Nicaragua, volo dei mercenari: si chiude capitolo del violento tentativo di golpe da USA
(last modified Mon, 13 Feb 2023 09:50:59 GMT )
Feb 13, 2023 10:50 Europe/Rome
  • Nicaragua, volo dei mercenari: si chiude capitolo del violento tentativo di golpe da USA

MANAGUA - L’Assemblea Nazionale del Nicaragua ha riformato l’articolo 21 della Costituzione, stabilendo requisiti e legittimità della nazionalità nicaraguense.

Il che ne ha determinato il venir meno della stessa per i detenuti autori intellettuali o esecutori materiali dei tre mesi di terrorismo che, dall’Aprile al Giugno del 2018, insanguinarono il Nicaragua lasciando un saldo tremendo in vite umane e beni materiali.

Una decisione che, anche dal punto di vista simbolico, coglie il punto. A pochi giorni dall’anniversario della morte di Augusto C. Sandino, edificatore dell’indipendenza e della sovranità nazionale, il governo si ispira a quanto emanato dal suo predecessore. Infatti, nel Novembre del 1927, in piena lotta contro l’occupazione statunitense del Nicaragua, l’Esercito difensore della sovranità nazionale, stabiliva i “requisiti” dei traditori. Il fatto che detti requisiti siano assolutamente simili a quelli in vigore oggi, conferma due aspetti allo stesso tempo: l’eredità storica del Nicaragua odierno con quello di Sandino e la continuità storica dell’aggressione USA.

L’iniziativa di Daniel e Rosario, come di consueto, è stata inaspettata. Non ha molta importanza definirne la cornice giuridica, dato che è un atto eminentemente politico. E sebbene in alcune persone vi siano dubbi e malumori sulla eccessiva generosità da parte del governo nei confronti di delinquenti che hanno messo in scena il peggior repertorio di brutalità possibile, la decisione può anche essere catalogata come una nuova ed ultima amnistia. Ma, diversamente da quella precedente, si è deciso di eliminare qualunque possibilità di reiterazione dei reati.

Come? Con un volo charter di poche ore, che ha liberato il Nicaragua di tutti i mercenari statunitensi. Non vi sono stati negoziati con gli Stati Uniti, come ha spiegato il Presidente, Comandante Daniel Ortega, che ha raccontato genesi, sviluppo e chiusura della operazione. Il Nicaragua, infatti, non ha chiesto né concesso nulla in cambio, limitandosi a proporre la consegna dei detenuti ed accettando la disponibilità statunitense a riceverli. Dunque l’operazione si è basata su un dialogo puramente organizzativo tra la Cancelleria e l’ambasciata USA a Managua, per una volta impegnata in una attività consona al suo ruolo.

L’esodo dei golpisti è una operazione di alta ingegneria politica nella quale guadagnano tutti. L’interesse maggiore è ovviamente del Nicaragua, che con un gesto di generosità politica che nessun altro Paese avrebbero mai concesso, mette in libertà a 222 soggetti e chiude la stagione del golpismo e della stupida processione di chi, dai media e dalle cancellerie straniere, ripeteva ossessivamente la litania dei “prigionieri politici”. A loro volta gli espulsi godranno del recupero della libertà individuale: poi vedremo per farne cosa, ma intanto la recuperano.

Anche gli Stati Uniti hanno il loro ritorno, dato che la fine del progetto golpista e l’impossibilità di riprodurlo era diventata una questione aperta e non risolvibile. In sostanza, gli USA hanno dovuto trovare una soluzione per i loro agenti, perché lasciarli a marcire in carcere avrebbe prodotto serie ripercussioni in ogni parte del mondo dove corrono ad arruolare golpisti. Se risultasse che non sono in grado di tutelarli, chiaro che la disponibilità sarebbe sempre minore e il costo sempre maggiore. Da ultimo, di fronte ad una proposta di liberarli, non avrebbero potuto apporre un rifiuto, pena l’apertura di un vero e proprio vaso di pandora da parte di alcuni di quei 200.

Il charter dei presunti statisti ha lasciato il Nicaragua con la certezza che il loro tempo politico è finito. Scopriranno come i denari che ricevevano in Nicaragua non gli verranno dati anche negli USA e se i rampolli dell’oligarchia riusciranno a mantenersi lussi e vizi, quelli che avevano solo fornito mano d’opera criminale si troveranno nella scomoda posizione di chi dovrà trovare il modo di sopravvivere. Non a caso da Tiffany Roberts fino a senatori di Vox sono tutti preoccupati di raccogliere i resti di quello che fu un tentativo criminale e perdente e garantirne la ricollocazione esistenziale, senza la quale gli amici di ieri potrebbero diventare i nemici di domani.

Il Nicaragua dimostra come non avesse nessun intento persecutorio nei confronti dei detenuti, diversamente li avrebbe lasciati a marcire in carcere fino all’ultimo dei loro giorni. Resta semmai senza parola la campagna diffamatoria che USA e UE conducevano circa le presunte violazioni dei diritti umani e l’esistenza di detenuti politici.

 

 

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