Il papa Francesco a Sud Sudan:  non basta chiamarsi Repubblica, occorre esserlo
(last modified 2023-02-04T05:31:47+00:00 )
Feb 04, 2023 06:31 Europe/Rome
  • Il papa Francesco a Sud Sudan:  non basta chiamarsi Repubblica, occorre esserlo

CITTÀ DEL VATICANO-Non basta chiamarsi Repubblica, occorre esserlo, a partire dai beni primari.

Lo ha detto ieri papa Francesco alle autorità del Sud Sudan, seconda tappa del viaggio apostolico che lo ha portato in precedenza in Repubblica democratica del Congo. “Lo Stato “è di tutti”, per cui chi ricopre ruoli di responsabilità “non può che porsi al servizio del bene comune”, promuovendo pratiche democratiche e combattendo la corruzione, ha detto il pontefice interrogandosi sul significato dell’essere una Repubblica. Lo riporta agenzia Nova.

“Che cosa vuol dire essere una res publica? Significa riconoscersi come realtà pubblica, affermare, cioè, che lo Stato è di tutti; e dunque che chi, al suo interno, ricopre responsabilità maggiori, presiedendolo e governandolo, non può che porsi al servizio del bene comune. Ecco lo scopo del potere: servire la comunità. La tentazione sempre in agguato è invece di servirsene per i propri interessi. Non basta perciò chiamarsi Repubblica, occorre esserlo, a partire dai beni primari”, ha detto il Papa. Il pontefice ha quindi sottolineato come per la vita di una Repubblica sia fondamentale lo sviluppo democratico, garanzia per una “benefica distribuzione dei poteri”, senza condizionamenti.

“La democrazia presuppone il rispetto dei diritti umani, custoditi dalla legge e dalla sua applicazione, e in particolare la libertà di esprimere le proprie idee. Occorre infatti ricordare che senza giustizia non c’è pace”, ha detto ancora il papa citando papa Giovanni II, “ma anche che senza libertà non c’è giustizia”. Bergoglio ha quindi esortato a combattere la corruzione. “Per prevenire le esondazioni di un fiume è necessario mantenerne pulito il letto. Fuor di metafora, la pulizia di cui il corso della vita sociale abbisogna è la lotta alla corruzione. Giri iniqui di denaro, trame nascoste per arricchirsi, affari clientelari, mancanza di trasparenza: ecco il fondale inquinato della società umana, che fa mancare le risorse necessarie a ciò che più serve. Anzitutto a contrastare la povertà, che costituisce il terreno fertile nel quale si radicano odi, divisioni e violenza. L’urgenza di un Paese civile è prendersi cura dei suoi cittadini, in particolare dei più fragili e disagiati”, ha aggiunto.

 

 

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