Nuova guerra fredda, più pericolosa della precedente
(last modified Mon, 06 Mar 2023 12:15:31 GMT )
Mar 06, 2023 13:15 Europe/Rome
  • Nuova guerra fredda, più pericolosa della precedente

LONDRA - Una “nuova guerra fredda” con l’operazione speciale militare russa nell’Ucraina, in risposta alle provocazioni di Kiev, con la regia di Washington, ...

il rischio di un ritorno a un mondo diviso in blocchi contrapposti non è più un'ipotesi così remota. Nella primavera del 1946 l'ex primo ministro inglese Winston Churchill si recava al Westminster College di Fulton, nel Missouri, per parlare di come, "da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico, una cortina di ferro è scesa attraverso il Continente". Il 5 marzo, ricorre un altro anniversario del discorso di Winston Churchill del 1946 sulla Cortina di Ferro. Evgeny Buzhinsky, tenente generale in pensione delle Forze Armate russe, veterano e negoziatore della prima Guerra Fredda, intervistato da Sputnik, sostiene che la crisi attuale sia ancora peggiore di quella iniziata allora.

Nella primavera del 1946, mentre l'Europa giaceva in rovina e gli alleati della Seconda Guerra Mondiale, l'URSS, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, si avvicinavano all'incerto ordine del dopoguerra, l'ex primo ministro britannico Winston Churchill si recava al Westminster College di Fulton, nel Missouri, per parlare di come, "da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico, una cortina di ferro è scesa attraverso il Continente", separando la "sfera sovietica" dalle “nazioni libere”. Molti studiosi occidentali considerano quel discorso di Churchill come il punto di passaggio storico che segna appunto l’inizio della Guerra Fredda.

Appena un mese prima, nel febbraio 1946, Joseph Stalin aveva fatto un discorso a Mosca sulle origini della Seconda Guerra Mondiale nel quale lodava gli Alleati, ma nel quale anch’egli coglieva i potenziali pericoli per il futuro – disse che il capitale monopolistico e l'imperialismo, le stesse forze che avevano portato alla Seconda Guerra Mondiale, avrebbero potuto cospirare per innescare un nuovo conflitto.Nei quattro decenni successivi, i blocchi politici, economici e militari dell'Occidente e dell'Oriente si sono fissati l'un l'altro prima davanti alle canne di fucile, poi davanti alle testate nucleari.

Fino alla fine degli anni ’80 e per tutti gli anni ’90, quando Mikhail Gorbaciov, e poi Boris Yeltsin, interpretarono una serie di passi, tuttavia unilaterali, per alleggerire le tensioni.Entrambi i leader si aspettavano evidentemente che l’Occidente, di fronte alle insperate concessioni dalla parte sovietica, poi russa, avrebbero contraccambiato, al contrario, alla rinuncia da una parte al Patto di Varsavia (liquidato nell’inverno del 1991), corrispose piuttosto un allargamento ad Est della NATO, sempre più inquietante per la Russia.

La spinta verso Est venne inizialmente accompagnata da rassicurazioni secondo le quali l’Alleanza non fosse indirizzata contro la Russia, ma quando la Russia stessa chiese di partecipare alla NATO, non ricevette risposta alcuna.Quando poi, nel 2014, dopo aver assorbito tutti gli ex membri dell'ex Patto di Varsavia, tre repubbliche post-sovietiche e diversi Paesi balcanici, l'Occidente ha messo gli occhi anche sull'Ucraina, uno dei maggiori partner economici e commerciali di Mosca e un Paese con cui la Russia condivide secoli di storia comune, legami culturali, linguistici e di altro tipo, la crisi attuale è scoppiata.

Queste sono le basi per capire quanto avvenuto a partire dal 24 febbraio dello scorso anno, ha spiegato Evgeny Buzhinsky, tenente generale in pensione delle Forze Armate russe, veterano della prima Guerra Fredda e negoziatore di punta della Russia per il controllo delle armi tra il 2001 e il 2009, intervistato da Sputnik.

"In linea di principio, si può dire che ora ci troviamo in una Guerra Fredda, sì. Possiamo dire che questa è una seconda iterazione della Guerra Fredda, anche se la natura di queste guerre è completamente diversa", ha detto Buzhinsky. Ma la situazione attuale "è molto peggiore di quella che c'era durante la cosiddetta Guerra Fredda, ossia negli anni '60, '70 e fino alla metà degli anni '80. Allora c'era un'ideologia. C'era un campo socialista e il 'libero Occidente democratico'; si trattava di un confronto ideologico", ha detto a Sputnik l'ufficiale in pensione, ora presidente del Centro russo per la ricerca politica, un think tank con sede a Mos

 

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