘rivoluzione’ avesse successo e un nuovo governo venisse instaurato, i gruppi ribelli, che rivendicavano il commando, annunciarono la dissoluzione della banca nazionale di Gheddafi e la sostituirono con una nuova banca centrale legata alle istituzioni internazionali che, ovviamente, erano in mano all’establishment occidentale finanziario.

Come i media mostrano chiaramente, Gheddafi era ancora enormemente appoggiato. I ‘ribelli’ erano costituiti da membri delle tribu’ orientali a lungo ostili al potere della Libia occidentale, ma anche minoranze etniche, come i Berberi, o membri Libici di Al Qaeda, come pure i Jihadisti del mondo Arabo e Musulmano. 

Nel miscuglio tossico c’erano gli agenti della CIA e le operazioni segrete delle Forze Speciali Americane. Probabilmente Gheddafi avrebbe aspettato, se gli occidentali non avessero fornito le armi ai suoi avversari , specialmente la campagna di bombardamento condotta dagli Stati Uniti. Tuttavia i risultati odierni erano assolutamente prevedibili.Il cosidetto governo insediato a Tripoli, nella Libia occidentale, non ha alcun controllo, specialmente nella Bengasi orientale. Gli uffici del primo ministro provvisorio furono attaccati a Maggio e quattro funzionari uccisi. 

A Giugno una bomba esplose nello stesso edificio del consolato e l’ambasciatore Stevens venne ucciso. L’attentato all’ambasciatore britannico falli’. A Gennaio gli uffici del Consiglio Nazionale di Transizione furono saccheggiati testimoniando che le fazioni di Bengasi volevano l’indipendenza, non uno stato unificato. Quanto ancora ci voleva a Washington a capire che i suoi migliori piani stavano andando a monte? Benjamin Barber fa notare su un articolo nel Guardian che almeno 100,000 militanti di una qualsiasi delle fazioni, tutti provvisti di armi Americane e della NATO ( incluse le lanciagranate a propulsione a razzo) continuano a dichiararsi guerra o jihad, e che Al Qaeda non e’ altro che una fazione di casa. Infatti Al Qaeda alzo’ le bandiere a Palazzo di Giustizia di Bengasi il giorno dopo l’uccisione di Gheddafi.

Il 2 Marzo 2007, il Generale Wesley Clark in pensione, ex Commandante Supremo della NATO e candidato alla presidenza nel 2004, apparve sul programma televisivo di Amy Goodman, Democracy Now. Durante l’intervista rivelo’ che, subito prima l’invasione dell’Iraq un alto ufficiale del Pentagono, divulgo’ un piano segreto di rovesciamento dei governi di sette paesi – Iraq, Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Iran. Il seguente Ottobre, in un discorso a San Francisco, confermo’ quanto detto e aggiunse dei commenti riguardo una conversazione avuta nel 1992 con Paul Wolfowitz, uno degli artefici principali della linea politica di George W. Bush, all’epoca il numero tre nel Dipartimento di Difesa. Citando Wolfowitz, Clark disse: “Una cosa che abbiamo imparato (nella Guerra imposta dall'Iaq di Saddam alla Repubblica islamica dell'Iran) e’ che possiamo utilizzare il nostro esercito nella zona – nellìAsia occidentale (Medio Oriente)- e che i Sovietici non ci fermeranno, che avremo cinque o dieci anni per ripulire i vecchi regimi Sovietici- Siria, Iran, Iraq- prima che arrivi la prossima superpotenza a fermarci".

La nuova Amministrazione di Obama avrebbe dovuto far eliminare i Neoconservatori dal potere e, tuttavia la ritirata dall’Iraq (che non e’ veramente una ritirata) era stata negoziata da Bush e l’ ‘impennata’ in Afghanistan, ordinata da Obama, ha raggirato i neotruffatori, proprio come la ‘liberazione’ della Libia ha certamente seguito i loro piani e le loro stupide aspettative. La Siria attende i nostri aiuti umanitari ma si potrebbe dimostrare l’intervento piu’ disastroso in assoluto.

Note: Paul Atwoood e’ Direttore Provvisorio del William Joiner Center per lo Studio della Guerra e delle Conseguenze Sociali, Facolta’ del Dipartimento di Studi Americani, Universita’ di Massachusetts-Boston, membro della Smedley Butlet Brigade, The Boston chapter of Veterans for Peace.E’ autore del libro Guerra e Impero: lo Stile di Vita Americano. 

 

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